E' nato il MIDBS, Movimento Internazionale per la Difesa dei Bambini Stirati
E' inutile nasconderci e far finta di nulla: siamo tutti stirati. Chi più, chi meno. Lavoriamo per sfamarci. Sgobbiamo per sopravvivere. E terminiamo i nostri giorni senza aver assaporato il gusto della vita.
Ci stirano e ci facciamo stirare per bene dal primo all'ultimo giorno della nostra esistenza. Si inizia da bambini all'asilo, e si continua sino a quando siamo vecchi all'ospizio.
Siamo un'umanità stirata, stiratissima.
E' necessario quindi intraprendere un progressivo cammino di liberazione dalle varie stirerie che abbiamo messo in piedi nei secoli. Famiglia, scuola, lavoro, arte, sport, media. Ognuno a suo modo è agente stirante, agente che rende piatta e monodimensionale la nostra umanità.
Noi netfuturisti siamo voluti partire dalla scuola, colpevole di stirare milioni di bambini e ragazzi ogni anno.
E siamo voluti partire da Venezia, la più simbolicamente passatista della città italiane.
Occorre ribellarci tutti alla stireria scolastica. Dall'asilo all'università è un susseguirsi di regole, divieti e dogmi che rimbecilliscono la naturale vitalità e il naturalissimo talento dei bambini e dei ragazzi. Tutti devono raggiungere gli stessi obiettivi, tutti devono sapere (e saper fare) le stesse cose. Tutti devono essere accuratamente e perfettamente stirati, pronti per le future stirerie che offrirà la vita.
Ed è per questo che Net.Futurismo ha creato il M.I.D.B.S. (Movimento Internazionale per la Difesa dei Bambini Stirati), che, in occasione del VeneziaCamp 2010 (e in particolare all'interno de La scuola che funziona CAMP), ha invitato a difendere coraggiosamente i bambini dalla Scuola e dagli altri agenti stiranti. I netfuturisti Antonio Saccoccio, Paolo Ciccioli, Gianluigi Ballarani ed Elisabetta Mattia hanno dato vita alla prima perferenza contro la scuola stirante.
Partiamo dai bambini, perchè è il caso di proteggere prima chi non è in grado di difendersi ancora da solo. Ma la nostra azione si diffonderà presto a tutta l'umanità stirata.
Tritiamo i ferri da stiro, tritiamo chi ci vuole stirare.
Antonio Saccoccio
Etichette: ambini stirati, arte, mass media, MIDBS, netfuturismo, passatismo, scuola, umanità stirata, università, Venezia, veneziacamp 2010
13 Comments:
RICETTA STIRABAMBINI
-Prendi un bambino
-prendi un ferro da stiro
-stira il bimbo sulla cattedra (se ti va, puoi farlo con un libro)
-riponilo al suo posto, dopo averlo accuratamente piegato
---------------------
a questo punto, il bambino ormai spiaccicato non sarà più in grado di alzare la testa, nè di stare in piedi; al di fuori della scuola, non sarà in grado di vivere. Eccolo lì, muto, chino su un libro da imparare a memoria: quello è lo studente modello.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Ragazzi sono con voi.
Vorrei citarvi in un prossimo post, ovviamente mettendo il link a questo vostro blog.
I bambini stirati...stupendo. E tristemente vero.
Stiratura è quell'azione
che col ferro incandescente
ti riduce a deficiente
vecchio, adulto o ragazzett
A stirare e inamidare
Si fa presto ad imparare
Ma se scuola vogliam fare
Riponiamo il fer da stir
Licia, contenta di averti fra di noi. Fra poco apriremo le iscrizioni al movimento per la difesa dei bambini stirati.
certo che puoi citarci nel tuo post ;)
coraggio!
A me non piace stirare... e basta!
I Bambini Stirati dal sistema educativo diventano a loro volta lavoranti esecutori di stireria strinante.
Sono danni, il più delle volte, irreversibili che agiscono come agenti inquinanti pericolosi per il pianeta degli uomini, infatti assorbono le intelligenze e asfissiano la libera elaborazione di pensiero.
certo, serena. è quello il vero problema.
chi è stirato, poi stirerà a sua volta.
un dramma.
IO NON VOGLIO STIRARE NESSUNO!
E SCAPPERO' DA CHI MI VUOLE STIRARE!
Invece ci si appresta anche a inamidare oltre che a stirare ...
Sì, confermo.
STIRATURA = "qualità"
APPRETTATURA = "merito"
(e per ora non aggiungo)
© Bambini Stirati edition
sta cosa della qualità e del merito è disgustosa.
L'ultima della Gelmini:
"E' evidente dunque che non e' importante quanto tempo gli studenti trascorrono a scuola, ma migliorare la qualita' del sistema, attraverso meccanismi di valutazione oggettiva"
Se per caso ne dice una giusta (non contano le ore) poi affossa tutto con la sua solita miopia intellettuale ("attraverso meccanismi di valutazione oggettiva").
Povera scuola!
L'obiettivo è stirarci ancora di più!
Sempre di più!
Notare il termine "meccanismo" che la dice lunga sull'operazione di stiratura a cui saremo, tutti noi docenti e studenti, sottoposti.
Alla larga!
PERCORSO DI VERIFICA E VALUTAZIONE PARTECIPATE
1. Decidere a chi proporre la valutazione:
- a un singolo studente o a un’intera classe?
- di quale livello? ( se il livello è troppo difficile, gli studenti potrebbero avere la tentazione di abbandonare; se il livello è troppo facile, potrebbero pensare di saperne abbastanza e rallentare lo studio);
2. Decidere con gli studenti che cosa valutare:
- conoscenze ;
- funzioni;
- abilità;
- modalità di apprendimento;
- strategie di studio;
- attività didattiche;
- percorsi di studio, ecc.
3. Individuare e approntare gli strumenti in base ai punti 1) e 2): schede, griglie, esercizi, questionari, diari, ecc.
Decidere tutto ciò con gli studenti.
4. Stabilire con gli studenti i criteri e le modalità di valutazione.
5. Raccogliere i dati e le informazioni.
6. Analizzare con gli studenti quanto emerso.
7. Decidere con gli studenti le strategie per migliorare.
Piccola nota
Meccanismi di valutazione oggettiva (Gelmini)rispetto a cosa? Con che cosa viene confrontato realmente l'alunno nelle prove nazionali?
-l'alunno viene confrontato con se stesso?
-l'alunno viene confrontato con un obiettivo scolastico?
-l'alunno è confrontato con la norma centrale (programmi)?
-l'alunno è confrontato con i suoi livelli evolutivi?
-l'alunno è confrontato con i compagni?
Se l'alunno è confrontato, come pare di capire, solo con la norma centrale, come potrà migliorare la qualità del sistema? Come si concilia una prova nazionale con il curricolo di valutazione che autonomamente, almeno spero, ogni scuola pensa e mette in atto?. Ah, certo, sei libero di insegnare (è un diritto costituzionale), puoi anche praticare all'infinito percorsi partecipati di verifica e di valutazione, ma i risultati alla fine devono adeguarsi ad uno certo standard nazionale(?) europeo(?). Non importa come ci arrivi, l'importante è che ci arrivi... al risultato! E in attesa di chiarimenti(?) dal ministero su indicatori e descrittori nazionali di prestazione (ogni scuola per il momento usa i propri)OCSE divide et impera!
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