L'improvvisazione musicale: dal futurismo al netfuturismo
I musicisti netfuturisti sono impegnati nella creazione della nuova arte dei suoni-rumori. Teoria e pratica come sempre si rincorrono, con risultati sempre mutevoli e mai prevedibili.
Idealmente i nostri padri sono Luigi Russolo e alcuni musicisti d'avanguardia del primo e del secondo Novecento (Edgar Varèse e John Cage in primis), ma oggi vorrei porre l'attenzione su un manifesto futurista sconosciuto ai più. Si tratta de "L'improvvisazione musicale", di Mario Bartoccini e Aldo Mantia, pubblicato nel 1921. Ecco il testo integrale del manifesto.
Siamo convinti che la nostra razza è destinata a dominare il mondo musicalmente come lo domina plasticamente e letterariamente. La nostra razza contiene infatti migliore qualità e maggiore quantità di musicisti geniali e innovatori. Se molti di questi sono ignorati e molti rimangono soffocati, lo si deve alla egemonia dei conservatorii, degli editori e degli esecutori, che bisogna debellare al più presto.
Noi musicisti futuristi abbiamo ammirato il nostro gloriosissimo passato musicale e ammiriamo le opere dei grandi musicisti futuristi e avanguardisti. Questi hanno raggiunto alte vette di splendore e originalità. Pensiamo però che altri varchi si potranno aprire, altre cime ascendere mediante la distruzione assoluta di tutte le leggi musicali e la libera improvvisazione.
Eviteremo così:
1. - Ogni sapore accademico.
2. - Ogni accordo o motivo già udito.
3. - Le ossessioni di tempo, struttura, ritmo, le leggi formali e gli sfoggi di bravura.
4. - L'artificio stupidissimo di creare una melodia e poi rivestirla alla moda (che varia dalla stonatura allo stile pastoso e scivolante).
Otterremo così:
1. - Un'infinita originalità di trovate. Infatti la trovata in musica è più difficile che in qualunque altra arte. La trovata è inoltre fugace e poco ritenibile. La trovata nasce infatti quando non si pensa affatto all'armonia e alle leggi musicali.
2. - Otterremo la stonatura naturale ben diversa dalla stonatura artificiale che molti musicisti preparano col concetto che l'autore deve arricchire di stonature la propria originalità.
La nostra improvvisazione si esplicherà:
1. - Con esecuzioni sul pianoforte o altri strumenti.
2. - Con commenti musicali di versi, pensieri, quadri
3. - Con dialoghi discussioni musicali tra due pianoforti, pianoforte o altro strumento, pianoforte e canto improvvisato, pianoforte e oratore improvvisatore. Noi prepariamo così quell'ideale fusione di tutte le arti che i più grandi artisti hanno sempre agognato.
Quando la sensibilità del pubblico sarà più sviluppata e non scatterà più ad ogni stonatura, realizzeremo anche la libera improvvisazione dell'orchestra.
Per coloro che poco futuristicamente tengono a rigodere e immortalare le sensazioni artistiche vi sono i pianoforti registratori già efficaci e da perfezionarsi.
Con questo manifesto sull'improvvisazione musicale noi non vogliamo distruggere nulla d'importante, ma arricchire di nuovo, elettrizzare di forza, immensificare di genio la musica, arte sublime e insieme efficacissima igiene di elevazione sociale.
Il problema dell'improvvisazione è importante quanto quello dell'arte dei rumori. La musica d'avanguardia successiva, come sappiamo, si è giovata molto dell'improvvisazione. Basterebbe pensare a John Cage o all'italiano Gruppo d'Improvvisazione Nuova Consonanza. Oggi è necessario integrare la nuova arte dei suoni-rumori e le odierne tecniche d'improvvisazione. Le possibilità offerte dalla computer music e l'elaborazione del suono in real-time devono trovare una nuova forma di integrazione. E non dobbiamo mai dimenticare che la musica netfuturista ha tra i suoi primi compiti quello di aumentare la sensibilità e la competenza acustico-sonora di tutti gli individui.
Antonio Saccoccio
Idealmente i nostri padri sono Luigi Russolo e alcuni musicisti d'avanguardia del primo e del secondo Novecento (Edgar Varèse e John Cage in primis), ma oggi vorrei porre l'attenzione su un manifesto futurista sconosciuto ai più. Si tratta de "L'improvvisazione musicale", di Mario Bartoccini e Aldo Mantia, pubblicato nel 1921. Ecco il testo integrale del manifesto.
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Siamo convinti che la nostra razza è destinata a dominare il mondo musicalmente come lo domina plasticamente e letterariamente. La nostra razza contiene infatti migliore qualità e maggiore quantità di musicisti geniali e innovatori. Se molti di questi sono ignorati e molti rimangono soffocati, lo si deve alla egemonia dei conservatorii, degli editori e degli esecutori, che bisogna debellare al più presto.
Noi musicisti futuristi abbiamo ammirato il nostro gloriosissimo passato musicale e ammiriamo le opere dei grandi musicisti futuristi e avanguardisti. Questi hanno raggiunto alte vette di splendore e originalità. Pensiamo però che altri varchi si potranno aprire, altre cime ascendere mediante la distruzione assoluta di tutte le leggi musicali e la libera improvvisazione.
Eviteremo così:
1. - Ogni sapore accademico.
2. - Ogni accordo o motivo già udito.
3. - Le ossessioni di tempo, struttura, ritmo, le leggi formali e gli sfoggi di bravura.
4. - L'artificio stupidissimo di creare una melodia e poi rivestirla alla moda (che varia dalla stonatura allo stile pastoso e scivolante).
Otterremo così:
1. - Un'infinita originalità di trovate. Infatti la trovata in musica è più difficile che in qualunque altra arte. La trovata è inoltre fugace e poco ritenibile. La trovata nasce infatti quando non si pensa affatto all'armonia e alle leggi musicali.
2. - Otterremo la stonatura naturale ben diversa dalla stonatura artificiale che molti musicisti preparano col concetto che l'autore deve arricchire di stonature la propria originalità.
La nostra improvvisazione si esplicherà:
1. - Con esecuzioni sul pianoforte o altri strumenti.
2. - Con commenti musicali di versi, pensieri, quadri
3. - Con dialoghi discussioni musicali tra due pianoforti, pianoforte o altro strumento, pianoforte e canto improvvisato, pianoforte e oratore improvvisatore. Noi prepariamo così quell'ideale fusione di tutte le arti che i più grandi artisti hanno sempre agognato.
Quando la sensibilità del pubblico sarà più sviluppata e non scatterà più ad ogni stonatura, realizzeremo anche la libera improvvisazione dell'orchestra.
Per coloro che poco futuristicamente tengono a rigodere e immortalare le sensazioni artistiche vi sono i pianoforti registratori già efficaci e da perfezionarsi.
Con questo manifesto sull'improvvisazione musicale noi non vogliamo distruggere nulla d'importante, ma arricchire di nuovo, elettrizzare di forza, immensificare di genio la musica, arte sublime e insieme efficacissima igiene di elevazione sociale.
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Il problema dell'improvvisazione è importante quanto quello dell'arte dei rumori. La musica d'avanguardia successiva, come sappiamo, si è giovata molto dell'improvvisazione. Basterebbe pensare a John Cage o all'italiano Gruppo d'Improvvisazione Nuova Consonanza. Oggi è necessario integrare la nuova arte dei suoni-rumori e le odierne tecniche d'improvvisazione. Le possibilità offerte dalla computer music e l'elaborazione del suono in real-time devono trovare una nuova forma di integrazione. E non dobbiamo mai dimenticare che la musica netfuturista ha tra i suoi primi compiti quello di aumentare la sensibilità e la competenza acustico-sonora di tutti gli individui.
Antonio Saccoccio
Etichette: Bartoccini, futurismo, Manifesti futuristi, Mantia, musica, musica elettronica, neofuturismo, netfuturismo, Russolo
9 Comments:
L’improvvisazione è prima di tutto ispirazione, un atto per liberarsi da ogni formalismo, ogni grammatica, ogni legge arbitraria, ma anche e soprattutto del proprio gusto. Solo così si ottiene una vera improvvisazione.
E’ vero, Cage ha speso tanto del suo tempo per l’improvvisazione, le sue pratiche sono interessanti, ma non hanno potuto realmente fornire alla Nuova Musica un terreno su cui sviluppare un discorso dal vivo, le sue furono ottime sperimentazioni, ma rimasero tali. Non ci scordiamo che Cage – e su questo ci sarebbe da fare un lungo discorso, ma non è questa la sede -, non ha mai fatto uso di un computer per produrre suoni, e lui stesso ci dice in proposito:
“Spesso mi viene chiesto cosa penso del computer, e a dire il vero non è che mi piaccia molto”.
Altri musicisti d’avanguardia, che hanno fatto un maggior uso delle nuove tecnologie per produrre suoni, o hanno optato per un ibrido, strumentazione tradizionale e tecnologica, in questo senso Stockhausen è stato sicuramente la figura di maggior spicco; o hanno optato per l’effettistica-tecnologica, mi viene in mente il Varèse di Poeme Electronique, o un Xenakis, con il suo Persepolis, in cui fa uso di un impianto di diffusione sonoro e di luci assai complesso e costoso, ma tutti questi sono solo degli esperimenti, sicuramente interessantissimi, ma il loro risultato è sempre stato parziale, e soprattutto peccano di effettismo, male da evitare quanto più possibile, perché non permette di focalizzare l’attenzione sui contenuti di ciò che viene proposto, lasciando che la gente si grogioli passivamente nei prodigi tecnologici. Il problema della Nuova Musica, se fatta con strumenti elettronici – d’altro canto pensare a una Nuova Musica senza mezzi elettrici mi risulta assai difficile da immaginare -, è quello di creare una sorta di ambiente freddo, dovuto ai mezzi. Gli effetti non sono altro che degli escamotage per “scaldare” questa sensazione di freddezza. Il problema con le macchine, viene dal fatto che si ha l’impressione che sia la macchina a fare il tutto, piuttosto che l’uomo, anche se la macchina è stata programmata dall’uomo.
Io per potere assistere al primo concerto di computer music, ho dovuto aspettare di venire al Cairo, dove un gruppo di musicisti d’avanguardia egiziani, da 4 anni a questa parte, si è impegnata profondamente nella diffusione di questa pratica live, e i risultati in termini di interesse di pubblico sono notevoli. Il primo concerto che ho assistito era diviso in due tempi, con due musicisti diversi, i quali erano seduti di fronte ad un centinaio di spettatori, con un tavolo sul quale era appoggiato il loro lap-top, e al loro fianco due altoparlanti di notevole qualità. La performance di ogni musicista durava circa venti minuti, e i musicisti non facevano altro che agire sul toouch-pad del loro lap-top, e il suono cambiava mano a mano che il tutto procedeva. La mia prima impressione fu di imbarazzo totale, mi dicevo:
“E’ una situazione fredda, sembra quasi che il musicista mandi in play il computer, e la musica suona come se fosse ascoltata a casa propria.”
Mi sbagliavo di grosso, ora che ho avuto l’opportunità di provare questi software per la computer-live-music, mi sono ricreduto. Il computer-musicista si trova nelle mani l’Intonarumori tanto sognato e agognato da Russolo, la differenza tra un computer-musicista e un NetFuturista sta nella differente scelta del materiale da suonare, e quindi “nell’intelligenza che è ne suoni”, come aggiungerebbe Edgard Varèse. Ma la cosa straordinaria è che con questo modo di suonare il computer in live, ogni tua performance, comprese le numerose prove fatte in studio, risultano sempre una diversa dall’altra, in questo modo la riproduzione esatta di una idea, ossessione del classicismo, è impossibile, il tutto è sempre una cosa nuova, un mai sentito prima, per parafrasare Cage.
Non solo, ma con questi software, saremo in grado di evitare tutti e quattro i punti sottolineati da questo stupendo manifesto Futurista sull’improvvisazione, poiché il mezzo non ti permette di inseguirli. Allo stesso tempo otterremo i due punti stupendamente proposti da questo manifesto sull’improvvisazione. L’unica cosa che ci allontana da questo manifesto, ovviamente, e che dopo 90 anni, per fortuna possiamo mettere senza nessun rimpianto il pianoforte nel museo!
Concludendo, oggi è possibile fare Arte dei Rumori in live, grazie all’evoluzione delle tecnologie come strumenti, e il concerto rimane la forma più umana per potere diffondere la Nuova Musica a un buon livello, per cui è necessario che il NetFuturismo si faccia carico di diffondere le proprie idee musicali attraverso numerose performance dal vivo.
Massimo Croce
W IL RUMORE
Gran bel problema produrre una stonatura naturale e distruggere tutte le leggi musicali per la libera improvvisazione... Gran bel problema per chi le leggi musicali le ha studiate per anni e cerca di liberarsene. Prendi me, io che non saprei riprodurti un accordo neanche a volerlo, mettimi ad improvvisare con uno strumento qualsiasi, crederesti in una stonatura artificiale?
Probabilmente ti creerei la migliore sinfonia avanguardista che si possa pensare!
P.S. Perdonami,era troppo divertente come idea!;-D
-dylan-
Dylan…non capisco di cosa ti si dovrebbe perdonare?
Perdonami!
Comunque non credo che tu possa riuscire a stonare naturalmente per mezz’ora uno strumento senza metterti a ridere a crepapelle, specie di fronte ad un pubblico. In fin dei conti è uno dei massimi segreti dell’avanguardia, il fare ridere senza ridere…aiuta a riflettere.
L’artista d’avanguardia è un clown al contrario:
Il clown vero ride e fa ridere ma la sua vera vita è malinconia pura.
Il clown d’avanguardia non ride mai in pubblico, o per lo meno cerca di trattenersi, di contenersi e serissimo in apparenza, ma la sua vita è serena.
Non credi?
Ma sono ancora più convinto, anzi convintissimo, che se ti mettessi seduta davanti al mio pc, opportunamente preparato, lo faresti suonare con tutte le stonature, e senza seguire nessuna legge musicale, e magari di salterebbe fuori un bel sorriso naturale, come quello che ci hai appena regalato qui, e allo stesso tempo ti sentiresti come quando si va su è giù per le montagne russe. Se alla fine non scoppi in una fragorosa risata, ma ti rimane stampato il sorrisino di ironica soddisfazione, ti sei guadagnata il diploma di musicista d’avanguardia, e ti garantisco che diventeresti un caso nella società di oggi!
Però a questo punto, in attesa di farti suonare l’Intonarumori del XXI secolo, ci terrei moltisssimisssimo che tu mi facessi un commento a questa performance di Cage.
http://it.youtube.com/watch?v=7KKE0f1FGiw
L’ironia è la base di tutta la vera avanguardia, questo è il difficile!
Massimo Croce
W IL RUMORE
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Sì, Massimo. Abbiamo bisogno di improvvisazione.
Se crediamo nella nuova comunicazione, non possiamo proporre un prodotto già concluso al pubblico.
Sarebbe in disaccordo con tutto quando propone il netfuturismo.
Ovviamente tutto questo non deve irrigirdirsi in dogmi. Non dimentichiamoci che prima di essere futuristi siamo futuristi, e quindi non abbiamo una sola via per esprimerci, ma vie molteplici.
Io credo che ci sia un errore che il netfuturismo deve denunciare con forza: la mediocrità di certa sperimentazione (musicale e artistica in genere) che crede che la massima creatività si raggiunga sperimentando senza fine sulle possibilità tecniche delle nuove tecnologie. In effetti questa sperimentazione autoriferita non ha nulla di artistico. E' una ricerca che al massimo possiamo lasciare ai tecnici della Sony e della Microsoft.
Noi dobbiamo dare senso a quello che produciamo e creiamo.
Maggiore sarà il senso, più grande sarà la possibilità di raggiungere il nostro scopo: la diffusione del netfuturismo ovunque e la creazione di un futurismo mondiale.
Quindi
Primo nemico: virtuosismo tecnologico.
Secondo nemico: concessioni al gusto del pubblico medio.
=>F
leggere l'intero blog, pretty good
necessita di verificare:)
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