LIBERI DALLA FORMA

IL PRIMO BLOG NET-FUTURISTA

venerdì, novembre 05, 2010

reTEale: il virtuale è più reale del reale

Ritorniamo brevemente a parlare della famigerata distinzione tra "reale" e "virtuale".
Ogni volta che pronuncio il termine "virtuale" riferito a ciò che avviene su internet non posso fare a meno di provare un profondo senso di fastidio. Mi è capitato recentemente di affermare, durante il congresso mondiale dei transumanisti TransVision 2010, di detestare il termine "virtuale" (nel video intorno al minuto 40). E l'ho fatto nel momento in cui presentavo e spiegavo la categoria del "reTEale" (della "reTEaltà"), elaborata e praticata da anni dal movimento netfuturista. Abbiamo chiarito che non esiste una contrapposizione tra gli ambienti sociali sul territorio e quelli presenti sulla rete internet. Esistono ovviamente notevoli differenze (alcune evidenti, altre meno), ma non è possibile continuare a definire in modo penosamente limitante gli ambienti sociali online come "virtuali". D'altra parte sappiamo che l'aggettivo si porta dietro la sfumatura filosofica negativa di un qualcosa che è in potenza e non si trasforma in atto. Un buon riscontro lo trovo in questi giorni nelle parole pensate da Roberto Maragliano in occasione di un convegno sugli spazi dell'educazione.

È frequente imbattersi in un approccio riduttivo al rapporto fra la cosiddetta “realtà” e quanto va generalmente sotto l’etichetta di “virtuale”. Riduttivo nel senso che il secondo termine di tale rapporto viene a caricarsi dell’insieme di pregiudizi negativi tradizionalmente associati all’idea di “immagine”, quando in essa (secondo una tradizione peraltro caratterizzata da nobili origini) si vede soprattutto una “ri-presentazione” inautentica di realtà. Allo stesso modo, nel virtuale si tende a cogliere una “copia” limitata quando non deforme del reale, un qualcosa dunque di ingannevole, di astratto rispetto alla realtà fisica, e non di estratto da essa.

Anche Maragliano si rende bene conto di questo problema, che - si badi bene - non è per nulla soltanto terminologico. Come sosteniamo da tempo, dietro parole fasulle ci sono idee fasulle. Ed è per questo che chi ha nuove idee deve riuscire a ricreare ogni giorno anche la lingua che esprime quelle idee. Le idee nuove nascono anche a partire dall'impiego di nuove tecnologie. Cambiando la tecnologia, cambia il rapporto dell'uomo con il mondo, cambiano le idee dell'uomo sul mondo, devono quindi cambiare anche i termini per esprimere quelle idee.
Con il termine reTEaltà abbiamo voluto fondere l'idea di rete, che costituisce il paradigma emergente negli ambienti ancora definiti "virtuali", e la realtà. Questi ambienti "virtuali" sono a ben vedere reali, nel senso che ci si ritrova ad avere a che fare con la realtà, declinata (mediata) in vario modo. Non solo. Il paradigma emergente negli ambienti "virtuali" è la rete, paradigma che di rimando è destinato ad influenzare profondamente (e già lo sta facendo) gli ambienti "reali". Le relazioni evolveranno sempre più reticolarmente: internet ha fornito un modello da mettere in pratica ovunque (è già in atto la demolizione del tradizionale paradigma conoscitivo, e sarà presto in atto la demolizione del paradigma politico gerarchico autoritario).
Più interessante ancora è il fatto che il NetFuturismo abbia dato prova di tutto questo in fase non solo teorico-riflessiva, ma anche sperimentale (anzi la fase riflessiva accompagna costantemente l'immersione attiva nel nuovo modello). In questi anni il gruppo nato sul web ha messo in atto negli ambienti online attività reticolari d'avanguardia per poi portare la stessa modalità operativa nelle attività sul territorio (ideazione, progettazione e realizzazione di eventi espositivi e performativi: mostre, conferenze e spettacoli per intenderci). E così il paradigma nasce e si sviluppa negli ambienti "virtuali" per poi influenzare gli ambienti "reali".
In questo caso il virtuale non è di certo la brutta copia del reale.
E non è neppure ciò che non riesce a diventare reale.
Il virtuale è più reale del reale.


Antonio Saccoccio

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3 Comments:

At 08 novembre, 2010 11:32, Blogger Giovanni Getto said...

> dietro parole fasulle ci sono idee fasulle
prima lo si capisce e prima si cessa l'incanto del più grande inganno della storia.
grazie antonio per il brillante post

 
At 14 novembre, 2010 14:04, Anonymous Anonimo said...

Nuovi linguaggi..?
Innanzitutto sono si necessari nuovi linguaggi. ma non secondo me non vanno intesi come nuovi strumenti espressivi.Che cambierebbe? Ma non solo. Sto riferendomi a nuovi modelli e metafore per leggere il reale e progettarne un altro. Nuovi modelli e nuove metafore che si condensino in una nuova visione del mondo. Se preferisci parlare di una nuova cultura facciamolo, ma stando attenti a che non si scivoli nella retorica, rischio al quale l’uso di questa parola ci sottopone,e che mi pare emerga dalle tue parole. E poi!vogliamo smetterla di denunciare il passato? Sta diventando noioso e sterile Lo stiamo facendo, e con ragione, dal mitico '68! Adesso è il momento di lasciar riposare per un po' la denuncia e la protesta anche perchè, se siamo onesti, dobbiamo chiederci: ma noi dove eravamo in questi anni di proteste( io non ero neppure nata).Che Cominciamo ad evitare anche un altro rischio: che le idee siano solo qualche stranezza piccola, piccola e carina che faccia sorridere di compiacimento( come il netfuturismo) Il compiacimento di un movimento che sorride compiaciuto alle domande ingenue o alle tenere smorfie di innovatori eterni fanciulli.
Proviamoinvece allora a proporre un tipo di idee che sono necessarie a uomini che vogliano tornare liberi e forti. Liberi dalla crisi e così forti da sapere generare un nuovo mondo,idee buone che possno arrivarci anche dalla storia!
il paradosso è che la materia prima (modelli e metafore) per formare questa nuova cultura esistee viene anceh dal passato.Non si puo buttare via l'acqua sporca con il bambino dentro.Le ideologie sono acqua sporchissima, soprattutto di sangue. Il bambino è l’aggettivo “grande”. E’ da salvare perché non abbiamo bisogno di grandi ideologie, ma di grandi storie sì! Storie di una nuova società che potrà solo nascere solo come SINTESI DI GRANDI RACCONTI che nascono in ogni anfratto di una societàPASSATA PRESENTE FUTURA.

 
At 14 novembre, 2010 16:11, Blogger Antonio Saccoccio said...

gianni, sei tu il vero maestro nello svelare idee e credenze fasulle ;)

anonimo, tutto ciò che cerchi qui lo trovi, se sai intendere ciò che scriviamo. abbiamo dato la nostra interpretazione della realtà contemporanea, abbiamo creato un nuovo modello di uomo in cui credere. se qualcuno sa fare di meglio (ma attualmente non c'è nulla di paragonabile nel deserto del pensiero occidentale) ben venga. noi desideriamo applaudire chi ci supererà!
e ricorda che la retorica è solo in chi non ha cuore. qui abitano persone con cuore e cervello immensificati. e nella difesa dell'infame e servile passato la retorica che ci proponi tocca il suo apice massimo.
sai anche che il netfuturismo è tutto tranne che piccolo e carino. a che ti serve questa puerile provocazione? per di più senza lasciare una traccia della tua esistenza su questo mondo? il netfuturismo è enorme e anticarino. e sta scritto ovunque.
per la prox volta prego firmati e linka qualcosa relativo alla tua esistenza, altrimenti la caccia al netconiglio avrà inizio. con sommo godimento di tutti gli uomini liberi del pianeta.

ad futurum

 

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