LIBERI DALLA FORMA

IL PRIMO BLOG NET-FUTURISTA

giovedì, ottobre 12, 2006

Manifesto politico Neofuturista

N.B. questo Manifesto non ha attualmente alcun valore, se non in una prospettiva di ricostruzione storica del movimento neofuturista, dal giugno 2007 evolutosi in avanguardia net.futurista.
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Manifesto politico Neofuturista

È ormai passato più di un anno dal Primo Manifesto del NeoFuturismo e del Neo-Umanesimo. Il NeoFuturismo comincia ad essere una realtà capace di dare nuova linfa alla spento panorama culturale italiano. Sento ormai maturi i tempi per la pubblicazione del Manifesto politico Neofuturista, perché siano chiari a tutti quali sono i principi ispiratori del Movimento, anche sul piano politico. Non si tratta ancora di un programma, ma di linee programmatiche, di idee cardine sulle quali costruire successivamente un programma dettagliato. Noi riprendiamo dai futuristi, nostri predecessori, il coraggio e la forza dirompente con cui proponiamo queste nostre idee.

  1. Il dibattito politico attuale è dominato dalla dittatura del “politicamente corretto”. Dietro queste due parole si cela il tentativo, da parte di chi detiene il potere culturale, di far tacere qualunque opinione innovativa e in grado di far crollare l’attuale sistema. È un modo silenzioso e infido di creare un consenso generale su moltissimi temi fondamentali. È un modo per non cambiare mai e per impedire la nascita e lo sviluppo di idee nuove. Proprio quelle idee nuove che noi vogliamo proporre. Ed è per questo motivo che i Neofuturisti vogliono scardinare e abbattere l'odiosa dittatura del “politicamente corretto”. Noi avremo sempre il coraggio di esprimere le nostre opinioni, senza temere la censura da parte dei detentori del verbo “politicamente corretto”. Cercheranno di tagliarci le gambe in tutti i modi, è evidente, ma noi non cederemo di un passo e andremo avanti per la nostra strada, sicuri della necessità del rinnovamento di cui ci siamo fieri propugnatori.
  2. La politica attuale non ha riferimenti ideali. Spesso ci troviamo di fronte ad un’accozzaglia di leggi e leggine che non si inseriscono in un piano coerente. Noi Neofuturisti intendiamo la “politica” come “l’arte di governare la città”. E una città, uno Stato possono essere bene amministrati solo se dietro le singole decisioni ci sono delle idee-guida che indirizzano tutta l’azione di governo. Prima vengono le idee, poi la loro applicazione pratica. Una politica che non abbia idee forti alle spalle è una politica destinata al fallimento. Come vediamo tutti i giorni.
  3. Noi vogliamo porre fine al parassitismo. Migliaia di cittadini italiani continuano a fare i furbi. Per lo più imboscati nella pubblica amministrazione (ma non solo), continuano ad incamerare lo stipendio mensile, pur passando intere giornate presi in occupazioni che nulla hanno a che fare con la mansione per cui sono stati assunti e vengono pagati. Se per svolgere un compito bastano due impiegati, non se ne assuma un terzo e magari un quarto, perché questo è il primo modo per incentivare il parassitismo. Questo parassitismo è un vecchio cancro italiano, con cui tutti dobbiamo fare i conti. È una nostra abitudine quella di provare sempre a lavorare meno di quanto dovremmo. Questa sciatteria indegna, questa furbizia nauseante ha condotto il nostro paese ad accumulare un debito pubblico che tutti conosciamo. Se bastano due impiegati laddove ce ne sono quattro, si prendano due di questi impiegati e li si utilizzino in un altro settore che è a corto di personale.
  4. Strettamente legato al parassitismo c’è il fenomeno del clientelismo. Politici indegni di questo nome hanno creato nel corso di decenni un sistema clientelare abnorme. Migliaia di cittadini sono stati “imbucati” in sicurissimi posti di lavoro da politicanti da strapazzo che in cambio hanno usufruito del loro voto elettorale. Tutto questo ha creato disfunzioni enormi all’interno della pubblica amministrazione. Gente messa ad occuparsi di un settore di cui non era per nulla competente ha provocato il malfunzionamento della cosa pubblica di cui tutti ogni giorno ci lamentiamo. Il clientelismo non solo ha generato il fiorire di una classe impiegatizia incompetente, ma è alla base anche di un’eccedenza di impiegati in alcuni settori specifici.
  5. Condanniamo allo stesso modo il nepotismo, pratica che in alcuni ambienti (università) ha ampiamento superato qualsiasi livello di decenza. Anche il nepotismo genera disservizio, perché, come il clientelismo, permette ad alcuni cittadini di occuparsi di compiti di cui non hanno le necessarie competenze professionali.
  6. Messi da parte parassitismo, clientelismo e nepotismo, l’unica via da perseguire rimane quella che chiamo “meritocrazia illuminata”. Ognuno dovrà trovare occupazione adeguata alle proprie capacità, ognuno sarà retribuito per quanto realmente produce. Tutto questo in un clima di moralizzazione dell’ambiente lavorativo, in cui non dovranno in alcun modo essere tollerate le bassezze frutto dell’arrivismo e del “rampantismo” oggi tanto di moda.
  7. Lotteremo con forza anche contro il vandalismo. Sanzioni pesanti per chiunque sia colto nell’atto di danneggiare una struttura pubblica o privata. È ora di finirla e di essere finalmente seri su questo punto. Danni all’interno di scuole, caserme, stazioni, ospedali non saranno più tollerati. Non ci saranno più persone che lavorano per ricostruire quello che i vandali distruggono.
  8. Contrasteremo fino in fondo la deriva economicistica della società odierna. E siamo quindi contro l’utilitarismo. Non possiamo lasciare che l’economia e la finanza decidano le nostre sorti. Ci sono cose ben più importanti degli equilibri finanziari. Prima di tutto il nostro equilibrio psichico: come uomini non possiamo piegarci a queste logiche economicistiche e utilitaristiche senza soffrirne, più o meno consapevolmente. Quindi, combatteremo affinchè le decisioni più importanti vengano prese non seguendo necessità economiche e finanziarie ma motivazioni più generalmente e globalmente culturali e umane.
  9. Altra condanna per il consumismo miope e gretto di cui tutti siamo, più o meno, vittime. Questo tema dovrà essere affrontato con la massima attenzione dai politici. Dando per scontato che allo stato attuale delle cose non è possibile a mio modo di vedere ritornare a forme di economia primitiva, si dovrà provvedere a correggere l’andamento del mercato con opportuni correttivi. Ora, è questa la novità, le correzioni non saranno imposte dallo Stato. Le correzioni saranno il frutto del “consumo intelligente”. Il cittadino stesso sarà l’autore di questa svolta straordinaria. Il NeoFuturismo invita da ora tutti i cittadini ad esaminare attentamente ogni prodotto da acquistare. Il consumismo attuale è deprimente perché noi consumatori ci lasciamo giornalmente manipolare. Ma se ogni nostro acquisto sarà frutto di un’azione ponderata, da oggi in poi saremo noi i veri protagonisti del mercato. Si invitano già da ora tutti i cittadini a non acquistare prodotti scadenti a prezzi elevati. Ogni volta che acquistiamo merce scadente o con un rapporto qualità/prezzo sconveniente, noi non facciamo altro che regalare guadagni a chi non se lo merita. È esattamente lo stesso discorso del parassitismo: andiamo a premiare chi lavora poco e male. Forse ancora troppo pochi hanno chiaro questo aspetto decisivo per un corretto funzionamento del mercato. Siamo noi a regalare guadagni stratosferici ad artigiani incapaci, a medici incompetenti, ad mprenditori senza scrupoli, a pseudo-artisti, a calciatori anti-sportivi. Siamo noi i responsabili di tutto ciò. Con i nostri acquisti quotidiani. In Italia c’è ricchezza. Manca la distribuzione di questa ricchezza secondo i reali meriti. Coloro che accumulano ricchezze sono spesso gente senza scrupoli appartenenti a ben precise lobby di professionisti.
  10. Siamo per la fratellanza tra tutti gli uomini, ma siamo contrari all’omologazione culturale e all’eccessivo centralismo statale. Siamo cittadini del mondo perché crediamo che tutti gli uomini condividano la stessa avventura su questo mondo. Ma siamo in particolare italiani e quindi veneti, liguri, toscani, laziali, pugliesi. L’abbattimento forzato e rapidissimo delle differenze culturali sta producendo un collasso culturale generalizzato. La perdità della propria identità è infatti sempre un motivo di crisi. Lo è per l’individuo, lo è ugualmente per una comunità e per un popolo. Per conoscere l’altro, bisogna conoscere prima di tutto se stessi. Per questo motivo sono da appoggiare programmi per le autonomie locali e per la difesa delle peculiarità culturali, linguistiche, artistiche delle diverse realtà nazionali. Moderare il centralismo statale, ma anche difendersi dalla gbobalizzazione culturale. In questo contesto bisognerà anche difendere la lingua italiana dall’attacco delle lingue straniere, specialmente quella inglese.
  11. I Neofuturisti vogliono migliorare la qualità della vita. Pensiamo che la ricchezza prodotta attualmente non corrisponda ad un effettivo benessere. Per questo siamo contrari alla tecnocrazia. Le innovazioni tecnologiche e il progresso in ogni campo andrà accettato solo se realmente migliorerà la nostra vita. E per miglioramento non si intende solo un miglioramento delle condizioni materiali, ma anche e soprattutto spirituali.
  12. La vita lavorativa del cittadino andrà rimodulata completamente. È impensabile avere giovani di 30 anni ancora improduttivi perché fuori dal mercato del lavoro. Sono nel pieno delle loro energie fisiche e mentali e uno Stato che voglia funzionare deve impiegare le migliori energie. È altresì insensato lasciare persone di 70 anni ancora in attività. Andrebbe quindi modificato il sistema di ingresso e uscita dal mercato del lavoro rendendo il sistema più flessibile. La proposta è quella di un’uscita graduale con una progressiva riduzione oraria fino al pensionamento. Dai 50 anni in poi il lavoratore potrebbe essere impiegato per un numero decrescente di ore, permettendo nello stesso tempo il graduale assorbimento dei giovani nell’orario lasciato libero. In questo modo sarebbe anche meno traumatico, a livello sia fisico che psichico, l’ingresso e soprattutto l’uscita dal mondo del lavoro.
  13. Per quanto riguarda i pensionamenti, dovrà essere previsto anche qui un sistema maggiormente flessibile. Il principio è che si godrà di una pensione in linea con i contributi versati. Proponiamo una liberalizzazione dell’età pensionabile: ognuno potrà andare in pensione all’età che riterrà opportuno, fermo restando una pensione in linea con i contributi versati durante gli anni in cui era in servizio. In pratica, se un lavoratore vorrà andare in pensione a 40 anni potrà farlo, ma ci andrà con la pensione fino a quel punto maturata. Questa è la vera libertà. Ribelliamoci alla mistica del lavoro.
  14. Un altro punto fondamentale per il futuro sarà una seria politica di contenimento demografico. Su questo pianeta siamo già decisamente troppi. Ogni giorno dobbiamo misurarci con le difficoltà causate da questa sovrappopolazione: traffico, inquinamento, mancanza di spazi, stress. Quindi in ogni modo andrà perseguito l’intento di un graduale decremento demografico. Un decremento che d’altra parte è già in atto nei paesi più sviluppati (tra cui anche il nostro) che hanno già portato a termine il ciclo della transizione demografica. Se un popolo naturalmente entra in una fase di decremento demografico è controproducente forzare la situazione favorendo lo sviluppo di flussi migratori o incentivando le nascite con sussidi statali. Forzare l’equilibrio demografico è semplicemente un suicidio.
  15. Per questo stesso motivo siamo per una politica che favorisca il decentramento urbano, già peraltro in atto in molti casi. Realtà come quelle di Napoli e Roma rappresentano perfettamente la pochezza dei nostri urbanisti. Luoghi invivibili, in cui caos, smog, stress e alienazione sono gli unici cittadini a pieno titolo. Fiumi di persone vittime della massificazione contemporanea. Sono necessari piani di sviluppo per decongestionare le città e trasferire parte della popolazione in aree con una densità abitativa minore.
  16. I Neofuturisti si battono anche affinchè i giovani non vengano più umiliati e schiavizzati dalla generazione che li ha preceduti. Andranno studiati dei metodi per ridimensionare il valore dell’anzianità in ambito lavorativo. Capita sempre più frequentemente che giovani disoccupati siano più preparati (e soprattutto aggiornati) rispetto a chi solo per questioni anagrafiche ha un ottimo posto di lavoro. Tutto questo non è più accettabile. E non soltanto per ragioni produttive (è infatti assurdo lasciare fuori i migliori), ma soprattutto per una questione di giustizia! Per lo stesso motivo, pur apprezzando la saggezza che spesso è caratteristica dell’età senile, non siamo più disposti a vedere incarichi prestigiosi affidati a persone che hanno ormai perso la vitalità e la lucidità mentale. Rispetto quindi per gli anziani, ma poniamo fine alla gerontocrazia.
  17. Si riconosce il diritto all’autodeterminazione dei popoli. Ma in caso di gravi e definite violazioni dei diritti umani sarà un dovere morale intervenire, se ci fosse bisogno anche con la forza.
  18. Ovviamente un ruolo fondamentale spetterà all’educazione del cittadino. I mezzi di comunicazione di massa (radio e televisione) e la scuola sono le principali agenzie formative. Ora, poiché al privato non si può imporre nulla, l’azione educativa spetterà in primis ai soggetti pubblici. I canali radio-televisivi statali e la scuola dovranno in futuro avere un ruolo educativo assai maggiore di quanto ne abbiano oggi. Qualsiasi comportamento moralmente negativo e distruttivo andrà evitato in queste sedi. Per risanare la società abbiamo bisogno di modelli forti e non malati dello stesso morbo che vogliamo guarire ed estirpare. Quindi dovranno essere allontanati dalla televisione pubblica personaggi deprimenti e dannosi. In palinsesto non ci dovrà essere traccia di trasmissioni diseducative. Spazio invece ai professionisti seri che potranno usare gli spazi televisivi per informare, educare, criticare, ideare, creare. Allo stesso modo e a maggior ragione siano allontanati dalla scuola professori incapaci di educare e formare uomini degni di questo nome.

Con questo Manifesto si gettano le basi per l’azione politica Neofuturista. Altri punti verranno in seguito meglio precisati.
Alcuni ci diranno che siamo di destra. Altri ci diranno che siamo di sinistra. Altri ancora che vogliamo essere la terza via alternativa. A noi costoro fanno semplicemente ridere. Passatisti di ogni specie, la destra e la sinistra sono morte! E noi non possiamo quindi essere l’alternativa a chi è già morto. Noi rappresentiamo l’unica soluzione sana per il futuro del nostro paese.

Antonio Saccoccio

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19 Comments:

At 14 ottobre, 2006 10:45, Anonymous Anonimo said...

sottoscrivo parola per parola.
* * * * * * * *
ma per molti punti occorrono le bombe N. dove le troviamo?
:DD
Antonio, è un lavoro magnifico.
ma guardati dagli amici iscarioti.....ho paura che ti appendano ad una croce..........

ciao, e grazie

 
At 14 ottobre, 2006 14:41, Blogger Antonio Saccoccio said...

Stealth,
ti ringrazio molto del tuo commento, anche perchè so bene che avrai impiegato non meno di 15 minuti per leggere il Manifesto.
Sono molto contento che tu sia sulla nostra stessa lunghezza d'onda.
Se davvero condividi il Manifesto e se vuoi essere utile (come mi hai scritto nell'altro commento), puoi unirti al nostro gruppo dei Neofuturisti italiani. Stiamo cercando proprio persone che si uniscano al progetto. Lentamente ci stiamo espandendo in tutta Italia. Non siamo tanti, ma buoni.
L'unico problema è che non so come contattarti. La prossima volta lascia un link, altrimenti è davvero difficile entrare in contatto.
Oppure scrivimi all'indirizzo antonio@radioalzozero.net

ciao e a presto!

 
At 14 ottobre, 2006 16:31, Anonymous Anonimo said...

Stealth ti invito a unirti al gruppo anche solo per dire la tua attraverso i commenti.

 
At 14 ottobre, 2006 18:15, Anonymous Anonimo said...

Per quanto riguarda il manifesto, commento qua visto che su splinder ci sono lavori in corso.
Dal punto 1 al ll'8 accordo totale.
Poi al 9 sarei d'accordo basta vedere cosa intenti tu per "progresso realmente utile".
i Punti 10 e 11 mi sembrano i più controversi, è vero che uno sarebbe libero di decidere quando andare in pensione ma se ci va a 40 anni poi come campa? Con baby pensioni?
Non è così che il sistema pensionistico italiano è giunto alla crisi attuale?
Sul contenimento demografico passerei oltre. L'Italia ha bisogno del contrario, del contenimento...di immigrati per non essere soppiantati da questi ultimi
Certo non si può mettere becco nelle decisioni estere visto che già noi abbiamo fin troppi problemi.
Punto 15:
"in caso di gravi e definite violazioni dei diritti umani sarà un dovere morale intervenire, se ci fosse bisogno anche con la forza".
Bisogna vedere quali tu ritieni tali, io ad esempio in Libano non sareri andato.
Ti ricordi il punto del mio manifesto?
Ognuno si lavi i propri panni sporchi...
Interverrei in Sudan semmai.
Per il resto tutto ok.
Guarda il mio manifesto e vedi se non è complementare al tuo, a parte il passaggio sugli interventi armati

 
At 14 ottobre, 2006 18:43, Blogger Antonio Saccoccio said...

Innanzitutto, questo commento e quello di Andrea saranno trasferiti sul multiblog Neofuturistiitaliani appena splinder ci permetterà l'accesso.


Allora Andrea, per prima cosa ti dico che va bene così. Nel senso che i punti più controversi sono quelli più tecnici e quindi per me meno importanti. Allora, vediamo punto per punto.

punto 9.
La tecnocrazia è il predominio dei tecnici nella vita di un paese. Noi vogliamo questo? Penso di no. Noi vogliamo che la parola spetti prima di tutto agli uomini di larghe vedute: uomini di cultura, letterati, filosofi, artisti, umanisti in senso lato. Sono questi che devono guidare il paese, non i tecnici. I tecnici eseguono, non comandano. E poi, nello specifico, le innovazioni scientifiche non vanno prese sempre per buone. Pensa solo ai mostri che stanno partorendo la clonazione e la chirurgia estetica.

Punto 10 e 11.
Mi spiego. Se uno, ad esempio, decide di andare in pensione a 40 o 50 anni con 500 euro di pensione, saprà come vivere no? O pensiamo che non siamo capaci di farci quattro conti in tasca? Magari sa che può integrare con qualche altro lavoretto, oppure ha una rendita, oppure ha della terra da coltivare. Insomma, liberiamo gli uomini dal lavoro. Senza nessuna spesa aggiuntiva per lo Stato. Se uno non ha più voglia di lavorare o non ne ha più le forze, è meglio che si ritiri. Sarebbe un altro parassita in più.
Baby pensioni? Per carità. Sarebbero mini-pensioni, magari a tempo determinato. Insomma, senza scendere nei dettagli tecnici, si studierebbe un modo equilibrato.

punto 13.
Questo è il più controverso per tutti, a quanto vedo.
Innanzitutto anche tu non mi hai capito. Rileggi bene, c'è scritto che sono contrario all'immigrazione. Fortemente contrario ai flussi migratori.
L'unica differenza tra me e voi mi sembra che sia sul fatto che voi ritenete un bene e un rafforzamento del paese il fatto che si abbiano alti tassi di natalità. Io invece vi dico che se la gente decide di non figliare, ha i suoi buoni motivi. E che anch'io mi auguro una ripresa della natalità "nostrana", ma questa non potrà esserci finchè ci saranno queste condizioni socio-economiche. In pratica, prima ci vuole una maggior ricchezza, poi la natalità riprenderà a viaggiare. Per ora è giusto seguire l'istinto e il buon senso della gente, che giustamente ritiene i figli un peso insostenibile da mantenere. Più chiaro ora? Non voglio che tutti la pensiate come me (questo punto nel futuro Manifesto comune potrà essere eliminato), volevo solo spiegare meglio le mie ragioni.

punto 15.
Andrea, è chiaro che ogni caso è diverso dall'altro. In un Manifesto non posso prevedere i singoli casi, sarei uno stregone! ;-) L'importante è prevedere questa possibilità di intervento, altrimenti è assai limitante dire "me ne lavo sempre le mani". Non è proprio da eroi, diciamo così. ;-)

Comunque sono molto soddisfatto dei vostri commenti.
La base comune c'è. E quanto prima potremo stendere un Manifesto comune. Ora aspettiamo gli altri commenti (sempre che ce ne siano...).
Chiaramente pensate anche ad integrazioni possibili. Ad esempio qualcosa che riguardi la posizione che abbiamo nei confronti della Chiesa andrà inserita. Ci sto pensando. Ma vi assicuro che un Manifesto politico più o meno completo è davvero faticoso da compilare.

Ad futurum!

 
At 15 ottobre, 2006 23:27, Blogger Antonio Saccoccio said...

bisquì,
te la sei scampata dal leggere il manifesto eh?
La prossima volta sarai obbligato alla lettura e al commento! ;->
Ho aggiornato il link.
a presto!

 
At 21 ottobre, 2006 19:33, Anonymous Anonimo said...

OT: Anto, quando hai un secondo aggiorna il mio link: parolibero.com =)

 
At 21 ottobre, 2006 19:51, Blogger Antonio Saccoccio said...

Avverto tutti (!) i miei lettori che il Manifesto è stato aggiornato in data odierna.
E' stato inserito ex novo il punto 1 e il punto 4 è stato semplicemente diviso in due punti differenti.

Giggi, ho aggiornato il link. Perdona il ritardo! :-)
CIAO!

 
At 29 novembre, 2006 00:10, Anonymous Anonimo said...

Tonì,
ho letto il manifesto politico del neofuturismo, sono con te, ma fino ad un certo punto, va bene lo slancio giovanile, l'irruenza, la forza; si sa, amiamo l'aria, la luce, il movimento etc etc però, parliamoci chiaro: a noi preti e politici... .... .... ... ... (a noi piacciono le parentesi, ma quei puntini sospensivi li, quei puntini li, superano tutti i tentativi falliti di rinnovamento del linguaggio).
Io te l'avevo detto che abbiamo solo il nonno in comune.
Voglio toglierti una curiosità che hai sicuramente: da dove viene il nome "futurissimo". Avevo pensato a qualcosa che finisse con "-ismo" , ma con questo ismo AD-CAPOCCHIAM la vogliamo smettere!? O non la vogliamo smettere!? Mi sono detto, ora lo chiamo "SEDIA"! Però ho notato che era stato già utlizzato, ne sentivo parlare troppo spesso, quasi quanto un ismo. Dai, smettiamola con questo ismo, ismo, ismo, ismo, ismo

Abbiamo trattenuto e abbiamo trattenuto, eh! Ma a noi ci scappa parola, dito sul tasto; a noi scappa sempre qualcosa.

I futurissimi
(che il futurissimo ti illumini)

 
At 07 luglio, 2007 13:56, Anonymous Anonimo said...

Condivido.
A S
p o
p n
o o
g
g p
i r
o.Avallo.o
n
t
o

 
At 07 luglio, 2007 14:39, Blogger Antonio Saccoccio said...

L
Nemo
t c
t h
o i
s ei?

 
At 07 luglio, 2007 20:33, Anonymous Anonimo said...

Antonio Nemo, 27 anni, partenopeo residente a Roma.

Scrivo poesie e prose di ispirazione futurista.
Ispirazione? Che brutta parola!!!

Sono interessato a partecipare al progetto NEOFUTURISMO, se possibile...

mail alucignano@pianetascommesse.it

Attendo vostre nuove

Ad futurum

Antonio Nemo

 
At 07 luglio, 2007 20:35, Anonymous Anonimo said...

Antonio Nemo, 27 anni, partenopeo che vive e lavora a Roma.

Scrivo poesie e prose di ispirazione (che brutta parola passatista) futurista.

Interessato al progetto NEOFUTURISMO

attendo vostre nuove
mail: alucignano@pianetascommesse.it

 
At 08 luglio, 2007 01:02, Blogger Antonio Saccoccio said...

Perfetto, ANemo.
Ti scrivo in privato domani.
ad futurum

 
At 20 ottobre, 2007 12:58, Anonymous Anonimo said...

ciao ragazzi!
fantastico questo manifesto! sono d'accordo su quasi tutti i punti!
dico quasi perchè personalmente mi pare un po esagerato dire che il nostro mondo non si debba basare sull'economia. da che mondo è mondo, l'uomo scambia e commercia per sopravvivere. quindi è nella nostra natura e allo stato degli intrecci economici di oggi, mi pare bello, ma un pò utopico pensare che non debba essere questa politica di scambi a governarci, per quanto sia una realtà triste.
inoltre non mi trovo molto d'accordo sul punto della globalizzazione culturale e delle lingue. se non ci fosse un'interazione e un reciproco influenzarsi tra culture, non saremmo al punto in cui siamo ora. le lingue, le culture, oserei dire persino i popoli si evolvono tramite un mutuo scambio perpetuo. una parola che 50 anni fa poteva sembrare obsoleta, oggi fa parte del registro linguistico di tutti i giorni. non siete d'accordo?
ah! per finire... chi può avere la pretesa di decidere quale possa essere la migliore condizione spirituale per qualcun'altro? sfortunatamente non possiamo entrare né nella mente, né nell'anima, né nel corpo di un'altra persona...
per il resto sono contenta di avervi trovato, in senso che attraverso questi punti date libero sfogo a ciò che ho sempre pensato anch'io!
spero comunque di non aver offeso nessuno con i miei dubbi sul programma... era solo uno scambio di idee. :)
giulia

 
At 21 ottobre, 2007 00:26, Blogger Antonio Saccoccio said...

ciao Giulia. grazie per il tuo intervento e il tuo sostegno.
ti dico subito che non sono contrario all'economia, ma all'economicismo. Che è cosa ben diversa ;-)
anche per la globalizzazione, non fraintendermi. Io sono un sostenitore della rete globale. Anzi questo movimento si chiama proprio netfuturista perchè non esisterebbe senza internet. Quello che sostengo nel manifesto è che una questione è la possibilità di comunicare ad oltranza da ogni parte del mondo, un'altra è pretendere di annullare ogni differenza culturale. La prima cosa è una ricchezza, la seconda sarebbe un impoverimento enorme.

Non mi hai offeso, figurati.
Sono contento del tuo intervento appassionato.
E' normale avere posizioni differenti, anche se mi sembra di averti tolto parecchi dubbi ;-)

un saluto e a presto

AD FUTURUM

 
At 16 novembre, 2007 19:12, Anonymous Anonimo said...

Sono praticamente d'accordo anche sulle virgole...i dubbi mi rimangono sul punto 2, in quanto credo che le idee siano Figlie, e non Madri della realtà; sul punto 7, perchè distruggere il vecchiume dittatoriale che ci circonda, compreso caserme, chiese, fontane, banche, ecc...è assolutamente necessario se vogliamo costruire un futuro.
DA DUEMILA ANNI, IL COLOSSEO.
TRA DUEMILA ANNI, COSA RESTERA' DI NOI, DELLA NOSTRA EPOCA?
Abbattiamo il vecchio per costruire il nuovo.

NEMO

 
At 25 gennaio, 2008 01:14, Anonymous Anonimo said...

Se alla base della proposta vi è un'analisi approfondita, ed i luoghi comuni vanno superati,chi sarà l'illuminato dittatore che si prenderà il ruolo di ripiegare la colpa su singoli soggetti? ricordatevi che platone è morto senza più credere in un modello politico, dopo averli passati tutti, e dopo essersi recato dal tiranno di siracusa, a suo modo "illuminato". La realtà è ben + complessa, si dovrebbe parlare di educazione, di alterità, di scambio e sostegno, non di negatività parassitaria e quant'altro, perchè purtroppo l'uomo è ambivalente, ci saranno sempre le diversità, e porsi in chiave profetica, non risolve niente a parte porre un falso podio sotto il culo delle vostre insicurezze celate di fronte alle incertezze che TUTTI PROVIAMO DI FRONTE ALLA REALTà COMPLESSA. Chi rivoluziona è chi scopre, chi lavora e si muove senza il bisogno di codificare dogmi, senza il bisogno di sentirsi superiore, senza bisogno di identificarsi visto che l'esperienza lo muta costantemente, il passato è esperienza, il futuro è scoperta, non imposizione dell'egoismo sovrano che colpevolizza idee finendo per colpire innocenti. ricordate che è la pedagogia come dice Bertolini (in "educazione e politica")a dover esser posta a motore della politica e non strumento di essa, quanto sareste disposti ad accettare la complessità, se vi impauriscono normali processi socioculturali che sono sempre esistiti come l'immigrazione? volete distruggere o conservare? la "rivoluzione" alla quale aspirate, anch'essa appartiene ad un'idea del passato, attenti a non finire in ultimo nella rette di vecchi ultraottantenni massoni deviati...finireste per esser pedine perfette.

 
At 26 giugno, 2008 19:46, Anonymous Anonimo said...

nel punto 2 dici che una politica senza idee forti alle spalle è destinata al fallimento... quali sono le tue idee forti?

 

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