LIBERI DALLA FORMA

IL PRIMO BLOG NET-FUTURISTA

lunedì, maggio 26, 2008

Cage: indeterminatezza e parentesi temporali

John Cage.
Mai dimenticarlo quando si parla di avanguardia.
Mai dimenticarlo quando si parla di alea e indeterminatezza.

"Ci è familiare il concetto di un'arte che assomigli alla natura, ed il fatto che l'arte cambia durante la sua storia. La domanda da porre è: cosa produce questi cambiamenti? Una risposta che possiamo dare a noi stessi, se non agli altri, è che l'arte cambia perchè cambia il nostro concetto sul modo in cui opera la natura. Per questo mi interessa il modo in cui opera la natura, non come scienziato ma come compositore. Ed è questo che mi ha convinto della necessità delle operazioni casuali; se io usassi la musica per esprimere me stesso, la cosa sarebbe in relazione, per esempio, con i miei sentimenti, ma non con la nostra interpretazione del modo in cui opera la natura. Negli anni quarante credo che esistesse già il concetto dell'indeterminatezza, ma certo non vi era l'interesse che c'è oggi per il caos. Io sono venuto a conoscenza del problema attraverso la filosofia orientale. In Cina, in particolare, il caos non è un nemiro, anzi è un amico. [...] Ho cercato di trovare una flessibilità che mi permettesse di mettere qualcosa liberamente nello spazio invece che su un punto particolare. Quando parlo di "punto" o "spazio" mi riferisco al tempo. Per questa ragione lavoro con le parentesi temporali. Nel concerto di ieri sera il violoncellista aveva il privilegio di decidere quando eseguire ogni suono; aveva il suo orologio e la musica, così sapeva in quale periodo poteva iniziare e quando avrebbe potuto finire. Sapeva anche quando sarebbe iniziato il prossimo suono. Tra un suono e l'altro c'era questa parentesi temporale con quest'altra, e quella successiva sovrapposta a questa, per cui si ha una serie di parentesi temporali sovrapposte".

Cage ragiona già come un moderno ricercatore estetico, come un net-futurista. Ma ancora non ne ha piena consapevolezza. La spia è in quella separazione netta tra il ruolo dello "scienziato" e quello del "compositore". Cage ha aperto tante strade, ma non è arrivato alle conclusioni che avrebbe forse meritato. Il Net-Futurismo era lì ad un passo. Ma nel 1992 (pochi mesi dopo aver pronunciato queste parole) la morte è arrivata anche per lui.

A. Saccoccio

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martedì, maggio 20, 2008

I due livelli dell'arte: ufficialità e avanguardia.

In arte sono presenti due differenti livelli: uno che si muove più o meno in linea con la tradizione, l'altro che invece rompe con la tradizione. Il primo livello si identifica con il sistema, con il potere, il secondo è costituito dalle frange ribelli e avanguardiste della società. Enrico Crispolti, che è anche uno dei maggiori studiosi di Futurismo, fornisce una chiarificazione esemplare di questi due livelli nel suo testo "Come studiare l'arte contemporanea":
"Nell'ambito della ricerca artistica l'aprirsi al futuro significa ancor più chiaramente un contrapporsi a una situazione altrimenti egemone, consolidata e ufficiale, rischiosamente spostandosi verso una posizione nuova, ulteriore, diversa, di rottura più o meno accentuata con la situazione data, appunto imperante e dunque di ufficializzato riconoscimento. [...] Ecco dunque la possibilità di identificare nell'ambito di un contesto di cultura artistica un livello ufficiale corrispondente a un gusto accettato e conclamato, tendente implicitamente o esplicitamente alla continuità e alla conservazione, e un altro livello invece di ricerca innovativa che a tale situazione si contrappone; in una rottura fra libera arrischiata arte di ricerca, e arte ufficiale, quest'ultima, alla fine del secolo scorso e nei primi decenni di questo, rappresentata appunto nei Salons, le mostre ufficiali di maggior pubblico riscontro, ma in realtà in altri termini tuttora verificabile".
Il Futurismo ruppe decisamente con l'arte ufficiale del tempo.
Il Net-Futurismo riprende le posizioni futuriste e, non potendo contare sulla novità di un secolo fa, le estremizza necessariamente. Il Net-Futurismo non mira a diventare l'arte ufficiale del nostro tempo.
L'arte ufficiale del nostro tempo, rappresentata da quel sistema di potere che tutti conosciamo, sarà da noi avversata in ogni possibile contesto e occasione. Sappiamo tutti che oggi l'ufficialità è rappresentata da roba come la Saatchi Gallery e personaggi caricaturali come Jeff Koons o Damien Hirst. Il trionfo planetario della peggiore Hollywood.
L'arte ufficiale mira ad entrare nelle vostre tasche e svuotarle.
Il Net-Futurismo mira ad entrare nelle vostre case e nelle vostre vite per riempirle di brillante vulcanica ottimistica anarchica libertà creativa.
Dell'ufficialità ce ne freghiamo.

Antonio S.

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mercoledì, maggio 14, 2008

Dinamite net-futurista

"Conosco la mia sorte. Un giorno sarà legato al mio nome il ricordo di qualcosa di enorme – una crisi, quale mai si era vista sulla terra, la più profonda collisione della coscienza, una decisione evocata contro ciò che finora è stato creduto, preteso, consacrato. Io non sono un uomo, sono dinamite" (Nietzsche, Ecce homo)

Molto si è detto sui rapporti tra Futurismo e Nietzsche. Ecco. Una cosa possiamo affermare con certezza. Questo Nietzsche è incredibilmente net-futurista.
Ogni net-futurista non può che sentirsi dinamite pronta ad esplodere.
Contro gli idoli del presente e del passato.

Antonio S.

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mercoledì, maggio 07, 2008

Noi futuristi. Noi net-futuristi.

La forza dirompente del Futurismo fu quella di essere il primo organizzato movimento d'avanguardia. La vera forza fu il gruppo. Questo fu il grande merito di F. T. Marinetti: organizzare un gruppo unito attorno ad una nuova idea.
Sin dai primi manifesti amava parlare di un movimento, di un gruppo di temerari che stava sfidando tutti i passatismi del tempo.
Rileggiamo quei manifesti e facciamoci caso. Quante volte nei manifesti di Marinetti e degli altri futuristi troviamo esplicitamente i termini "futuristi", e addirittura "noi futuristi". E' invece raro l'uso del singolare. Poeti, musicisti, pittori, scultori. Tutti parlavano in quel modo. Tutti sapevano che gridando soli si finisce presto la corsa, mentre gridando in gruppo la voce si amplifica dando vita ad una rivolta temutissima dai passatisti.
Già nel primo manifesto Marinetti esplodeva così: "Ma noi non vogliamo più saperne del passato, noi giovani e forti futuristi!".

Quello che è accaduto cent'anni fa per i futuristi, sta accadendo con i loro continuatori del XXI secolo. L'aggregazione è avvenuta con modalità differenti, con media differenti (che portano - si faccia attenzione - vantaggi, ma anche diversi svantaggi).
Quello che ci unisce direttamente ai futuristi di un secolo fa è lo spirito novatore, l'assoluto disinteresse nella creazione, l'emergere delle potenzialità individuali all'interno della volontà e del progetto comune.
Questa tensione ideale rende unico il Futurismo, unico il Net-Futurismo.
E' questa tensione che rende vincente l'ottimismo futurista, ora net-futurista.
E' questo che fa paura a tutti. Questa intransigenza, questa forza, questa energia creativa moltiplicata all'infinito.
Noi net-futuristi saremo sempre fedeli a noi stessi. E continueremo, rinnovandola ogni secondo, l'operazione di distruzione e creazione che cent'anni fa intrapresero audacemente i futuristi italiani.

Antonio S.

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