Contro lo stile: dai pittori nucleari al net.futurismo
Più di una volta ci siamo scagliati contro il mercatilismo e l’industria culturale. Più di una volta abbiamo portato alla luce il meccanismo vizioso che regola il circuito arte-prodotto-mercato. Più di una volta abbiamo sostenuto che l’arte se non vuole essere mercificata deve uscire fuori dai meccanismi di produzione. D’altra parte più di una volta abbiamo affermato l’indiscutibile superiorità delle avanguardie storiche rispetto alle avanguardie del secondo Novecento. Oggi vogliamo rendere omaggio ad un gruppo di artisti che videro negli anni Cinquanta quello che oggi è sotto gli occhi di tutti. Quegli artisti intuirono che le avanguardie storiche avevano fatto molto ma non tutto. Restava da abbattere un ultimo retaggio del passato: lo stile. È la ripetizione di prodotti caratterizzati e riconoscibili da uno stile preciso che favorisce la mercificazione dell’arte. A volte lo stesso artista è portato a sacrificare l’invenzione per privilegiare la ripetizione e la salvaguardia di un certo stile. Ma ascoltiamo gli stessi pittori nucleari (tra cui ricordiamo almeno figure del calibro di Enrico Baj e Piero Manzoni) nel loro manifesto “Contro lo stile” del 1957:
"Ma ogni invenzione rischia ora di divenire oggetto di ripetizioni stereotipe a puro carattere mercantile; è quindi urgente intraprendere una vigorosa azione antistilistica per un’arte che sia sempre «autre».
«De Stijl» è morto e sepolto ed è al suo contrario – l’antistile – che spetta ora di abbattere le ultime barriere della convenzione e del luogo comune, le ultime che la stupidità ufficiale possa ancora opporre alla definitiva liberazione dell’Arte.
Già l’impressionismo liberò la pittura dai soggetti convenzionali; Cubismo e Futurismo a loro volta tolsero l’imperativo della limitazione oggettiva e venne poi l’Astrazione per dissipare ogni residua ombra di una illusoria necessità di rappresentazione. L’ultimo anello di questa catena sta per essere oggi distrutto: noi Nucleari denunciamo oggi l’ultima delle convenzioni – lo stile".
Oggi possiamo vedere cosa è rimasto dell’arte per non aver seguito la strada indicata da questi artisti. Il net.futurismo ribadisce che ogni creAzione deve essere unica e sempre nuova. Ogni volta che l’artista ripete se stesso confessa a se stesso e al mondo intero di non possedere alcuna vena creativa. E confessa a se stesso e al mondo intero che il suo fine non è la creazione e la ricerca estetica, ma il commercio.
I pittori nucleari, in conclusione del loro manifesto, dichiararono:
"Noi affermiamo l’irripetibilità dell’opera d’arte".
Oggi noi net.futuristi integriamo:
"Noi affermiamo l’irripetibilità dell’opera d’arte. Le riproduzioni sono affidate alla tecnologia e hanno come risultato l'abbattimento dei costi dell'opera e dell'aura dell'artista. Tutto il resto è merce, artigianato e/o spettacolo"
Etichette: arte, avanguardia, contro lo stile, cubismo, Enrico Baj, futurismo, net.futurismo, Piero Manzoni, pittori nucleari
5 Comments:
1955 J.J.Sweneey, direttore del museo Solomon R. Guggeneheim di New York intervista Marcel Duchamp:
J.J.S. - Secondo lei il gusto sarebbe la ripresa di ogni cosa già accettata.
M.D. - Proprio così. E' un'abitudine. Ricomincia la stessa cosa per un po'ed essa diventa un gusto. Se interrompi la tua produzione artistica dopo aver creato una cosa, essa diventa una cosa in sè e tale rimane. Ma se si ripete un certo numero di volte, diventa gusto.
"Ho sempre considerato la pittura una questione di impegno morale più che un fatto plastico, ma ora che, in nome dell'avanguardia, tutti si sono messi a fare quadri bianchi o a non farne del tutto, la cosa sta diventando altamente immorale e dovrò essere ancora più rigido per evitare la confusione e gli equivoci". (Piero Manzoni 1962 ca.)
lo stile è una forma d'abitudine, come tale è santa e come tale da abbattere. ogni volta che ci si accorge che un modo diventa stile, uso, abitudine, questo deve essere superato.
ce lo siamo detti anche in partenza. se il net.futurismo dovesse essere riconoscibile da uno stile sarebbe rapidamente superato. come succede adesso se riguardiamo alle cose lasciate dai nonni futuristi: sono retaggio del passato. invece le idee no, quelle non passano. quando sono buone crescono, si rafforzano, si stratificano, ma non muoiono. quando sono idiozie o inadeguate è bene che muoiano. che il nostro primo impegno sia per idee buone ed il loro miglioramento. le produzioni artistiche non saranno che una diretta emanazione destinate a morire un secondo dopo e a testimoniare solo il percorso delle idee. non diventeremo mai ricchi così, o forse siamo già i più ricchi?
Per dire un nome, Marinetti era immediatamente riconoscibile proprio per il suo stile.
ottimo dylan. straordinarie e pertinentissime citazioni. Quella di Manzoni è a dir poco entusiasmante. Ho sempre considerato la pittura una questione di impegno morale più che un fatto plastico, ma ora che, in nome dell'avanguardia, tutti si sono messi a fare quadri bianchi o a non farne del tutto, la cosa sta diventando altamente immorale e dovrò essere ancora più rigido per evitare la confusione e gli equivoci. net.futurismo al 100%. Perchè non pubblichi queste citazioni sul tuo blog? Qui andrebbero perse nel flusso dei commenti e invece meritano spazio e visibilità massima. A proposito invito tutti a visitare http://www.pieromanzoni.org
gianni, hai ragione. so che questo discorso sull'abitudine ti coinvolge molto. se pensi che qui l'abitudine è addirittura voluta e premiata con maggiori guadagni, possiamo renderci bene conto della fine che abbiamo fatto.
sì, non diventeremo mai ricchi così, ma in effetti già siamo molto più ricchi di chiunque altro.
anonimo, ti ha risposto già gianni quando ha detto "come succede adesso se riguardiamo alle cose lasciate dai nonni futuristi: sono retaggio del passato". Lo stesso manifesto "Contro lo stile" cita i futuristi come fondamentali per aver tolto la limitazione della rappresentazione oggettiva, ma chiarisce che non erano ancora arrivati alla consapevolezza che anche lo stile fosse da abbattere. Comunque anche Marinetti ebbe un'evoluzione notevole in 35 anni di futurismo. Se lo si conosce bene si può riconoscere la sua mano in tutta la sua produzione, ma di sicuro ha prodotto opere di natura assai varia, tanto da poter sembrare scritte da autori differenti.
=>F
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