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sabato, ottobre 28, 2006

Aeropittura e spiritualità futurista

Il Manifesto dell'aeropittura futurista fu firmato nel 1928 da un nutrito gruppo di futuristi: Balla, Benedetta, Depero, Dottori, Fillia, Marinetti, Prampolini, Somenzi, Tato. Non vorrei sbagliarmi, ma nessun manifesto futurista conta un numero di firmatari così esteso.
Come è evidente dalla data di pubblicazione, l'aeropittura nacque solo in una seconda fase del movimento futurista.
Voglio riportarvi la parte centrale e più incisiva del Manifesto.

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NOI FUTURISTI DICHIARIAMO CHE:

1. Le prospettive mutevoli del volo costituiscono una realtà assolutamente nuova e che nulla ha di comune con la realtà tradizionalmente costituita dalle prospettive terrestri;
2. Gli elementi di questa nuova realtà non hanno nessun punto fermo e sono costruiti dalla stessa mobilità perenne;
3. Il pittore non può osservare e dipingere che partecipando allo loro stessa velocità ;
4. Dipingere dall'alto questa nuova realta' impone un disprezzo profondo per il dettaglio e una necessità di sintetizzare e trasfigurare tutto;
tutte le parti del paesaggio appaiono al pittore in volo:
a) schiacciate
b) artificiali
c) provvisorie
d) appena cadute dal cielo
6. Tutte le parti del paesaggio accentuano agli occhi del pittore in volo i loro caratteri di:
folto
sparso
elegante
grandioso
7. Ogni aeropittura contiene simultaneamente il doppio movimento dell'aeroplano e della mano del pittore che muove matita, pennello o diffusore;
8. Il quadro o complesso plastico di aeropittura deve essere policentrico; si giungerà presto a una nuova spiritualità plastica extraterrestre.

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Nel Manifesto ho evidenziato in grassetto un'espressione di particolare importanza. Secondo i firmatari del manifesto l'aeropittura porterà ad "una nuova spiritualità plastica extraterrestre".
Ecco, questo è un tratto su cui in pochi si sono soffermati (che io sappia ne ha parlato Mario Verdone). L'aeropittura porta con sè una sensibilità nuova. Una tensione verso l'infinito e, perchè no, verso il sacro. Alcuni autori del gruppo (Prampolini, Fillia, Dottori), in effetti, presenteranno tratti di una certa spiritualità nelle loro opere. Anche se Marinetti più volte ribadirà il sostanziale anti-clericalismo del movimento, a me pare importante sottolineare che un certo numero di futuristi (e di aeropittori in particolare) si orientò verso la spiritualità, la religiosità e a volte più precisamente verso il cattolicesimo.
A mio avviso si tratta di un approdo inevitabile. E infatti il nostro Neofuturismo ha nella spiritualità e nella tensione verso l'infinito due dei suoi punti forti.
Antonio S.

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2 Comments:

At 30 ottobre, 2006 10:48, Anonymous Anonimo said...

Tempo fa lessi qualcosa a riguardo, se non sbaglio proprio di Mario Verdone. Interessante!
un saluto!

 
At 30 ottobre, 2006 15:28, Blogger Antonio Saccoccio said...

ciao Folletta!
E' probabile, Verdone si è occupato molto di futurismo.

Allora, ti sei fatta coraggio e sei venuta su questo blog "faticoso"? ;-)
ciao e a presto

 

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