Egregi ministri, onorevoli tutti,
premetto che giudico la politica assai noiosa (per colpa vostra). E qui su questo blog cerco di parlarne il meno possibile.
Ma non posso non spendere qualche parola sulla Relazione Tecnica di accompagnamento alla legge finanziaria. Quello che si dice a proposito della scuola è talmente preoccupante da non dover passare sotto silenzio.
Volete effettuare dei tagli sulla scuola. E questo è già grave. Vi assicuro che non è rimasto più nulla da tagliare.
Ma ancor più grave sono le motivazioni da voi addotte.
Leggiamo la Relazione “tecnica” (sic).
“I criteri e i parametri oggi alla base della formazione delle classi, a seguito delle continue evoluzioni del sistema istruzione, necessitano di un aggiornamento, anche introducendo idonei elementi di flessibilità.
La revisione dei criteri e dei parametri deve comunque garantire l’obiettivo di portare la media nazionale del rapporto alunni/classi —dall’attuale valore di 20,6 al valore di 21,0, a decorrere dall’anno scolastico 2007/2008.”
[…]
In particolare, i nuovi parametri e i criteri per la formazione delle classi dovranno determinare per la scuola materna un incremento medio di 0,1 del rapporto alunni/classi, per la primaria di 0,4, per la secondaria di primo grado di 0,4 e per la secondaria di secondo grado di 0,6.
[…]
All’interno delle prospettate iniziative volte all’incremento dell’efficienza del sistema scolastico, in previsione dell’innalzamento dell’obbligo di istruzione per almeno dieci anni, saranno attivati idonei interventi finalizzati al contrasto degli insuccessi scolastici. Detti interventi dovranno prevedere, in particolare, attività d’accoglienza, rimotivazione e riorientamento, nonché l’individualizzazione della didattica in modo da tener conto delle diverse forme di intelligenza e dei diversi stili d’apprendimento, allo scopo utilizzando parte delle risorse destinate alle aree a rischio e parte di quelle relative ai progetti contro la dispersione finanziati anche con risorse
del Fondo Sociale Europeo.
La conseguente riduzione della permanenza media degli alunni all’interno del sistema determinerà una riduzione della spesa per oneri di personale."
Ecco, con quest’ultima frase siamo arrivati al dunque. Cosa volete fare? Volete favorire una permanenza il più possibile ridotta dei ragazzi all’interno della scuola. Ovvero, non bisogna far ripetere anni agli studenti. Detto in termini antiquati: non bisogna bocciare.
Benissimo, onorevoli e ministri. In pratica questa relazione “tecnica” contiene propositi per distruggere potenzialmente quel che resta del sistema scolastico italiano. Chiunque sia all’interno della scuola sa bene che gli unici istituti ancora funzionanti sono quelli in cui i ragazzi che non raggiungono gli obiettivi minimi non vengono ammessi alla classe successiva. Chi è preparato passa l’anno, chi non lo è ripete. Ora, fin qui stiamo parlando su un piano di comune ragionevolezza. Ed è molto grave che chi è al governo sia tanto irragionevole.
Ma voglio andare oltre.
Non solo è sbagliato essere più morbidi e permettere a chiunque di andare avanti. La cosa più importante è comprendere che una delle soluzioni per smuovere le acque dell’istruzione pubblica è quello di avere un sistema in cui non c’è più una normalità (promozione) e una devianza (bocciatura). Un sistema moderno, il sistema del futuro (e vi prometto che presto sarà pronto il Manifesto della Scuola NeoFuturista) dovrà prevedere una modalità molto più flessibile di quella attuale. Mi spiego. In futuro dovrà accedere alla classe successiva soltanto chi abbia raggiunto realmente gli obiettivi didattici ed educativi. In questo modo si otterrà un triplice effetto virtuoso:
1. non ci saranno più classi “ingestibili”, con livelli di preparazione e di maturità talmente eterogenei da non permettere al docente una programmazione adatta alle esigenze di tutti; si eliminerà anche la possibilità di avere degli alunni "disadattati" perchè costretti a seguire programmi troppo avanzati rispetto alle loro reali possibilità.
2. aumentando il numero dei “non promossi” la bocciatura cesserà di essere considerata come un’onta e una vergogna. Si eviterà quella corsa al voto a tutti i costi (altamente diseducativa), perché sarà finalmente evidente il valore formativo e non punitivo della bocciatura. Insomma, fin quando vengono bocciati 2-3 per classe, essere bocciati è una vergogna perché ci si sente tra i pochi non adatti. Se verranno bocciati in 10 tutto diventerà normale ed accettabile senza traumi.
3. Finalmente verrebbe sanata una contraddizione evidentissima: quella per cui perdere un anno alle scuole superiori è un dramma, mentre perdere 3-4-5 anni all’università è la norma. Ora mi sono sempre chiesto: per quale motivo ci si preoccupa tanto di perdere un anno al liceo e poi non si fa neppure caso al fatto di essere 3 anni fuori corso all’università? Questo è un mistero ancora tutto da scoprire (ma forse la spiegazione è semplice: qualcuno ha tutto l'interesse a tenere gli studenti parcheggiati all'università, viste le tasse d'iscrizione!). Ma la cosa più incredibile è che ripetere un anno quando si è ancora giovani è molto più formativo che ripetere un anno di università. Infatti è noto che molti ragazzi non riescono ad affrontare e superare gli esami universitari proprio perché non dispongono di quei saperi di base che si apprendono durante le scuole primarie e secondarie.
Vi ripeto la mia ricetta, che è esattamente agli antipodi rispetto alla vostra.
Per una scuola moderna, per una scuola efficace: promuovere solo chi effettivamente raggiunge gli obiettivi didattici ed educativi. Gli altri ripeteranno l’anno fino al raggiungimento degli obiettivi minimi indispensabili all’accesso alla classe successiva.
Un’ultima richiesta al governo e al ministro dell’istruzione.
Come avete più volte detto, volete aumentare il numero dei ragazzi per classe prendendo a modello altri paesi d’Europa, sostenendo che quasi ovunque le classi sono più numerose che in Italia. Benissimo.
Allora, visto che l’Europa è un modello, quando adeguerete lo stipendio degli insegnanti italiani a quello degli insegnanti degli paesi europei?
Tanto per sapere, onorevoli, perché se l’Europa è un modello bisogna aumentare di molto questi stipendi ai docenti. O forse in questo l’Europa sbaglia?
O forse addirittura non sapete quanto guadagnano in Europa gli insegnanti? Vi rinfresco la memoria con questi numeri (scuola secondaria superiore - stipendi annuali minimi in Euro).
Italy 18.729,00
Sweden 22.397,00
Spain 26.444,00
United Kingdom Scotland 26.987,00
Portugal 17.379,00
Finland 32.200,00
Cyprus 20.339,00
Denmark 34.867,00
Ireland 25.537,00
United Kingdom 30.000,00
Norway 35.893,00
Germany 40.100,00
Belgium French Community 28.558,00
Belgium German Speaking Community 28.820,00
Belgium Flemish Community 29.610,00
Austria 24.002,00
France 30.222,00
Netherlands 29.826,00
Luxembourg 63.421,00
Questi sono numeri, onorevoli. I docenti italiani vogliono avere anche gli stessi alunni della Germania, ma poi vorranno gli stessi stipendi.
Per favore, non ci fate ridere.
Pensate a tagliare dove ci sono gli sprechi e dove tagliare fa bene perché è un’operazione “morale”. Quando si parla di istruzione, di educazione e di formazione, parliamo del nostro futuro.
Con questo vi saluto e vi ricordo: meno bocciati oggi, più ignoranti domani.
Antonio S.
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