LIBERI DALLA FORMA

IL PRIMO BLOG NET-FUTURISTA

domenica, aprile 30, 2006

Revisionismo

“Non si può imporre alcun limite alla ricerca scientifica"
Ernst Nolte
"Tutta la storia onesta è revisionistica"
Piero Melograni
La storia è da sempre continuamente rivista e aggiornata alla luce di nuove testimonianze e nuove documentazioni. Ma dal secondo dopoguerra ciò non è più stato reso possibile per volontà di una parte politica, che pretende di aver scritto la storia una volta per tutte.
Dobbiamo rivendicare la possibilità di contestare qualsiasi verità ufficiale, portando prove e documenti a sostegno delle nuove tesi.
Il revisionismo è un dovere morale e una necessità scientifica.
Antonio S.

venerdì, aprile 28, 2006

Henri Bergson: l'evoluzione della vita


L'evoluzione creatrice (1907) è certamente l'opera più nota di Henri Bergson (1859-1941).
Nel primo capitolo, intitolato "L'evoluzione della vita. Meccanismo e finalità", Bergson conduce una critica al meccanicismo e al finalismo, dimostrando che entrambe le impostazioni sono incapaci di spiegare l'essenza della vita.
Voglio qui riportarvi qualche passo con cui inizia proprio questo primo capitolo de L'evoluzione creatrice. Tutto il discorso è basato sull'opposizione tra la stasi e il cambiamento. E quindi ecco da una parte termini quali "statico", "persistere", "ripetere", e dall'altra "cambiamento", "modificarsi", "passaggio", "trasformazione", "fluire". Per Bergson l'essenza della vita è un cambiamento continuo, anzi una "creazione".
Ecco i passi tratti dalle prime pagine del primo capitolo de L'evoluzione creatrice.
"Un leggero sforzo di attenzione potrebbe tuttavia rivelarmi che ogni affezione, rappresentazione, volizione continua a modificarsi in ogni istante; se uno stato d'animo cessasse di variare, la sua durata cesserebbe di scorrere. Consideriamo il più stabile degli stati interiori, la percezione visiva di un oggetto esterno immobile. Per quanto l'oggetto rimanga lo stesso, e per quanto io lo guardi sempre dallo stesso lato, sotto il medesimo angolo visuale, alla stessa luce, la visione che ne ho differisce tuttavia da quella di un attimo pria; quanto meno perchè è invecchiata di un istante. La mia memoria prolunga qualcosa di quel passato in questo presente. Il mio stato d'animo, procedendo sulla via del tempo, si riempie in continuazione della durata che in esso si raccoglie; cresce, per così dire, su se stesso come una palla di neve. A maggior ragione ciò si verifica per gli stati più profondi e intimi, sensazioni, affezioni, desideri ecc., che non corrispondono, come una semplice percezione visiva, a un oggetto esterno variabile. Ma per comodità tendiamo a non prestare attenzione a questo ininterrotto cambiamento, se non quando diventa rilevante al punto di imprimere al corpo un nuovo atteggiamento, una direzione nuova all'attenzione. In quel preciso istante avvertiamo un cambiamento di stato. Ma in verità si cambia continuamente, e lo stato stesso è, di per sè, già cambiamento.
Questo significa che non c'è una differenza essenziale tra il passare da uno stato a un altro e il persistere nel medesimo stato."
[...]
"L'apparente discontinuità della vita psicologica deriva dunque dal fatto che la nostra attenzione la coglie attraverso una serie di atti discontinui: dove non c'è che un dolce pendio noi crediamo di scorgere, seguendo la linea spezzata dei nostri atti di attenzione, i gradini di una scala."
[...]
"La nostra personalità, che si costruisce in ogni istante con l'accumularsi dell'esperienza, si trasforma continuamente. E trasformandosi impedisce che uno stato, fosse anche identico in superficie, possa mai ripetersi in profondità. Per questo la nostra durata è irreversibile. Non potremmo riviverne neppure un frammento perchè, per farlo, bisognerebbe incominciare cancellando il ricordo di tutto ciò che è accaduto dopo. A rigore, potremmo escludere questo ricordo dalla nostra intelligenza, ma non dalla nostra volontà."
[...]
"Lo stesso vale per i momenti della nostra vita, di cui siamo artefici. Ognuno di essi è una specie di creazione. E così come il talento del pittore si forma o si deforma - e comunque si modifica sotto l'influsso delle opere che produce -, allo stesso modo ciascuno dei nostri stati, nel momento stesso in cui si verifica in noi, modifica la nostra persona, in quanto è la nuova forma che abbiamo appena assunto. Si ha dunque ragione di dire che ciò che facciamo dipende da ciò che siamo; ma bisogna aggiungere che, in una certa misura, siamo ciò che facciamo e ci creiamo in continuazione. D'altronde, la creazione di sè per mezzo di sè risulta ancora più completa se si ragiona meglio su ciò che si fa"
[...]
"E abbiamo constatato che, per un essere cosciente, esistere significa cambiare, cambiare significa maturarsi, maturarsi significa creare indefinitamente se stessi."
Antonio S.

martedì, aprile 25, 2006

Apre domani Razblog.org


Parte domani, mercoledì 26 aprile, Razblog.org, il portale dei bloggers.
La blogosfera sarà l'unica vera protagonista di tutti i temi e gli argomenti affrontati.
Con aggiornamenti continui e iniziative altamente innovative.
Se non l'avete ancora fatto, correte ad iscrivervi!
Da domani tutti i blog saranno più importanti.
Razblog.org, il portale dei bloggers del futuro.
Antonio S.

giovedì, aprile 20, 2006

Ecco l'animo del vero Futurista

«Purosangue romagnolo, era vulcanico, esplosivo e al tempo stesso incapace di rancore, di nutrire risentimento per chicchessia, qualunque cosa gli avesse fatto»
Questa è l'emblematico ritratto che Aldo Palazzeschi fece di Umberto Boccioni, grande artista futurista.
Due aspetti del carattere di Boccioni emergono:
1. il carattere vibrante, impetuoso, esplosivo;
2. la mancanza di sentimenti mediocri e inutili, quali il risentimento e il rancore.
Io credo che questo sia lo spirito di tutti i grandi uomini. Una grande vitalità interiore, che ha sempre la meglio sulle mediocri emozioni. Capacità di concentrarsi verso i propri obiettivi, senza lasciarsi mai deviare da pur grandi ostacoli.
Antonio Saccoccio

giovedì, aprile 13, 2006

Manifesto del Blog Neo-Futurista

I blog sono nati per dare libera espressione a chi aveva da dire qualcosa al mondo, ma non aveva la possibilità per farlo. Ci sono blog penosi che raccontano di esistenze penose; ci sono blog mediocri che non contengono né notizie, né idee; ci sono blog interessanti in cui si possono trovare notizie credibili e precise; e ci sono infine i blog importanti, quelli che presentano nuove idee, nuovi pensieri, che sviluppano una critica al sistema per rinnovarlo.Ebbene, il vertice di quest’ultimo gruppo di blog è rappresentato dal BLOG NEOFUTURISTA.
Il blogger Neo-Futurista è subito riconoscibile. Unico è il suo modo di postare, come unico è questo Manifesto, che si prende gioco dei tanti manifestini del buon blogger che compaiono quotidianamente nella blogosfera. Per questo propongo da oggi la diffusione del

MANIFESTO DEL BLOG NEO-FUTURISTA

1. Il blogger Neo-Futurista ha una missione da compiere. Con il suo blog vuole demolire la mentalità passatista e l’immobilismo proposto dai tradizionali mezzi di comunicazione di massa.
2. Attualmente i blog ripropongono, o al massimo elaborano, le idee che arrivano dal mondo esterno. Il blogger Neo-Futurista vuole rovesciare questa dinamica. Saremo noi dai nostri blog a lanciare le idee per portare ovunque la Rivoluzione Neo-Futurista.
3. Non avremo nessun condizionamento, nessun timore, nessuna sudditanza nei confronti di chiunque. Il coraggio sarà la nostra parola d’ordine.
4. Noi non portiamo avanti le idee di nessuno, se non le nostre. Noi siamo liberi da tutti e servi di nessuno. Non apparteniamo a nessuna fazione, a nessun gruppo, a nessun partito, se non il NOSTRO!
5. Il blogger Neo-futurista scrive un post solo se ha davvero qualcosa da dire, non riempie il proprio blog di post inutili. Ogni post dovrà essere un’illuminazione, un lampo, una fonte di luce per il lettore.
6. Non offenderemo, non insulteremo, non saremo volgari, non lanceremo campagne d’odio. Questi sono tutti elementi della cultura passatista e di un giornalismo volgare e becero che si propone di diffondere odi e contrapposizioni per aumentare il proprio pubblico. Ma noi qui non abbiamo nulla da vendere, e non vogliamo lettori mediocri.
7. La nostra arma sarà invece l’indignazione. Con fierezza lanceremo i nostri strali Neo-Futuristi contro tutto ciò che merita il nostro sdegno. Saremo duri, decisi, sferzanti e temerari.
8. Il blogger Neo-futurista contrasta e contrasterà sempre e in tutti i modi i troll e i fake, espressione del lato più meschino del web. Per questo stesso motivo non tolleriamo il flame. Poca tolleranza anche per l'off-topic.
9. Con questo Manifesto noi sanciamo la morte del blog passatista, inutile specchio dell’immobilismo culturale italiano.

Antonio Saccoccio

sabato, aprile 08, 2006

Uomini, impegni e tempo

Ormai ci sembra di non riuscire a trovare più il tempo per noi stessi, per far quello che più a noi piace. Gli impegni ci sommergono. Molti di noi sono talmente presi dagli impegni, che non hanno tempo per nesssuna altra cosa. Soffriamo per questo. Stiamo male. Anche se non tutti ne sono consapevoli. Ma la cosa più interessante è che siamo noi a cercare quegli impegni che poi ci fanno star male.
Perchè tutto questo? Il motivo è semplice. Perchè essere impegnati e aver tante cose da fare per molti significa essere realizzati. E quindi ci fa sentire bene. Ma solo apparentemente. I saggi sanno che in fondo non c'è individuo che possa essere felice vivendo oppresso dal lavoro e soffocato dagli impegni. E a proposito di saggi e di saggezza, leggete questo breve passo di Seneca, in cui l'autore si scusa per aver tardato a rispondere alla lettera dell'amico Lucilio. Noterete non solo la sua onestà ma anche la consueta conoscenza dell'animo umano.
"Rispondo con un certo ritardo alle tue lettere, non perché sia preso dagli impegni. Guàrdati bene dal credere a una simile scusa: il tempo ce l'ho e ce l'hanno tutti, basta volerlo. Gli impegni non inseguono nessuno: sono gli uomini ad abbracciarli e a ritenerli un segno di felicità."
Seneca, Epistulae ad Lucilium 106
Cerchiamo quindi di capire che avere una vita in cui dobbiamo correre da una parte all'altra perchè abbiamo molti impegni equivale ad un rincorrere all'infinito la felicità senza mai arrivare a goderne. Forse sarebbe meglio avere sempre tempo per scrivere una lettera ad un amico. Forse allora la felicità non sarebbe così irraggiungibile.
Antonio S.

domenica, aprile 02, 2006

Berlusconiani, antiberlusconiani… e anti-antiberlusconiani

Le tre categorie in cui si è divisa la società italiana negli ultimi dodici anni

Forse fra pochi giorni si chiuderà un’era. Chissà. Se la Casa delle Libertà verrà sconfitta, forse Silvio Berlusconi si allontanerà dalla scena politica italiana.
Non si sa ancora. Ma potrebbe essere questa la novità: uno scenario politico senza Berlusconi.
Mi domando allora cosa ne sarà di tutte queste discussioni che da dodici anni animano i giornali, i bar, i ristoranti, la televisione, gli autobus, i treni, le scuole e le università.
Mi chiedo quanti giornali in meno si venderanno se Berlusconi deciderà di abbandonare la politica.
Sì, perché Silvio Berlusconi, comunque lo si voglia giudicare, sta segnando e segnerà comunque un’epoca.
Mai in Italia un personaggio pubblico era stato tanto discusso.
Mai in Italia si era creata una divisione così netta come quella che c’è ora tra chi è pro e chi è contro di lui.
Perché non c’è stata scelta in questi anni. O si era pro o si era contro. O si era berlusconiani o antiberlusconiani.
Io, sia idealmente che istintivamente, sono stato sempre a favore di Silvio Berlusconi.
Ma c’è stato sempre qualcosa che non mi tornava nella dicotomia berlusconiani vs antiberlusconiani.
Certo, perché io ho sempre difeso Berlusconi, ma non mi sono mai sentito berlusconiano.
Berlusconiano significa condividere il modello di vita di Berlusconi.
Ebbene, Berlusconi ha condotto e conduce una vita che io mai avrei voluto e vorrei condurre. Tutto vorrei nella mia vita meno che dovermi preoccupare ogni giorno delle mie aziende. E non vorrei mai andare a dormire con quel tipo di preoccupazioni che ha avuto Berlusconi. Così come non mi sottoporrei mai né ad un trapianto di capelli, né ad un lifting.
Quindi, sicuramente non sono un berlusconiano.
Eppure ho sempre difeso Berlusconi.
Sì, perché di fronte alla cultura anti-berlusconiana non ho mai saputo restare impassibile. Proprio istintivamente non tollero chi si scaglia con furia contro gli altri. Non tollero chi vuole il male degli altri. Ritengo davvero questo l’unico vero peccato mortale. Volere il male degli altri, odiare.
Ho visto in questi dodici anni cose che non avrei mai voluto vedere. Nella nostra vita abbiamo fatto tutti l’esperienza di sentirci odiati. Eppure io un tale odio non l’avevo mai visto prima. A Silvio Berlusconi è stato detto di tutto. Solo qui sul web ogni giorno si legge di persone che arrivano ad augurarsi addirittura la morte del nostro Presidente del Consiglio. Basta leggere qualche blog, partecipare ad un forum, entrare in una chat. E ci troviamo di fronte un’orda di barbari, pronti a scagliarsi contro Berlusconi animati da un rancore e un odio sconvolgente.
E allora è qui che l’istinto (e poi il pensiero) mi dice da che parte stare. Non prima. Finchè Berlusconi non viene aggredito in questo modo barbaro, Berlusconi è per me uno come gli altri. Anzi, rappresenterebbe una persona con uno stile di vita per molti versi opposto al mio. Ma quando ascolto e percepisco quanto odio c’è dall’altra parte, allora non posso non difenderlo. È umanamente che lo difendo.
E allora è chiaro che, non essendo anti-berlusconiano, non sono neppure un berlusconiano. Sono un anti-antiberlusconiano: ecco chi sono!
La mia priorità non è il successo di Berlusconi, ma che tramonti la cultura risentita dell’antiberlusconismo.
Berlusconi non sarà l’alfiere della cultura dell’amore, ma dall’altra parte c’è di sicuro la cultura dell’odio.
E allora sia chiaro una volta per tutte. E mi rivolgo a voi antiberlusconiani. Io difendo Berlusconi dal vostro risentimento. Come ho sempre difeso e difenderò sempre chiunque è stato e sarà oggetto di odio.
C’è questa terza categoria, che nessuno ha mai calcolato. Gli Anti-antiberlusconiani sono tanti. La stampa e la televisione, che amano le semplificazioni, li hanno sempre ignorati. Hanno pensato sempre a due sole categorie. Mentre di categorie ce ne sono almeno tre. L’Italia è piena di gente che, pure non essendo berlusconiana, non sopporta l’antiberlusconismo. Così come c’è molta gente che non sopporta l’anti-americanismo, pur non amando la cultura americana.
Per me Berlusconi può sbagliare o può far bene, come chiunque altro. E posso anche pensare che Prodi sia più bravo di lui (me lo auguro per il bene del nostro paese). Ma mai tollererò che il dibattito politico generi una caccia all’uomo come quella che abbiamo visto in questi ultimi dodici anni.
Io qui mi dichiaro anti-antiberlusconiano. I berlusconiani mi sono indifferenti. Gli antiberlusconiani saranno i miei avversari.

Antonio Saccoccio