Netfuturismo, reale e virtuale, uomo e macchina
Chi non conosce l'ambiente della rete è portato a separare nettamente il virtuale (quello che accade sul web) dal reale (quello che accade fuori dal web) e spesso considera reale solo la vita fuori dal web.
In realtà un'opposizione del genere può far solo sorridere chi ha una certa esperienza del web. Il web non dà origine a nessuna contrapposizione tra reale e virtuale. La vita scorre dentro e fuori dal web. In un modo differente, ma la vita scorre in entrambe le situazioni. Chi parla in quel modo di solito vede le nuove tecnologie come pericolose, come disumanizzanti. Subentra la paura della "macchina", demone della modernità. Spesso è vero proprio il contrario. Le possibilità offerte, ad esempio, dalla rete globale amplificano la comunicazione tra gli uomini, la rendono più semplice, più immediata.
Anche quando siamo al telefono la vita scorre diversamente. Ma la comunicazione al telefono - ci si potrebbe chiedere ingenuamente- allora è reale o virtuale? Il web, così come i precedenti media, hanno semplicemente cambiato le modalità della comunicazione. Ma non esiste nessuna barriera tra reale e virtuale. Più di 10 anni fa un serio studioso di queste realtà, Antonio Caronia, scrisse un testo notevole che già nel titolo, Il corpo virtuale, superava l'antitesi reale/virtuale. Ecco cosa affermava nel 1996 nel corso di un'intervista:
"La cosa importante che spesso si dimentica quando si parla di telecomunicazioni, è che l'interazione importante non è quella tra l'uomo e la macchina, ma quella tra l'uomo e l'uomo mediata dalla macchina. Questa nuova dimensione della comunicazione realizza, in qualche modo, una simbiosi tra l'uomo e la macchina, che crea un sistema nuovo. Il corpo in quanto tale non perde centralità, al contrario l'acquista, ma proprio perché le tecnologie digitali ci mettono in grado di superare la dimensione spazialmente localizzata, determinata temporalmente dell'essere corporeo mediato dalla forma fisica, per arrivare non ad una astrazione mentale, non ad un potenziamento delle sole attività intellettuali, ma, al contrario, per rimettere l'insieme delle facoltà e delle opportunità conoscitive del corpo al centro della scena comunicativa. Il processo di disseminazione del corpo nelle reti implica una ridistribuzione, una ridefinizione del concetto di corpo. Il corpo, come dicevo prima, non deve essere inteso come un puro dato biologico, ma come un insieme di pratiche simboliche, come un insieme di processi culturali che definiscono la sua superficie. Tali processi non solo demarcano l'individuo dall'ambiente identificando il corpo come una funzione di interfaccia, ma, contemporaneamente, anche permettendo di definire l'identità sia individuale che collettiva dell'essere umano. Tutti questi processi che tradizionalmente erano confinati e determinati in larga misura dalle limitazioni fisiche, spaziali e temporali del supporto fisico-biologico del corpo, con le reti vengono largamente ad esser superate. E questo permette, quindi, da un lato di rimettere al centro della questione della comunicazione il fatto che la vera comunicazione non è mai quella tra uomo e macchina ma quella tra uomo e uomo, mediata dalla macchina, e dall'altro permette di ritrovare una sorta di nuova unità nel rapporto tra l'uomo e la macchina".
Il NetFuturismo ha ben chiaro questo passaggio. Per noi la rete globale amplifica le possibilità comunicative. La rete globale non ci impoverisce, ma ci arricchisce profondamente e favorisce lo sviluppo della nostra umanità.
In realtà un'opposizione del genere può far solo sorridere chi ha una certa esperienza del web. Il web non dà origine a nessuna contrapposizione tra reale e virtuale. La vita scorre dentro e fuori dal web. In un modo differente, ma la vita scorre in entrambe le situazioni. Chi parla in quel modo di solito vede le nuove tecnologie come pericolose, come disumanizzanti. Subentra la paura della "macchina", demone della modernità. Spesso è vero proprio il contrario. Le possibilità offerte, ad esempio, dalla rete globale amplificano la comunicazione tra gli uomini, la rendono più semplice, più immediata.
Anche quando siamo al telefono la vita scorre diversamente. Ma la comunicazione al telefono - ci si potrebbe chiedere ingenuamente- allora è reale o virtuale? Il web, così come i precedenti media, hanno semplicemente cambiato le modalità della comunicazione. Ma non esiste nessuna barriera tra reale e virtuale. Più di 10 anni fa un serio studioso di queste realtà, Antonio Caronia, scrisse un testo notevole che già nel titolo, Il corpo virtuale, superava l'antitesi reale/virtuale. Ecco cosa affermava nel 1996 nel corso di un'intervista:
"La cosa importante che spesso si dimentica quando si parla di telecomunicazioni, è che l'interazione importante non è quella tra l'uomo e la macchina, ma quella tra l'uomo e l'uomo mediata dalla macchina. Questa nuova dimensione della comunicazione realizza, in qualche modo, una simbiosi tra l'uomo e la macchina, che crea un sistema nuovo. Il corpo in quanto tale non perde centralità, al contrario l'acquista, ma proprio perché le tecnologie digitali ci mettono in grado di superare la dimensione spazialmente localizzata, determinata temporalmente dell'essere corporeo mediato dalla forma fisica, per arrivare non ad una astrazione mentale, non ad un potenziamento delle sole attività intellettuali, ma, al contrario, per rimettere l'insieme delle facoltà e delle opportunità conoscitive del corpo al centro della scena comunicativa. Il processo di disseminazione del corpo nelle reti implica una ridistribuzione, una ridefinizione del concetto di corpo. Il corpo, come dicevo prima, non deve essere inteso come un puro dato biologico, ma come un insieme di pratiche simboliche, come un insieme di processi culturali che definiscono la sua superficie. Tali processi non solo demarcano l'individuo dall'ambiente identificando il corpo come una funzione di interfaccia, ma, contemporaneamente, anche permettendo di definire l'identità sia individuale che collettiva dell'essere umano. Tutti questi processi che tradizionalmente erano confinati e determinati in larga misura dalle limitazioni fisiche, spaziali e temporali del supporto fisico-biologico del corpo, con le reti vengono largamente ad esser superate. E questo permette, quindi, da un lato di rimettere al centro della questione della comunicazione il fatto che la vera comunicazione non è mai quella tra uomo e macchina ma quella tra uomo e uomo, mediata dalla macchina, e dall'altro permette di ritrovare una sorta di nuova unità nel rapporto tra l'uomo e la macchina".
Il NetFuturismo ha ben chiaro questo passaggio. Per noi la rete globale amplifica le possibilità comunicative. La rete globale non ci impoverisce, ma ci arricchisce profondamente e favorisce lo sviluppo della nostra umanità.
Antonio Saccoccio
Etichette: corpo, macchina, media, netfuturismo, nuovi media, rete, virtuale, web 2.0
6 Comments:
Lo sai Antonio, ne parlavamo l'altra sera al telefono, ho delle riserve su questo tema.
Come te non credo che web e reale possano considerarsi due mondi nettamente scissi, ma neanche nettamente simbiotici. E' vero, il web è solo un mezzo, un tramite molto comodo che abbatte molte frontiere eppure non riesco a dargli campo libero.
Sarà che sono diffidente fino al midollo, o che il non conoscere personalmente il mio interlocutore mi genera un'infantile "paura dell'ignoto" come la chiamo io, ma ho sempre il bisogno istintivo di osservare qualcuno mentre mi comunica qualcosa. Per me il web sarà sempre un mondo limitato che poco ha a che fare con la realtà, ma questo forse è solo un problema mio.
DYLAN
cara Dylan, era un po' diverso il discorso.
E' vero, quello che dici tu fa parte dell'immaginario collettivo, ma qui se vedi la sfumatura è differente.
Non si parla di diffidenza o meno, si parla di un particolare tipo di comunicazione.
Poi si può essere diffidenti o no, ma questo non toglie nulla al fenomeno in questione.
Pensa ad una cosa: il Netfuturismo è nato sul web ma vive anche fuori dal web. E' realtà piena no? Le persone che formano il nostro network in che tipo di comunicazione sono?
Non vedo opposizione con la realtà.
Vedo una sfumatura differente dalla solita realtà.
Ed è una sfumatura migliore.
Non ti sembra?
Mi piace molto questo post Antonio, è ciò che dico a tutti quelli che mi accusano di passare troppo tempo a leggere blog, navigare, chattare e rispondere alle mail, rimproverano la vita virtuale come se poi ci si smaterializzasse, si smettesse di essere carne. Soprattutto: demonizza il mezzo chi ha paura del contenuto, e il contenuto non può che essere frutto di un essere umano, che evidentemente cerca il confronto, e far paura ad altri esseri umani, che non vogliono confrontarsi.
:)
Infatti. E' proprio così. E' un'umanità potenziata. E per questo, da futurista e netfuturista, apprezzo questo potenziamento.
Le possibilità offerte dalla macchina, se colte con giudizio, aumentano e non depotenziano la nostra umanità.
Questo è anche il ruolo di un'avanguardia oggi: capire in che modo dobbiamo relazionarci con le nuove tecnologie.
Bentornata Serbilla!
siamo netFuturisti a Cronaca Falsa?, no perchè faccio tante cose che non so :D
Comunque onore e gloria alla nuova anima
ora passo a visitarti, chardonnay.
E ti faccio sapere.
Coraggio.
Ci vuole coraggio.
ad futurum
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