LIBERI DALLA FORMA

IL PRIMO BLOG NET-FUTURISTA

martedì, ottobre 31, 2006

Tato: In volo su Sabaudia

Voglio dedicare un po' di spazio all'aeropittura futurista. Pubblico qui sotto un'aeropittura di Tato (nome d'arte di Guglielmo Sansoni), uno dei firmatari del Manifesto dell'aeropittura futurista. Tra l'altro fu proprio Tato (Bologna 1896 - Roma 1974) ad organizzare nel 1931 la prima mostra di aeropittura alla Camerata degli artisti di Piazza di Spagna a Roma.

Il titolo dell'opera è "In volo su Sabaudia", città poco distante dalla mia Latina. Obiettivamente non è una delle migliori aeropitture. Non vediamo la città con gli occhi del pilota. Aereo e città sono invece visti entrambi dall'esterno e con occhio piuttosto oggettivo. Manca energia, manca dinamismo, manca lo sguardo stravolto del pilota. Tato poteva fare di meglio in questo caso.

Antonio S.

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sabato, ottobre 28, 2006

Aeropittura e spiritualità futurista

Il Manifesto dell'aeropittura futurista fu firmato nel 1928 da un nutrito gruppo di futuristi: Balla, Benedetta, Depero, Dottori, Fillia, Marinetti, Prampolini, Somenzi, Tato. Non vorrei sbagliarmi, ma nessun manifesto futurista conta un numero di firmatari così esteso.
Come è evidente dalla data di pubblicazione, l'aeropittura nacque solo in una seconda fase del movimento futurista.
Voglio riportarvi la parte centrale e più incisiva del Manifesto.

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NOI FUTURISTI DICHIARIAMO CHE:

1. Le prospettive mutevoli del volo costituiscono una realtà assolutamente nuova e che nulla ha di comune con la realtà tradizionalmente costituita dalle prospettive terrestri;
2. Gli elementi di questa nuova realtà non hanno nessun punto fermo e sono costruiti dalla stessa mobilità perenne;
3. Il pittore non può osservare e dipingere che partecipando allo loro stessa velocità ;
4. Dipingere dall'alto questa nuova realta' impone un disprezzo profondo per il dettaglio e una necessità di sintetizzare e trasfigurare tutto;
tutte le parti del paesaggio appaiono al pittore in volo:
a) schiacciate
b) artificiali
c) provvisorie
d) appena cadute dal cielo
6. Tutte le parti del paesaggio accentuano agli occhi del pittore in volo i loro caratteri di:
folto
sparso
elegante
grandioso
7. Ogni aeropittura contiene simultaneamente il doppio movimento dell'aeroplano e della mano del pittore che muove matita, pennello o diffusore;
8. Il quadro o complesso plastico di aeropittura deve essere policentrico; si giungerà presto a una nuova spiritualità plastica extraterrestre.

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Nel Manifesto ho evidenziato in grassetto un'espressione di particolare importanza. Secondo i firmatari del manifesto l'aeropittura porterà ad "una nuova spiritualità plastica extraterrestre".
Ecco, questo è un tratto su cui in pochi si sono soffermati (che io sappia ne ha parlato Mario Verdone). L'aeropittura porta con sè una sensibilità nuova. Una tensione verso l'infinito e, perchè no, verso il sacro. Alcuni autori del gruppo (Prampolini, Fillia, Dottori), in effetti, presenteranno tratti di una certa spiritualità nelle loro opere. Anche se Marinetti più volte ribadirà il sostanziale anti-clericalismo del movimento, a me pare importante sottolineare che un certo numero di futuristi (e di aeropittori in particolare) si orientò verso la spiritualità, la religiosità e a volte più precisamente verso il cattolicesimo.
A mio avviso si tratta di un approdo inevitabile. E infatti il nostro Neofuturismo ha nella spiritualità e nella tensione verso l'infinito due dei suoi punti forti.
Antonio S.

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domenica, ottobre 22, 2006

Pensiero, arte e azione

Ho sempre criticato chi professa una netta distinzione tra pensiero e azione. E anche chi insiste superficialmente sulla dicotomia tra parole (manifestazione del pensiero) e fatti. Queste differenze per l'uomo vero non esistono. Ho sempre sostenuto che quando il pensiero è vivo esso è già azione. Cosa c'è di più "attivo" che provocare azioni e reazioni con i nostri pensieri esplosivi e con le nostre parole incendiarie?
Anche l'arte, quella vera che nasce dai più profondi moti dell'animo, è completamente legata all'azione. A qualcosa del genere pensava già Filippo Tommaso Marinetti quando affermò:
"L'arte è per noi inseparabile dalla vita. Diventa arte-azione e come tale è sola capace di forza profetica e divinatrice"
Umberto Boccioni, Carica dei lancieri
Il Neofuturismo è convinto che il pensiero e la parola siano fondamentali per l'azione. Un'azione senza pensiero non è un'azione, ma una stupida perdita di energia. Un pensiero vuoto e privo di vita è un pensiero inutile. Così come un'opera d'arte priva di forza e dinamismo resta un puro esercizio di stile.
Antonio S.

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giovedì, ottobre 19, 2006

Ratzinger contro l'utilitarismo

Benedetto XVI al Convegno Ecclesiale Nazionale di Verona si è prodotto in un altro dei suoi memorabili affondi nei confronti della società moderna. Parole dure per il laicismo, per la svalutazione degli aspetti spirituali dell'uomo.
Ma a mio avviso la frase più importante è stata la seguente:
"L'etica viene ricondotta entro i confini del relativismo e dell'utilitarismo, con l'esclusione di ogni principio morale che sia valido e vincolante per se stesso".
Ecco, su questi temi papa Ratzinger avrà sempre nel sottoscritto un grande alleato. Del relativismo già ho parlato altre volte. Qui voglio un attimo soffermarmi sull'altro aspetto citato dal pontefice: l'utilitarismo. L'utilitarismo ha ormai permeato di sè ogni campo. Tutto ciò che non produce utilità immediata, guadagno e profitto non è visto dall'uomo come importante. E così ecco il tramonto di ogni aspetto spirituale e intimo dell'uomo: religione, filosofia e arte. Tutto ciò che non è immediatamente monetizzabile non ha valore, non è importante. E cosa è monetizzabile? Le cose materiali, ovviamente. L'arte, giudicata inutile dai più, inizia poi ad essere ripresa in considerazione solo quando si mercifica. Solo quando da essa si iniziano a ricavare profitti. Solo quando diventa parte di quella cultura materialistica ed utilitaristica. Cioè quando ha già smesso di essere arte.
Se si cerca solo l'utile, l'uomo è condannato alla dannazione eterna. Seguendo l'utilitarismo si vive male e si muore peggio. E poi l'uomo ricerca sempre ciò che gli è utile, è ovvio. Ma è su cosa sia utile che c'è grande confusione. Non è utile solo ciò da cui si traggono vantaggi materiali immediati. Guadagni, incassi, soldi. E' utile all'uomo anche la riflessione, la creazione di un'opera d'arte, un gesto disinteressato di altruismo. Non sono utili al portafoglio, ma lo sono per l'anima. "Ma cos'è l'anima?" ci risponderà l'utilitarista "Non si vede, non si tocca, non vale niente!". Ecco questo è l'utilitarismo. Di utilitarismo si muore prima di essere sepolti.
Appena una settimana fa (nel Manifesto politico Neofuturista) ho indicato nella lotta all'utilitarismo uno dei momenti essenziali per il rinnovamento umano della nostra civiltà. Ratzinger si rivela, almeno sotto questo punto di vista, l'unico capace di interpretare il presente con la lucidità necessaria ad apportare quei correttivi utili (!) alla riscoperta della nostra humanitas.
Papa Ratzinger. Stiamo sempre attenti alle sue parole. Giudichiamole senza pregiudizi, ne vale la pena.
Antonio S.

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giovedì, ottobre 12, 2006

Manifesto politico Neofuturista

N.B. questo Manifesto non ha attualmente alcun valore, se non in una prospettiva di ricostruzione storica del movimento neofuturista, dal giugno 2007 evolutosi in avanguardia net.futurista.
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Manifesto politico Neofuturista

È ormai passato più di un anno dal Primo Manifesto del NeoFuturismo e del Neo-Umanesimo. Il NeoFuturismo comincia ad essere una realtà capace di dare nuova linfa alla spento panorama culturale italiano. Sento ormai maturi i tempi per la pubblicazione del Manifesto politico Neofuturista, perché siano chiari a tutti quali sono i principi ispiratori del Movimento, anche sul piano politico. Non si tratta ancora di un programma, ma di linee programmatiche, di idee cardine sulle quali costruire successivamente un programma dettagliato. Noi riprendiamo dai futuristi, nostri predecessori, il coraggio e la forza dirompente con cui proponiamo queste nostre idee.

  1. Il dibattito politico attuale è dominato dalla dittatura del “politicamente corretto”. Dietro queste due parole si cela il tentativo, da parte di chi detiene il potere culturale, di far tacere qualunque opinione innovativa e in grado di far crollare l’attuale sistema. È un modo silenzioso e infido di creare un consenso generale su moltissimi temi fondamentali. È un modo per non cambiare mai e per impedire la nascita e lo sviluppo di idee nuove. Proprio quelle idee nuove che noi vogliamo proporre. Ed è per questo motivo che i Neofuturisti vogliono scardinare e abbattere l'odiosa dittatura del “politicamente corretto”. Noi avremo sempre il coraggio di esprimere le nostre opinioni, senza temere la censura da parte dei detentori del verbo “politicamente corretto”. Cercheranno di tagliarci le gambe in tutti i modi, è evidente, ma noi non cederemo di un passo e andremo avanti per la nostra strada, sicuri della necessità del rinnovamento di cui ci siamo fieri propugnatori.
  2. La politica attuale non ha riferimenti ideali. Spesso ci troviamo di fronte ad un’accozzaglia di leggi e leggine che non si inseriscono in un piano coerente. Noi Neofuturisti intendiamo la “politica” come “l’arte di governare la città”. E una città, uno Stato possono essere bene amministrati solo se dietro le singole decisioni ci sono delle idee-guida che indirizzano tutta l’azione di governo. Prima vengono le idee, poi la loro applicazione pratica. Una politica che non abbia idee forti alle spalle è una politica destinata al fallimento. Come vediamo tutti i giorni.
  3. Noi vogliamo porre fine al parassitismo. Migliaia di cittadini italiani continuano a fare i furbi. Per lo più imboscati nella pubblica amministrazione (ma non solo), continuano ad incamerare lo stipendio mensile, pur passando intere giornate presi in occupazioni che nulla hanno a che fare con la mansione per cui sono stati assunti e vengono pagati. Se per svolgere un compito bastano due impiegati, non se ne assuma un terzo e magari un quarto, perché questo è il primo modo per incentivare il parassitismo. Questo parassitismo è un vecchio cancro italiano, con cui tutti dobbiamo fare i conti. È una nostra abitudine quella di provare sempre a lavorare meno di quanto dovremmo. Questa sciatteria indegna, questa furbizia nauseante ha condotto il nostro paese ad accumulare un debito pubblico che tutti conosciamo. Se bastano due impiegati laddove ce ne sono quattro, si prendano due di questi impiegati e li si utilizzino in un altro settore che è a corto di personale.
  4. Strettamente legato al parassitismo c’è il fenomeno del clientelismo. Politici indegni di questo nome hanno creato nel corso di decenni un sistema clientelare abnorme. Migliaia di cittadini sono stati “imbucati” in sicurissimi posti di lavoro da politicanti da strapazzo che in cambio hanno usufruito del loro voto elettorale. Tutto questo ha creato disfunzioni enormi all’interno della pubblica amministrazione. Gente messa ad occuparsi di un settore di cui non era per nulla competente ha provocato il malfunzionamento della cosa pubblica di cui tutti ogni giorno ci lamentiamo. Il clientelismo non solo ha generato il fiorire di una classe impiegatizia incompetente, ma è alla base anche di un’eccedenza di impiegati in alcuni settori specifici.
  5. Condanniamo allo stesso modo il nepotismo, pratica che in alcuni ambienti (università) ha ampiamento superato qualsiasi livello di decenza. Anche il nepotismo genera disservizio, perché, come il clientelismo, permette ad alcuni cittadini di occuparsi di compiti di cui non hanno le necessarie competenze professionali.
  6. Messi da parte parassitismo, clientelismo e nepotismo, l’unica via da perseguire rimane quella che chiamo “meritocrazia illuminata”. Ognuno dovrà trovare occupazione adeguata alle proprie capacità, ognuno sarà retribuito per quanto realmente produce. Tutto questo in un clima di moralizzazione dell’ambiente lavorativo, in cui non dovranno in alcun modo essere tollerate le bassezze frutto dell’arrivismo e del “rampantismo” oggi tanto di moda.
  7. Lotteremo con forza anche contro il vandalismo. Sanzioni pesanti per chiunque sia colto nell’atto di danneggiare una struttura pubblica o privata. È ora di finirla e di essere finalmente seri su questo punto. Danni all’interno di scuole, caserme, stazioni, ospedali non saranno più tollerati. Non ci saranno più persone che lavorano per ricostruire quello che i vandali distruggono.
  8. Contrasteremo fino in fondo la deriva economicistica della società odierna. E siamo quindi contro l’utilitarismo. Non possiamo lasciare che l’economia e la finanza decidano le nostre sorti. Ci sono cose ben più importanti degli equilibri finanziari. Prima di tutto il nostro equilibrio psichico: come uomini non possiamo piegarci a queste logiche economicistiche e utilitaristiche senza soffrirne, più o meno consapevolmente. Quindi, combatteremo affinchè le decisioni più importanti vengano prese non seguendo necessità economiche e finanziarie ma motivazioni più generalmente e globalmente culturali e umane.
  9. Altra condanna per il consumismo miope e gretto di cui tutti siamo, più o meno, vittime. Questo tema dovrà essere affrontato con la massima attenzione dai politici. Dando per scontato che allo stato attuale delle cose non è possibile a mio modo di vedere ritornare a forme di economia primitiva, si dovrà provvedere a correggere l’andamento del mercato con opportuni correttivi. Ora, è questa la novità, le correzioni non saranno imposte dallo Stato. Le correzioni saranno il frutto del “consumo intelligente”. Il cittadino stesso sarà l’autore di questa svolta straordinaria. Il NeoFuturismo invita da ora tutti i cittadini ad esaminare attentamente ogni prodotto da acquistare. Il consumismo attuale è deprimente perché noi consumatori ci lasciamo giornalmente manipolare. Ma se ogni nostro acquisto sarà frutto di un’azione ponderata, da oggi in poi saremo noi i veri protagonisti del mercato. Si invitano già da ora tutti i cittadini a non acquistare prodotti scadenti a prezzi elevati. Ogni volta che acquistiamo merce scadente o con un rapporto qualità/prezzo sconveniente, noi non facciamo altro che regalare guadagni a chi non se lo merita. È esattamente lo stesso discorso del parassitismo: andiamo a premiare chi lavora poco e male. Forse ancora troppo pochi hanno chiaro questo aspetto decisivo per un corretto funzionamento del mercato. Siamo noi a regalare guadagni stratosferici ad artigiani incapaci, a medici incompetenti, ad mprenditori senza scrupoli, a pseudo-artisti, a calciatori anti-sportivi. Siamo noi i responsabili di tutto ciò. Con i nostri acquisti quotidiani. In Italia c’è ricchezza. Manca la distribuzione di questa ricchezza secondo i reali meriti. Coloro che accumulano ricchezze sono spesso gente senza scrupoli appartenenti a ben precise lobby di professionisti.
  10. Siamo per la fratellanza tra tutti gli uomini, ma siamo contrari all’omologazione culturale e all’eccessivo centralismo statale. Siamo cittadini del mondo perché crediamo che tutti gli uomini condividano la stessa avventura su questo mondo. Ma siamo in particolare italiani e quindi veneti, liguri, toscani, laziali, pugliesi. L’abbattimento forzato e rapidissimo delle differenze culturali sta producendo un collasso culturale generalizzato. La perdità della propria identità è infatti sempre un motivo di crisi. Lo è per l’individuo, lo è ugualmente per una comunità e per un popolo. Per conoscere l’altro, bisogna conoscere prima di tutto se stessi. Per questo motivo sono da appoggiare programmi per le autonomie locali e per la difesa delle peculiarità culturali, linguistiche, artistiche delle diverse realtà nazionali. Moderare il centralismo statale, ma anche difendersi dalla gbobalizzazione culturale. In questo contesto bisognerà anche difendere la lingua italiana dall’attacco delle lingue straniere, specialmente quella inglese.
  11. I Neofuturisti vogliono migliorare la qualità della vita. Pensiamo che la ricchezza prodotta attualmente non corrisponda ad un effettivo benessere. Per questo siamo contrari alla tecnocrazia. Le innovazioni tecnologiche e il progresso in ogni campo andrà accettato solo se realmente migliorerà la nostra vita. E per miglioramento non si intende solo un miglioramento delle condizioni materiali, ma anche e soprattutto spirituali.
  12. La vita lavorativa del cittadino andrà rimodulata completamente. È impensabile avere giovani di 30 anni ancora improduttivi perché fuori dal mercato del lavoro. Sono nel pieno delle loro energie fisiche e mentali e uno Stato che voglia funzionare deve impiegare le migliori energie. È altresì insensato lasciare persone di 70 anni ancora in attività. Andrebbe quindi modificato il sistema di ingresso e uscita dal mercato del lavoro rendendo il sistema più flessibile. La proposta è quella di un’uscita graduale con una progressiva riduzione oraria fino al pensionamento. Dai 50 anni in poi il lavoratore potrebbe essere impiegato per un numero decrescente di ore, permettendo nello stesso tempo il graduale assorbimento dei giovani nell’orario lasciato libero. In questo modo sarebbe anche meno traumatico, a livello sia fisico che psichico, l’ingresso e soprattutto l’uscita dal mondo del lavoro.
  13. Per quanto riguarda i pensionamenti, dovrà essere previsto anche qui un sistema maggiormente flessibile. Il principio è che si godrà di una pensione in linea con i contributi versati. Proponiamo una liberalizzazione dell’età pensionabile: ognuno potrà andare in pensione all’età che riterrà opportuno, fermo restando una pensione in linea con i contributi versati durante gli anni in cui era in servizio. In pratica, se un lavoratore vorrà andare in pensione a 40 anni potrà farlo, ma ci andrà con la pensione fino a quel punto maturata. Questa è la vera libertà. Ribelliamoci alla mistica del lavoro.
  14. Un altro punto fondamentale per il futuro sarà una seria politica di contenimento demografico. Su questo pianeta siamo già decisamente troppi. Ogni giorno dobbiamo misurarci con le difficoltà causate da questa sovrappopolazione: traffico, inquinamento, mancanza di spazi, stress. Quindi in ogni modo andrà perseguito l’intento di un graduale decremento demografico. Un decremento che d’altra parte è già in atto nei paesi più sviluppati (tra cui anche il nostro) che hanno già portato a termine il ciclo della transizione demografica. Se un popolo naturalmente entra in una fase di decremento demografico è controproducente forzare la situazione favorendo lo sviluppo di flussi migratori o incentivando le nascite con sussidi statali. Forzare l’equilibrio demografico è semplicemente un suicidio.
  15. Per questo stesso motivo siamo per una politica che favorisca il decentramento urbano, già peraltro in atto in molti casi. Realtà come quelle di Napoli e Roma rappresentano perfettamente la pochezza dei nostri urbanisti. Luoghi invivibili, in cui caos, smog, stress e alienazione sono gli unici cittadini a pieno titolo. Fiumi di persone vittime della massificazione contemporanea. Sono necessari piani di sviluppo per decongestionare le città e trasferire parte della popolazione in aree con una densità abitativa minore.
  16. I Neofuturisti si battono anche affinchè i giovani non vengano più umiliati e schiavizzati dalla generazione che li ha preceduti. Andranno studiati dei metodi per ridimensionare il valore dell’anzianità in ambito lavorativo. Capita sempre più frequentemente che giovani disoccupati siano più preparati (e soprattutto aggiornati) rispetto a chi solo per questioni anagrafiche ha un ottimo posto di lavoro. Tutto questo non è più accettabile. E non soltanto per ragioni produttive (è infatti assurdo lasciare fuori i migliori), ma soprattutto per una questione di giustizia! Per lo stesso motivo, pur apprezzando la saggezza che spesso è caratteristica dell’età senile, non siamo più disposti a vedere incarichi prestigiosi affidati a persone che hanno ormai perso la vitalità e la lucidità mentale. Rispetto quindi per gli anziani, ma poniamo fine alla gerontocrazia.
  17. Si riconosce il diritto all’autodeterminazione dei popoli. Ma in caso di gravi e definite violazioni dei diritti umani sarà un dovere morale intervenire, se ci fosse bisogno anche con la forza.
  18. Ovviamente un ruolo fondamentale spetterà all’educazione del cittadino. I mezzi di comunicazione di massa (radio e televisione) e la scuola sono le principali agenzie formative. Ora, poiché al privato non si può imporre nulla, l’azione educativa spetterà in primis ai soggetti pubblici. I canali radio-televisivi statali e la scuola dovranno in futuro avere un ruolo educativo assai maggiore di quanto ne abbiano oggi. Qualsiasi comportamento moralmente negativo e distruttivo andrà evitato in queste sedi. Per risanare la società abbiamo bisogno di modelli forti e non malati dello stesso morbo che vogliamo guarire ed estirpare. Quindi dovranno essere allontanati dalla televisione pubblica personaggi deprimenti e dannosi. In palinsesto non ci dovrà essere traccia di trasmissioni diseducative. Spazio invece ai professionisti seri che potranno usare gli spazi televisivi per informare, educare, criticare, ideare, creare. Allo stesso modo e a maggior ragione siano allontanati dalla scuola professori incapaci di educare e formare uomini degni di questo nome.

Con questo Manifesto si gettano le basi per l’azione politica Neofuturista. Altri punti verranno in seguito meglio precisati.
Alcuni ci diranno che siamo di destra. Altri ci diranno che siamo di sinistra. Altri ancora che vogliamo essere la terza via alternativa. A noi costoro fanno semplicemente ridere. Passatisti di ogni specie, la destra e la sinistra sono morte! E noi non possiamo quindi essere l’alternativa a chi è già morto. Noi rappresentiamo l’unica soluzione sana per il futuro del nostro paese.

Antonio Saccoccio

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sabato, ottobre 07, 2006

Pound e Marinetti



"Marinetti e il futurismo hanno dato un grande impulso a tutta la letteratura europea. Il movimento al quale Joyce, Eliot, io stesso ed altri abbiamo dato origine a Londra non sarebbe esistito senza il futurismo"
Ezra Pound (1885-1972)

(tratto da Filippo Tommaso Marinetti e il futurismo, a cura di L. De Maria, Milano, Mondadori, 1973).

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giovedì, ottobre 05, 2006

Meno bocciati oggi, più ignoranti domani

Egregi ministri, onorevoli tutti,
premetto che giudico la politica assai noiosa (per colpa vostra). E qui su questo blog cerco di parlarne il meno possibile.
Ma non posso non spendere qualche parola sulla Relazione Tecnica di accompagnamento alla legge finanziaria. Quello che si dice a proposito della scuola è talmente preoccupante da non dover passare sotto silenzio.
Volete effettuare dei tagli sulla scuola. E questo è già grave. Vi assicuro che non è rimasto più nulla da tagliare.
Ma ancor più grave sono le motivazioni da voi addotte.
Leggiamo la Relazione “tecnica” (sic).

“I criteri e i parametri oggi alla base della formazione delle classi, a seguito delle continue evoluzioni del sistema istruzione, necessitano di un aggiornamento, anche introducendo idonei elementi di flessibilità.
La revisione dei criteri e dei parametri deve comunque garantire l’obiettivo di portare la media nazionale del rapporto alunni/classi —dall’attuale valore di 20,6 al valore di 21,0, a decorrere dall’anno scolastico 2007/2008.
[…]
In particolare, i nuovi parametri e i criteri
per la formazione delle classi dovranno determinare per la scuola materna un incremento medio di 0,1 del rapporto alunni/classi, per la primaria di 0,4, per la secondaria di primo grado di 0,4 e per la secondaria di secondo grado di 0,6.

[…]
All’interno delle prospettate iniziative volte all’incremento dell’efficienza del sistema scolastico, in previsione dell’innalzamento dell’obbligo di istruzione per almeno dieci anni, saranno attivati idonei interventi finalizzati al contrasto degli insuccessi scolastici. Detti interventi dovranno prevedere, in particolare, attività d’accoglienza, rimotivazione e riorientamento, nonché l’individualizzazione della didattica in modo da tener conto delle diverse forme di intelligenza e dei diversi stili d’apprendimento, allo scopo utilizzando parte delle risorse destinate alle aree a rischio e parte di quelle relative ai progetti contro la dispersione finanziati anche con risorse
del Fondo Sociale Europeo.
La conseguente riduzione della permanenza media degli alunni all’interno del sistema determinerà una riduzione della spesa per oneri di personale."

Ecco, con quest’ultima frase siamo arrivati al dunque. Cosa volete fare? Volete favorire una permanenza il più possibile ridotta dei ragazzi all’interno della scuola. Ovvero, non bisogna far ripetere anni agli studenti. Detto in termini antiquati: non bisogna bocciare.

Benissimo, onorevoli e ministri. In pratica questa relazione “tecnica” contiene propositi per distruggere potenzialmente quel che resta del sistema scolastico italiano. Chiunque sia all’interno della scuola sa bene che gli unici istituti ancora funzionanti sono quelli in cui i ragazzi che non raggiungono gli obiettivi minimi non vengono ammessi alla classe successiva. Chi è preparato passa l’anno, chi non lo è ripete. Ora, fin qui stiamo parlando su un piano di comune ragionevolezza. Ed è molto grave che chi è al governo sia tanto irragionevole.
Ma voglio andare oltre.
Non solo è sbagliato essere più morbidi e permettere a chiunque di andare avanti. La cosa più importante è comprendere che una delle soluzioni per smuovere le acque dell’istruzione pubblica è quello di avere un sistema in cui non c’è più una normalità (promozione) e una devianza (bocciatura). Un sistema moderno, il sistema del futuro (e vi prometto che presto sarà pronto il Manifesto della Scuola NeoFuturista) dovrà prevedere una modalità molto più flessibile di quella attuale. Mi spiego. In futuro dovrà accedere alla classe successiva soltanto chi abbia raggiunto realmente gli obiettivi didattici ed educativi. In questo modo si otterrà un triplice effetto virtuoso:
1. non ci saranno più classi “ingestibili”, con livelli di preparazione e di maturità talmente eterogenei da non permettere al docente una programmazione adatta alle esigenze di tutti; si eliminerà anche la possibilità di avere degli alunni "disadattati" perchè costretti a seguire programmi troppo avanzati rispetto alle loro reali possibilità.
2. aumentando il numero dei “non promossi” la bocciatura cesserà di essere considerata come un’onta e una vergogna. Si eviterà quella corsa al voto a tutti i costi (altamente diseducativa), perché sarà finalmente evidente il valore formativo e non punitivo della bocciatura. Insomma, fin quando vengono bocciati 2-3 per classe, essere bocciati è una vergogna perché ci si sente tra i pochi non adatti. Se verranno bocciati in 10 tutto diventerà normale ed accettabile senza traumi.
3. Finalmente verrebbe sanata una contraddizione evidentissima: quella per cui perdere un anno alle scuole superiori è un dramma, mentre perdere 3-4-5 anni all’università è la norma. Ora mi sono sempre chiesto: per quale motivo ci si preoccupa tanto di perdere un anno al liceo e poi non si fa neppure caso al fatto di essere 3 anni fuori corso all’università? Questo è un mistero ancora tutto da scoprire (ma forse la spiegazione è semplice: qualcuno ha tutto l'interesse a tenere gli studenti parcheggiati all'università, viste le tasse d'iscrizione!). Ma la cosa più incredibile è che ripetere un anno quando si è ancora giovani è molto più formativo che ripetere un anno di università. Infatti è noto che molti ragazzi non riescono ad affrontare e superare gli esami universitari proprio perché non dispongono di quei saperi di base che si apprendono durante le scuole primarie e secondarie.

Vi ripeto la mia ricetta, che è esattamente agli antipodi rispetto alla vostra.
Per una scuola moderna, per una scuola efficace: promuovere solo chi effettivamente raggiunge gli obiettivi didattici ed educativi. Gli altri ripeteranno l’anno fino al raggiungimento degli obiettivi minimi indispensabili all’accesso alla classe successiva.

Un’ultima richiesta al governo e al ministro dell’istruzione.
Come avete più volte detto, volete aumentare il numero dei ragazzi per classe prendendo a modello altri paesi d’Europa, sostenendo che quasi ovunque le classi sono più numerose che in Italia. Benissimo.
Allora, visto che l’Europa è un modello, quando adeguerete lo stipendio degli insegnanti italiani a quello degli insegnanti degli paesi europei?
Tanto per sapere, onorevoli, perché se l’Europa è un modello bisogna aumentare di molto questi stipendi ai docenti. O forse in questo l’Europa sbaglia?
O forse addirittura non sapete quanto guadagnano in Europa gli insegnanti? Vi rinfresco la memoria con questi numeri (scuola secondaria superiore - stipendi annuali minimi in Euro).

Italy 18.729,00
Sweden 22.397,00
Spain 26.444,00
United Kingdom Scotland 26.987,00
Portugal 17.379,00
Finland 32.200,00
Cyprus 20.339,00
Denmark 34.867,00
Ireland 25.537,00
United Kingdom 30.000,00
Norway 35.893,00
Germany 40.100,00
Belgium French Community 28.558,00
Belgium German Speaking Community 28.820,00
Belgium Flemish Community 29.610,00
Austria 24.002,00
France 30.222,00
Netherlands 29.826,00
Luxembourg 63.421,00

Questi sono numeri, onorevoli. I docenti italiani vogliono avere anche gli stessi alunni della Germania, ma poi vorranno gli stessi stipendi.
Per favore, non ci fate ridere.
Pensate a tagliare dove ci sono gli sprechi e dove tagliare fa bene perché è un’operazione “morale”. Quando si parla di istruzione, di educazione e di formazione, parliamo del nostro futuro.
Con questo vi saluto e vi ricordo: meno bocciati oggi, più ignoranti domani.

Antonio S.

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lunedì, ottobre 02, 2006

Legge sull'alcol positiva. Tassa di soggiorno vergognosa.

Due misure di differente valore nella Finanziaria.
1. Vendita di alcolici vietata ai minori di 18 anni. Vendita e somministrazione vietata per tutti negli autogrill in autostrada.
Il provvedimento è positivo, va nella giusta direzione. I rischi legati al consumo di alcolici sono poco noti. In particolare l'alcol è pericolosamente legato al "male del secolo": la depressione (in forte aumento in tutti i paesi occidentali).
Certo la via migliore è sempre una corretta informazione sull'argomento. Ma visto che questa manca, l'unica strada è quella della proibizione. Fino a quando l'alcolizzato e l'ubriaco (così come il drogato) non saranno un modello negativo per i giovani, sarà difficile debellare il fenomeno. Per ora ci si deve accontentare di queste misure proibizioniste. In attesa di un risveglio delle coscienze.
2. I comuni potranno istituire una tassa di soggiorno per chi prenderà "alloggio, in via temporanea, in strutture alberghiere, campeggi, villaggi turistici, alloggi agro-turistici». Si dovrà pagare fino a 5 euro ogni notte.
Ecco, questa misura è davvero scandalosa. L'ho sempre detto: finiranno per tassarci anche l'aria. E ci siamo arrivati. La cosa più vergognosa è che questa nuova tassa andrà probabilmente a trovare la massima applicazione nelle città d'arte. Ora bisognerà pagare pure per vedere (anche solo esternamente!) il Duomo di Firenze!
Non ci siamo. Noi cittadini non possiamo sempre chinare la testa e sottostare a qualunque vessazione.
Io ho già pronta la mia soluzione. Non alloggerò in quei comuni che metteranno la tassa di soggiorno. E non per questo rinuncerò a visitare quella città. Alloggerò nei comuni limitrofi esenti dalla tassa e effettuerò la visita di giorno.
Invito tutti a contrastare l'ennesima tassa in questo modo. Niente più pernottamento nelle città che adotteranno la tassa di soggiorno. Come prima conseguenza ci dovrebbe essere la sollevazione degli albergatori di queste città. E i politici dovranno quindi fare marcia indietro.
Niente più pernottamento nei comuni che adotteranno la tassa di soggiorno.
Antonio S.

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