NetFuturismo e conceptual art: i critici sono morti
Non passa giorno in cui non ci troviamo a ribadire l'inutilità della figura del critico d'arte.
L'artista contemporaneo, e cioè il ricercatore estetico, riassume al suo interno le vecchie figure dell'artista e del critico. Tutto ciò era già chiaro diversi decenni fa, quando l'arte concettuale esplose in tutta la sua carica innovativa.
Joseph Kosuth così definiva la nuova arte nel 1970:
"L'arte che io definisco concettuale è tale, nel suo senso più stretto, perchè fondata sulla ricerca della natura dell'arte: di conseguenza, non è propriamente l'attività di costruire proposizioni artistiche, ma un elaborare, uno sviscerare tutte le implicazioni di tutti gli aspetti del concetto "arte". In passato, a causa dell'implicito dualismo tra la percezione e l'ideazione, si riteneva necessaria nell'arte una mediazione, quella del critico. Questa arte invece riassume in sé anche le funzioni del critico, rendendo superflua la mediazione. Il sistema artista-critico-pubblico aveva la sua ragion d'essere in quanto gli elementi visivi della costruzione del "come" davano all'arte un aspetto di intrattenimento, donde la presenza del pubblico. Il pubblico dell'arte concettuale, invece, è formato soprattutto da artisti: vale a dire, non esiste pubblico separato dai partecipanti. In un certo senso, pertanto, l'arte diventa "seria" come la scienza o la filosofia, che non hanno certo un "pubblico". Nella misura in cui si partecipi o no, l'arte concettuale diventa più o meno interessante. Nel passato, lo status "privilegiato" dell'artista lo confinava strettamente a svolgere il ruolo di un grande sacerdote o di uno stregone dell'industria dello spettacolo.
[...]
Il dipendere di un artista dal critico d'arte nel coltivare le implicazioni concettuali delle sue proposizioni artistiche e nel dedurre il loro significato, è dimostrazione o di irresponsabilità intellettuale o del più insipido misticismo".
Noi net.futuristi riteniamo l'arte concettuale (in tutte le sue declinazioni) un punto di partenza imprescindibile per tutta l'arte d'avanguardia successiva, e condividiamo le osservazioni di Kosuth sul nuovo ruolo del critico e dell'artista. Quello su cui ci pare che si debba invece riflettere è la destinazione dell'arte post-concettuale. Se è vero che non c'è più il pubblico, non è però per il fatto che il pubblico è costituito da soli artisti. Il Net.Futurismo ritiene che un'arte d'avanguardia possa anche rivolgersi ai non addetti ai lavori, noi crediamo ancora in un'avanguardia di massa. Coloro che sono più lontani da questo modo di intendere l'arte (se ancora vogliamo utilizzare il termine "arte" per definire queste ricerche) sono proprio gli artisti old-style (gli artisti-artigiani) e i critici. Sono queste due categorie a rifiutare l'arte post-concettuale, poichè entrambe tendono a difendere interessi personali. Purtroppo per loro (e per nostra fortuna) quel mondo sta definitivamente tramontando.
Antonio S.
Etichette: arte, arte concettuale, artista, critica, critici, Kosuth, neofuturismo, netfuturismo, ricercatore estetico
3 Comments:
QUESTO ANTONIO E' UN GRANDE POST.
SEMPLICEMENTE. RG
UN arte-manifesto, che espliiti chiaramente il suo fine e il suo messaggio, senza richiedere intermediazioni.
uesta è la nostr arte
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