Una notizia di cronaca mi spinge a ricordare alcune norme basilari per un abbigliamento futurista e net.futurista.
Ogni abbigliamento scomodo e anti-pratico è indubbiamente passatista.
Nell'anno 2008 alcune sopravvivenze paleolitiche (tacchi alti, giacche e cravatta per andare in ufficio) dimostrano tutta la nostra arretratezza passatista e presentista.
Ora per fortuna qualcuno inizia a farci caso.
A Modena la Provincia ha emanato una norma che sconsiglia, quasi proibisce, l'uso di "abbigliamenti e/o calzature che possano agevolare la possibilità di incorrere in infortuni". Questo dopo che due dipendenti erano cadute dalle scale perchè indossavano tacchi alti. Immaginiamo la goffagine di queste donne nella rovinosa caduta dai trampoli. Non si comprende perchè a causa di sciocca vanità un impiegato debba farsi male e conseguentemente assentarsi dal posto di lavoro. Non si comprende neppure per quale motivo i suoi ritmi di lavoro debbano essere rallentati da scarpe tanto inadeguate alle mansioni lavorative.
Non si sta ovviamente proibendo nulla a nessuno. Si sta evidenziando che un cliente non può subire un ritardo o un'inefficienza nei servizi a causa della goffa vanità delle impiegate.
C'è il luogo e il tempo opportuno per calzare scarpe con tacchi fino al mezzo metro di altezza. Ci sono le serate tra amici, ci sono le feste, ci sono le sfilate. Ogni donna può decidere di rompersi l'osso del collo portando i trampoli che crede. Ma non si può accettare che simili scelte vadano a ridurre le loro prestazioni lavorative e a danneggiare chi paga per usufruire di un servizio.
Il Futurismo anche in questo si era rilevato anticipatore dei tempi.
Per i futuristi ogni abbigliamento scomodo e anti-pratico è da evitarsi per colui che conduce una vita dinamica, agile ed elastica.
Leggiamo cosa scriveva Ernesto Thayaht, il celebre inventore della "tuta", nel 1920:
"Quella donna che avrà il coraggio di abolire i tacchi alti, sarà veramente una pioniera nel mondo dell'igiene e dell'arte. Se le ragazze andassero senza tacchi fino all'età di vent'anni guadagnerebbero molto nello sviluppo e nella salute e non avrebbero bisogno di ricorrere ad una finzione antiestetica per accrescere artificialmente la propria statura".
Si tratta, come spesso accade, di intuizioni talmente moderne da risultare per molti ancora oggi incomprensibili. Già vedo le donne agitarsi per difendere il loro diritto di caracollare goffamente ogni giorno ma con 10 centimetri in più. Si sentono più slanciate, più belle. E non sanno invece che per l'uomo futurista la donna insicura che ha bisogno del tacco è una donna indesiderabile (come tutte le donne insicure vanitose ansiose apprensive). Enormi saranno le loro resistenze prima di accettare di rivedere una consuetudine tanto sciocca. Ed è per questo che noi amiamo la donna che calza con disivoltura scarpe comode e pratiche. Perchè solo ciò che è disinvolto e comodo è "bello".
Proprio oggi, che la mentalità presentista - che ha il suo centro propulsore nella civiltà dell'immagine - propone in continuazione "finzioni anti-estetiche e anti-igieniche" per modificare artificialmente il proprio aspetto, proprio oggi abbiamo bisogno di recuperare le avanguardistiche idee futuriste e di riproporle in nome della praticità, della comodità, dell'igiene, del dinamismo.
Oggi il net.futurismo riprende le intuizioni futuriste sulla moda e le sviluppa adattandole alla battaglia contro il passatismo nostalgico e soprattutto contro il presentismo cretinamente modaiolo.
Antonio S.
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