Netfuturismo: l'artista e il critico
La pratica avanguardistica portata avanti dal Netfuturismo prevede la necessità di riconsiderare non solo il ruolo dell'artista, ma anche quello del critico.
Quello che il Netfuturismo propone è di unificare le due figure.
Partiamo dal presupposto che oggi il vero artista è l'avanguardista. E l'avanguardista non cerca mai il largo consenso del pubblico.
Oggi non può esistere un grande artista se non è allo stesso tempo un grande critico. Se non si adotta una prospettiva critica, si finisce per accettare il passato e il presente artistico. E quindi per fare arte convenzionale.
Oggi non può esistere un grande critico se non è allo stesso tempo un grande artista. Il critico che non è artista non può mai comprendere i complessi meccanismi del processo creativo. E finisce per dire enormi idiozie o per ignoranza o per interessi e scopi mercantili.
Sintetizzando:
- oggi l'artista è prima di tutto un ricercatore estetico e quindi assomma in sè le qualità anche del critico.
- oggi l'artista è prima di tutto un ricercatore estetico e quindi assomma in sè le qualità anche del critico.
- il critico di mestiere è oggi teoricamente inutile.
- il critico di mestiere serve solo al sistema e al mercato dell'arte, cioè di quell'arte compromessa con il potere che non può essere mai avanguardia.
Il Netfuturismo propone quindi la figura dell'Artista-Critico, che ha avuto il suo grande esempio in F. T. Marinetti e nei suoi scritti teorici, brillante condensato di ideazioni avanguardistiche e critica all'arte del passato-presente. Il Netfuturismo propone di cancellare la vecchia passatista figura dell'artista inconsapevole che crea in preda a raptus mistici-divini e di cancellare allo stesso tempo la figura inutile e dannosissima del critico di mestiere, parassita e complice della mentalità mercantile contemporanea.
Antonio Saccoccio
Etichette: arte, avanguardia, critica, critici, futurismo, Marinetti, mercificazione, netfuturismo, sistema dell'arte
6 Comments:
Mi trovi perfettamente d'accordo sull'argomento. L'artista non può fare arte senza avere delle basi solo perchè si sente illuminato e spinto dal "sacro fuoco", così come il critico avendo tutte le basi non può giudicare qualcosa senza passarci attraverso, qualcosa a lui completamente estranea di cui non capirebbe la maturazione. Pensiero-azione: binomio imprescindibile.
Dylan
Carissima, direi che la tua è una sintesi perfetta.
Non a caso tu sei naturaliter netfuturista ;->
ti aspetto sulla nostra ML
=>F
stai proponendo un'artista inquadrato, un critico capace solo di muoversi attorno ad un obbiettivo, ad uno "schema", di cogliere solo alcuni significati senza ricerca, senz'analisi, senza critica?
la figura dell'artista comprende già quella del critico. l'artista deve mitigare il sacro fuoco con le basi.per far questo deve riuscire a vedersi dal di fuori, a cogliersi attraverso le possibili percezioni del singolo, non della massa.
il critico deve porsi come un singolo che richerca nell'arte la bellezza ma anche il significato innovativo.
Antonella, non ho capito nulla del tuo intervento.
potresti essere più chiara?
(Nel suo soliloquio il Nostro "ABO" usa la metafora dell'operaio che lavora...
...ma l'operaio non ama la macchina in quanto si sente sfruttato della sua forza lavoro (v. Karl Marx) - invece il Nostro non ama l'arte che egli "sfrutta"?!) -...
2)...PERCHE' E' VERO CHE CHI CERCA TROVA:
"In fondo il critico ha bisogno dell’arte, il
critico ha bisogno dell’occasione
dell’arte, anche se non ama l’arte. Io dico
sempre che non amo l’arte, come l’operaio
non ama la macchina su cui lavora. Adopero
criticamente l’occasione dell’opera d’arte
per produrre un discorso teorico. Più che
un critico d’arte, mi piacerebbe
denominarmi un cercatore d'arte. Perchè è
vero che chi cerca trova."
(...ancora, nel soliloquio del Nostro leggiamo di seguito ciò che dice di non essere! Ma?
Altre volte ha detto di essere l'erede dello storico e critico d'arte, lo studioso prof. Giulio Carlo ARGAN - per noi tutti fu una immensa perdita la scomparsa del professor: veramente incolmabile! Come quella di Pierre Restany, il più grande esperto d'arte internazionale del nostro tempo - )
3)"Mentre non sono uno storico, perché, a mio
avviso e paradossalmente, lo storico è quel
parassita di cui parla Diderot nel Nipote
di Rameau, il quale vive garantito da quel
principio d’autorità che il tempo
stabilisce intorno all’opera.
Lo storico, anche grande, è colui il quale,
in effetti, non utilizza l’avventura
intellettuale per esporsi in prima persona,
ma vive una scissione: applica la capacità
mentale, l’apparato tecnico-culturale di
cui dispone tuffandosi nell’opera fino alla
vita, ma dalla testa in giù. È qualcuno,
insomma, che non sa andare nell’acqua
completamente. Resta con la seconda parte
del corpo, con l’apparato genitale e con i
piedi fuori dell’opera."
IL CONCETTO SI COMMENTA DA SOLO...TANTO E' VERO CHE SENZA LO SCAFANDRO DA PALOMBARO, IL NOSTRO CARO ABO, DA “CAGGIANO (SALERNO)”, NON SA ANDARE SOTT’ACQUA – (MA USA PINNE E OCCHIALI, MASCHERA E TUBO IN BOCCA), PER ANDA-RE SOTT’ACQUA COMPLETAMENTE, COME UN PESCECAME AFFAMATO... , CON BUONA PARTE DEL CORPO PIENO DI PARASSITI, MA CON LA PINNA FUORI DAL LIVELLO DELL’ACQUA E VA ALL’AVVENTUROSA RICERCA GALLEGGIAND0... CON L’OPERA.
-COMUNQUE, AL NOSTRO "ABO" VA TUTTA LA NS. SIMPATIA-INVISIBILE DI SEMPRE:
W L’ITALIA, W L’ARTE, W CAGGIANO (SALERNO), (...)….Continua…
Atelier MideuterraneArtePura - Grottaglie-Taranto/Nizza(cell. 3283187713).
Penso che necessariamente un artista deve essere critico di sè stesso e del suo lavoro....Mettere in discussione sempre tutto è l'unico modo per non perdere la strada, guardarsi indietro ogni tanto per verificare se il percorso ha un senso ideologico, concettuale e non la moda del mercato, e continuare a ricercare, sperimentare, lavorare spamodicamente per comunicare al mondo la verità intima delle cose...il critico non serve, il più delle volte se non conosce a fondo l'artista prende delle cantonate solenni!!!!
Electric_Blue
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