Chi ha compreso il valore di alcuni uomini è naturalmente portato ad ammirarli. E ammirare i grandi del passato (e del presente) è cosa giusta e comprensibile.
Quello che è indiscutibilmente imbecille è idolatrare i grandi del passato. Questa idolatria fa parte della cultura passatista (e presentista) del nostro paese.
Ammirare Dante o Beethoven è segno di sensibilità.
Idolatrarli è segno di imbecillità.
Una delle caratteristiche della nostra società è proprio quella mentalità insulsa che si ritrova praticamente in tutte le scuole e le università. Si guarda ai grandi del passato come ad individui irraggiungibili, come a qualcosa da considerare immensamente lontano da noi.
Ecco, è proprio questo che ci rovina totalmente e rovina soprattutto il cervello dei nostri giovani.
Ammirare Dante è giusto, ma considerarlo irraggiungibile è da imbecilli.
Dante e Beethoven sono stati uomini come noi, e in quanto uomini noi possiamo raggiungere e superare le vette da loro raggiunte.
Noi abbiamo bisogno di più uomini e meno studiosi.
Parlate con un grande uomo e poi parlate con un grande studioso.
Vedrete subito la differenza.
Il grande uomo ammirerà i grandi uomini, il grande studioso li idolatrerà.
Il grande uomo si porrà in conversazione con i grandi uomini che lo hanno preceduto (e magari ne scoverà anche le mancanze), il grande (!) studioso li considererà altro da sè, lontanissimi anni luce, intoccabili indiscutibili impareggiabili.
Nelle scuole e nelle università si educa i nostri giovani all'impotenza.
Noi net.futuristi siamo convinti che i grandi uomini debbano essere (e restare) semplicemente delle guide per permetterci di raggiungere vette sempre più elevate.
Noi net.futuristi - che questo l'abbiamo compreso - raggiungeremo quelle vette.
La grandezza di chi ci ha preceduto non ci castrerà MAI.
Invitiamo tutti gli uomini a non lasciarsi castrare dal valore dei grandi uomini che ci hanno preceduto.
Solo se inizieremo a pensarla così, saremo più grandi di Dante e più grandi di Beethoven.
Antonio Saccoccio
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