LIBERI DALLA FORMA

IL PRIMO BLOG NET-FUTURISTA

mercoledì, gennaio 10, 2007

La dittatura dell'uomo-massa

Sono solito usare per descrivere l'uomo contemporaneo due termini che usò più di settant'anni fa il grande filosofo Ortega y Gasset: l'uomo-massa, l'uomo medio.
E' questo tipo di uomo che costituisce il cancro della nostra società. L'uomo che crede di sapere e invece non sa nulla. L'uomo che ripete scimmiescamente ideuzze e luoghi comuni sentiti qua e là dopo averli incamerati senza il minimo vaglio critico.
Questo è l'uomo-massa, questo è l'uomo medio.
Ci sono numerosi passi del saggio La rebelíon de las masas (1930) di Ortega y Gasset in cui viene descritto un tipo di uomo simile all'attuale. Leggendo questi passi non si può non stupirsi del fatto che Ortega già coglieva nella prima metà del secolo scorso quella tendenza alla massificazione del pensiero che oggi è una realtà diffusa in ogni zona del mondo.
"Non intendo dire che l'uomo-massa sia ignaro. Quello attuale, al contrario, è più reattivo, possiede maggiori capacità intellettive di qualunque altro nel passato. Ma queste capacità non gli servono a nulla; a rigore, la vaga sensazione di possederle gli permette di chiudersi maggiormente in se stesso e di non usarle. Una volta per sempre egli consacra l'assortimento di luoghi comuni, di pregiudizi, di parvenze d'idee, o semplicemente di vocaboli vacui che il caso ha ammucchiato nella sua coscienza e, con un'audacia spiegabile soltanto con l'ingenuità, cercherà di imporli ovunque. [...] Non che l'uomo volgare ritenga d'essere eccellente e non volgare, ma che proclami e imponga il diritto della volgarità, o la volgarità come un diritto".
"L'uomo medio possiede delle "idee", però manca della funzione di pensare".
Ecco il cuore del problema. L'uomo-massa, l'uomo medio(cre) non pensa autonomamente. Prende le idee in prestito affastellando tutti i pregiudizi e luoghi comuni più diffusi nella società e cerca a sua volta di imporli a tutti gli altri, comprese le minoranze pensanti.
A mio avviso questa rovina è storicamente dovuta alla diffusione dell'istruzione (di una pessima istruzione, si intende) in larghissime fasce della popolazione. La gente si è illusa di sapere, mentre non faceva altro che ripetere pappagallescamente le idee degli altri. Con il risultato che oggi, molto di più che all'epoca di Ortega, l'uomo-massa è il vero e indiscusso dittatore.
Il compito, arduo ma non impossibile, che spetta all'uomo esterno alle masse, all'uomo ancora pensante è quello di demassificare l'uomo medio. Bisognerà produrre nell'uomo-massa un distacco da questa modalità esistenziale e il ricongiungimento con il proprio sè, con la capacità di produrre e creare pensiero in modo autonomo.
La rivoluzione neofuturista parte da questi presupposti. Risvegliare l'uomo-massa sarà il suo compito. Con il pensiero, con l'azione, con l'arte.
Antonio S.

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19 Comments:

At 11 gennaio, 2007 20:50, Anonymous Anonimo said...

ciaoo!!
bello il tuo blog!
se ti va passa dal mio!!

www.freepenguin.135.it

Andreaaa

 
At 11 gennaio, 2007 20:52, Anonymous Anonimo said...

impresa titanica, mi pare. considerato anche che il SISTEMA ha tutto l'interesse che ciò non accada

 
At 11 gennaio, 2007 21:34, Blogger Antonio Saccoccio said...

Ci si prova, holdenC.
So che è davvero impresa dura, forse titanica.
Ma è arrivato anche il momento di essere titanici.
ciao

 
At 11 gennaio, 2007 23:27, Anonymous Anonimo said...

lunacies in risposta ad un mio post ha scritto: "Questo fa capire quanto la massa sia una bestia ignorante!.. i singoli forse sono intelligenti.."
Un pensiero che condivido. Se si vuole cambiare qualcosa, bisogna farlo smuovendo le coscienze dei singoli.
Secondo me la massa non va ne disprezzata ne demonizzata, va capita e aiutata,altrimenti si rischia, come è successo ad alcuni grandi pensatori di essere accostati, da alcuni critici storici, al fondamento teorico dei totalitarismi .
grazie per la bella riflessione

 
At 12 gennaio, 2007 00:11, Blogger Antonio Saccoccio said...

Grazie a te per l'intervento, nabladue.
Si può agire sull'uomo-massa.
Certo che si può agire, altrimenti non starei qui a scrivere.
L'unico modo è ridare all'uomo-massa la visione di un mondo migliore di quello in cui è confinato.
Risvegliando in lui la vitalità assopita e la creatività mortificata.
Solo se l'uomo-massa riproverà queste emozioni potrà decidere di abbandonare il grigiore della sua vita e buttarsi nell'avventura di essere realmente un uomo vivo.
In questo un ruolo essenziale avrà l'arte. Non sono solo io a pensarla così. I Neofuturisti sono sempre più convinti che l'Arte è l'unica igiene del mondo.
Un caro saluto!

 
At 12 gennaio, 2007 13:49, Anonymous Anonimo said...

"A cercar la bella morte"

 
At 13 gennaio, 2007 15:19, Anonymous Anonimo said...

Ciao Antonio...sono Sleep.
E' molto che non passo,mi spiace ma non credo che riuscirò ad essere presente nel blog come prima...non ci crederai, sono riuscita ad aumentarmi il lavoro, e credo che questa cazz...me la sono anche creata con le mie mani...(un genio sono, lo so).
Comunque, ogni volta che potrò verrò a trovarti per un saluto, almeno....
Baci, Sleep.

 
At 14 gennaio, 2007 08:45, Anonymous Anonimo said...

L'uomo massa farà sempre parte della massa da aggregare.
Quello che occorre è un'elite.
Le pecore non intruppano i cani pastore.
Un saluto.

 
At 14 gennaio, 2007 11:45, Anonymous Anonimo said...

Ricordo che per Ortega è uomo-massa anche uno scienziato, o persino un genio, non appena costui pretenda d'interferire in campi in cui non ha alcuna competenza. Viceversa non è uomo-massa un operaio che fa bene il suo mestiere e si attiene alla massima "ne sutor ultra crepidam" (ciabattino, fa' il tuo mestiere). Su questa persona in effetti la società può fare affidamento. E' un elemento prezioso.

Nella "ribellione delle masse" Ortega constata che le masse si arrogano competenze che non hanno e non hanno più alcun rispetto per chi ne sa indubitabilmente più di loro: odiano i migliori. In questo consisterebbe la - per Ortega - perniciosissima ribellione delle masse. Questo avveniva in Spagna, ma probabilmente ovunque: non si spiegherebbe altrimenti l'incredibile successo di questo libro che ha ben 75 anni e non li dimostra.

I migliori. Per Ortega sono le elite che devono guidare la nazione. Non può essere diversamente. In ogni tempo e in ogni luogo si sono formate le elite. Negarlo è assurdo. Giusto, sbagliato? Direi che ha ragione. Alcuni (cretini) considerano Ortega un "elitario". Ma l'elite di Ortega è costituita da gente che lavora e tende a un miglioramento continuo (delle sue capacità, delle sue conoscenze, della sua umanità). Non è un elite sfruttatrice che mantiene le distanze dal volgo. E' elite per virtù innate, ma anche per l'incessante opera di perfezionamento. Non è un'elite parassitaria e usurpatrice.

Abbiamo dunque un'elite e ... gli altri. Che fare di questi altri? La risposta di Ortega: elevarne il livello. Ma la massa non sarà mai elite. Anzi dovrà - docilmente - seguire le elite, come è normale e giusto che sia.

Questo discorso può anche non piacere (Ortega reazionario). A me sembra giusto.

Come demassificare l'uomo-massa? Una volta questa funzione spettava
alla scuola che doveva "formare" l'uomo e anche le elite (i migliori). Oggi invece - come ai tempi di Ortega - non devono esistere più né elite né migliori: siamo tutti uguali. E siamo tutti dei geni. Sarà (in realtà non è). Tutti si credono in grado di trinciare giudizi su qualsiasi cosa. Ma ciò comincia già a scuola: prima ancora di avere appreso qualcosa (e anche un po' di nozioni vanno bene, santo cielo: sempre questa polemica contro il nozionismo!) l'incompetente è invitato a esprimere un suo personale giudizio su cose che appena conosce. Non importa se dice idiozie: l'idiozia è considerata espressione della sua personalità e in quanto tale preziosa. Ma quale personalità? Studiassero piuttosto!

Ciao.
Sergio

 
At 14 gennaio, 2007 11:58, Blogger Antonio Saccoccio said...

Sleep, un caro saluto anche a te. Non pensare solo a lavorare e ritorna qui spesso! ciao!


Eremo, serve un'elite che funga da soggetto trascinante. Servono delle guide. Non c'è dubbio.

Caro Sergio, sono perfettamente d'accordo con te.
E aggiungo che l'uomo massa è per Ortega anche il tecnico specializzato che lavora meccanicamente e non ha percezione di cosa sia la scienza nela sua globalità. E quest'uomo avrà la presunzione di sapere anche in altri campi (e diventerà così uomo-massa anche lui).
Pensate a quanti ingegneri o medici oggi non sanno una virgola al di fuori del loro campo, eppure li sentiamo argomentare di storia e di politica!

Ortega ci propone un'elite virtuosa. Ormai siamo abituati a giudicare male qualsiasi elite. E con questo ci siamo condannati alla mediocrità. Da sempre la storia la fanno le elite. Il problema è che in Italia certa ideologia in nome dell'egalitarismo ha proposto di considerare le elite come pericolose e quindi le ha disprezzate sempre (anche se questa stessa ideologia aveva comportamenti assai elitari ponendosi come unico riferimento culturale e artistico per decenni).

Oggi la situazione è ancora peggiorata. L'uomo-massa si è servito dei mezzi di comunicazione di massa per rafforzarsi nelle sue convinzioni.
E così se al tempo di Ortega c'era la ribellione dell'uomo massa, ora c'è la dittatura dell'uomo massa.

 
At 14 gennaio, 2007 12:49, Blogger Sergio said...

Le "elites" virtuose non sono mai esistite e mai esisteranno.
E' vero che la storia la hanno sempre fatta le "elites" e mai la massa, però, ci hanno sempre guadagnato.
Tutto il resto è utopia.

P.S. - Sono un altro Sergio

 
At 14 gennaio, 2007 13:43, Anonymous Anonimo said...

Appunto! Il resto è utopia.

 
At 14 gennaio, 2007 14:17, Blogger Antonio Saccoccio said...

Fatemi capire. Quando dite "è utopia" volete dire che non è possibile avere delle elites virtuose?

Bene, allora io vi dico che io credo a questa possibilità. Possono esistere uomini-guida disinteressati. Anzi, vi dico che i neofuturisti vogliono proprio avere questo compito.
Quello che è importante è demassificare l'uomo medio in modo che ogni uomo possa sviluppare il proprio sè e sia capace di avere la propria visione del mondo .
Per questo le elites non serviranno che in una fase iniziale.
Non disperate. La lotta è appena iniziata.

 
At 14 gennaio, 2007 15:53, Anonymous Anonimo said...

In un commento precedente avevo, ed auspico, l'avvento di una "Elite".

 
At 14 gennaio, 2007 17:17, Anonymous Anonimo said...

Buona domenica
Elisea

 
At 14 gennaio, 2007 18:38, Blogger Antonio Saccoccio said...

Ok, Eremo. Così si ragiona. ;-)
Buona domenica a te, Elisea.
Un abbraccio!

 
At 15 gennaio, 2007 21:34, Anonymous Anonimo said...

Il solito errore delle pecore vanitose: credere che far parte di un gregge più piccolo significhi non essere pecora :)
E l'ennesimo errore del mediocre: credere che associarsi alla condanna dell'uomo comune lo salvi dall'essere altrettanto comune.

 
At 13 febbraio, 2007 17:39, Blogger Stefano Moracchi said...

Una volta si dicevano "avanguardie".
Poi Pareto e Michels se la presero con le elites.
Ma molto tempo prima c'era già chi credeva nel filosofo guida attraverso la scienza positiva.
Se vogliamo andare ancora più indietro arriviamo a Platone e al disinteresse dell'uomo-guida.
Dov'è il nuovo?

 
At 22 febbraio, 2007 15:46, Blogger Giulio Morera said...

anche io stò studiando la funzione dell'uomo-massa e il singolo-elevato, particolarmente nella poesia. Le conclusioni che stò tirando fuori sono abbastanza simili, ma individuerei la differenza più grande in questo: L'uomo-massa non è una creatura salvabile, in quanto abituato per sua stessa natura ad omologarsi al pensiero. Far credere all'uomomassa di essere un uomo non-massa, porterebbe all'inglobazione nella massa di tutti gli uomini non-massa. Spero di essere stato chiaro.

 

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