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lunedì, gennaio 15, 2007

Il futurismo a Firenze: l'epica serata al teatro Verdi

Uno degli episodi più noti del futurismo fiorentino fu indubbiamente la serata al teatro Verdi.
Sul palcoscenico c'erano Marinetti, Cangiullo, Boccioni, Carrà, Soffici, Papini, Tavolato e Scarpelli.
Il teatro è pieno.
Ecco come ricorda Alberto Viviani la serata:
"Dirò adesso una volta per tutte che non appena gli amici furono sul palcoscenico e la luce fu tutta accesa i clamori si trasformarono in un boato veramente bestiale e pauroso che non rallentò un istante la sua foga e la sua intensità. Qualche cosa insomma come i soffioni boraciferi di Larderello con accompagnamento di trombe e di piatti. Contemporaneamente dalla platea, dai palchi, dal loggione, incominciò un abbondante e ben diretto tiro di papate, carote, cipolle enormi, assa fetida, acciughe, uova mele, pastasciutta, lampadine elettriche, ceci ed altro ancora. A metà serata Marinetti venne colpito in un occhio da una patata che gli produsse una grossa e dolorosa ecchimosi. Cangiullo che aveva mantenuto sino allora la sua aria sorniona di placido napoletano ebbe invece uno scatto bellissimo: corse al limite della ribalta e con bella foga si dette a ributtare in platea i proeittili vegetali accompagnandoli con una filza di parole non certo lusinghiere e modeste, in pretto napoletano".
Ma ora ascoltate cosa disse Marinetti in quell'occasione.
"La vostra frenetica allegria mi dà piacere poichè segna un nuovo trionfo per il nostro movimento eroico. E certo che da più di cinquant'anni, non s'era mai vista tanta esuberanza di vita giovanile in questa vecchia fortezza del passatismo!"
E poco dopo:
"Noi siamo pochi domatori in una gabbia di belve ruggenti ma impaurite"
Ma l'espressione più bella la trovò quando rispose all'ennesimo lancio di proiettili:
"Siete seimila mediocrità contro otto artisti dei quali non potete negare il formidabile ingegno! Non ci farete indietreggiare neanche a revolverate!"
Ecco il vero spirito futurista perfettamente rappresentato da Marinetti. Il coraggio di fronteggiare la folla becera e passatista a viso aperto, sfidandola senza nulla temere.
Quale differenza se pensiamo ai nostri attori e uomini di teatro servi dell'applauso, vilmente compiacenti nei confronti del pubblico più sonnolento e decerebrato.
Ricordare Marinetti è oggi un dovere per chiunque voglia rinnovare il nostro paese.
Antonio S.

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5 Comments:

At 15 gennaio, 2007 22:52, Anonymous Anonimo said...

un bacio
Elisea

 
At 17 gennaio, 2007 14:24, Anonymous Anonimo said...

"Siete seimila mediocrità contro otto artisti dei quali non potete negare il formidabile ingegno! Non ci farete indietreggiare neanche a revolverate!"

Sono d'accordo...è l'espressione che meglio rende l'idea!!! ;-)

Un abbraccio!!!

 
At 17 gennaio, 2007 15:56, Blogger Antonio Saccoccio said...

Grazie, Elisea! un saluto e a presto.

Cara Silvia, strepitosa quella frase vero?
Ce ne vorrebbero oggi di Marinetti, pronti a prendersi una patata in faccia, pur di risvegliare il paese.
un abbraccio anche a te!

 
At 17 gennaio, 2007 23:15, Blogger Unknown said...

A firenze di passatisti ce ne sono tanti.. :)

 
At 18 gennaio, 2007 00:18, Blogger Antonio Saccoccio said...

sì! A Firenze c'è davvero un passatismo diffusissimo.
Ci sarà un bel lavoro da fare.
Ma abbiamo un grande neofuturista da quelle parti! Ci penserà lui ad organizzare una serata neofuturista nel terzo millennio! ;->

 

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