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martedì, aprile 30, 2013

L'arteventite o eventite d'arte: fenomenologia di una miseria postmoderna

Sarà anche a causa dei social network, ma l'eventite è ormai tra le principali malattie da cui sono affetti gli italiani. Chiarisco subito: l'eventite è la sovrabbondanza di eventi. Forse di eventi se ne sono fatti sempre tanti, è solo che oggi poiché siamo tutti connessi possiamo averne più facilmente conoscenza. E sicuramente in tale osservazione c'è anche del vero. Ma non è questo il modo corretto per comprendere il fenomeno. Occorre certamente partire dalla dinamica delle reti, ma non per concludere sbrigativamente: "Tutto è stato sempre così, solo che oggi vedo bene ciò che prima  ignoravo". Bisogna invece comprendere che gli stessi media reticolari sono responsabili di alcuni nostri atteggiamenti. Internet aumenta per chiunque le possibilità di visibilità e di interazione, risultando il luogo meno adatto per individui riflessivi e solitari, e una vera manna per coloro che cercano di stabilire nuove relazioni o crescere in visibilità. Ora, non c'è nulla di male nel cercare visibilità, che per alcune attività è indispensabile. Aprire un sito o un blog per diffondere i propri studi, le proprie opinioni, le proprie idee su questo o quell'argomento è certamente meritorio. Ciò che diventa invece imbecille è la continua promozione di eventi di ogni tipo, che risultano, già dall'invito digitale, essere privi della minima parvenza di contenuto. In questo l'ambiente dell'arte è come al solito all'avanguardia (sic). Perché se è vero che crescono le feste di Halloween e di carnevale, gli addii al celibato e le rievocazioni storiche in costume, non si può non notare che gli eventi dedicati all'arte aumentano a dismisura. E' tutto un fiorire di progetti, curatele, workshop, concept (perché con un po' di inglese dentro si fa sempre bella figura), tutti con l'arte - almeno a livello lessicale - in qualche modo coinvolta. E' l'eventite d'arte, l'arteventite, malattia che sembra al momento incurabile. Pare che organizzare un evento d'arte sia diventato più semplice di organizzare una festa di compleanno. Il fatto notevole è che si tratta nella quasi totalità dei casi di non-eventi, cioè eventi in cui non avviene nulla se non la promozione dell'evento stesso. Dopo l'evento in questione, si torna a casa come se nulla fosse accaduto. Semplicemente, non è acccaduto nulla: avete solo subito l'arteventite. Quando l'oggetto della promozione  risulta assente, non resta che una banale e deprimentissima auto-promozione.
Il fenomeno è curioso, perché nell'arteventite si sommano due distinti processi. Da una parte c'è stata la democratizzazione dei media, che ha dato a tutti la possibilità di farsi conoscere. Dall'altra dopo la conclusione (della storia) dell'arte intorno agli anni Settanta del secolo scorso qualche uomo con il fiuto per gli affari ha pensato di spacciarsi per critico o artista e cercare di raccattare in modo rapido un po' di credibilità e vagonate di soldi sostenendo l'arte essere ancora viva e vitale e loro esserne i protagonisti più accreditati (Transavanguardia, YBAs in ciò pari sono). Questo ha portato molti individui (gli uomini medi, perché gli altri sono immuni da simili idiozie) a credere che l'arte non fosse affatto morta, e che se Bonito Oliva e Koons, Politi e Cattelan ce l'avevano fatta potevano farcela anche loro. E con internet oggi questa idea sta spopolando tra chi sostanzialmente non ha nulla da dire e vuole darsi un tono. Lungi dal capire che è semplicemente ridicolo fare oggi l'artista come lo si poteva fare prima di Warhol, oggi ci ritroviamo con centinaia di persone che vogliono convincersi e convincerci di essere artisti e critici d'arte. E credono che per esserlo basti fare in piccolo ciò che hanno fatto in grande i sopra menzionati. Scimmie sulle spalle di nani! Autentico spettacolo da circo! Se a questi eventi andrete avendo chiaro tutto questo, lo spettacolo sarà spassosissimo! Certo, detto così chiunque potrà capire il ridicolo della faccenda. Ma chi ci sta dentro evidentemente non vede tutto questo, è lì che si affanna ogni giorno a mettere in piedi e/o promuove eventi insignificanti e raccattare pure persone che a quelle penose esibizioni devono assistere! C'è l'arte in scena, signori! non si può mancare!
Ora si sarà anche capito perché questi eventi d'arte sono così numerosi e frequenti e al tempo stesso così vuoti: si fa un evento su qualcosa che non esiste più, il che è semplicissimo perché si fa un evento sul nulla. Il guaio nasce solo nel momento in cui qualcuno si aspetta qualcosa!
Questo d'altra parte è uno dei prezzi da pagare al web. Dobbiamo sopportare l'arteventite diffusa perché pochi secondi dopo possiamo scoprire l'idea illuminante del signor x o guardare il video brillante del signor y. Tutto sommato, magari proprio questo articolo potrà servire a chi dell'arteventite non ne può più e non vede l'ora di sbarazzarsi rapidamente dell'ammasso di inviti che riceve. Per constrastarla lascio a questi malcapitati un solo consiglio: vedete chi promuove e organizza l'evento, e regolatevi di conseguenza. Perché in linea di massima in questi casi vale la regola: più le teste sono vuote, più promuovono eventi per riempire quel vuoto. 

Sintesi (ad uso dei cervelli prospettici): l'arteventite è una strategia auto-promozionale messa in moto dalla democratizzazione dei media e dal recupero (a livello puramente lessicale) dell'"arte" dopo la sua morte.

Antonio Saccoccio

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