Neoavanguardia e manierismo: l'opinione di Stefano Zecchi
L'esigenza di un neofuturismo nasce dal sostanziale fallimento delle avanguardie del secondo Novecento. Qui si è detto più volte che a differenza delle avanguardie storiche dell'inizio del XX secolo, che nascevano da una precisa necessità di rinnovamento culturale, le neoavanguardie hanno portato avanti un rinnovamento delle forme vuoto e sterile.
Nel testo "L'artista armato" (1998) Stefano Zecchi si produce in un affondo convinto e condivisibile contro le avanguardie del Novecento. Tuttavia, anche Zecchi è convinto che il vero problema l'abbiano creato le neoavanguardie, riconoscendo invece l'importanza delle avanguardie storiche.
Leggiamo qualche passo di Zecchi.
"L'ideologia del nuovo, come categoria estetica, è dunque espressa nel fare artistico con lo sperimentalismo: puro gioco di rappresentazioni, di variazioni continue delle materie e delle forme senza una vera modificazione dei significati, senza che si producano valori antagonisti a ciò che già esiste".
"Oggi l'arte sperimentale non può che friggere e rifriggere cose passate: è l'arte più noiosa e manieristica che l'Occidente, nella sua storia millenaria, abbia mai visto".
E poi, in un'intervista del 20 ottobre 2004.
"In effetti con Cézanne si interrompe quell'equilibrio tra forma e capacità espressiva. Tuttavia, all'origine, gli sperimentalismi erano dotati di un alto potere estetico e comunicativo, che venne dissipato irrecuperabilmente dai manierismi degli epigoni. Non si può, d'altra parte, disconoscere il fatto che le premesse di un impoverimento della capacità semantica e comunicativa dell'opera artistica fossero presenti già dall'inizio".
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Perfetto. Fa piacere leggere uno studioso del calibro di Zecchi affermare quanto convintamente sostengo da un paio d'anni su questo blog. Mi sono più volte espresso contro lo sperimentalismo di maniera tipico delle neoavanguardie. Qualsiasi avanguardia deve nascere (proprio come il neofuturismo) da un'esigenza viva. Non deve essere un semplice gioco formale. Non si può mortificare l'arte e ridurla ad un giochino, o al massimo ad un'inutile costruzione intellettualistica.
Lo sperimentalismo e l'avanguardia hanno senso solo quando sono il frutto di un'esigenza vissuta nel profondo dall'artista. Quando diventa gioco e moda, lo sperimentalismo conduce inesorabilmente alla morte dell'arte.
Antonio S.
Etichette: arte, avanguardia, futurismo, neofuturismo, Zecchi
3 Comments:
Un caro saluto a te, Antonio.
Ottimo. Posso darle una modesta indicazione? Legga "L'esteta armato. Il Poeta-Condottiero nell'Europa degli anni Trenta" (il Mulino 1990), di Maurizio Serra, ottimo storico, e quel che più conta, personaggio "televisivamente" poco noto. A differenza di Zecchi...
Cordiali saluti,
Carlo G.
Grazie dell'indicazione.
Il titolo sembra molto attrante. Lo sarà di sicuro anche il contenuto.
un saluto e grazie ancora
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