Futurismo e Neofuturismo: l'essenza è la lotta
"Non v'è più bellezza, se non nella lotta. Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivo può essere un capolavoro" (F. T. Marinetti, Manifesto del futurismo). Il punto 7 del Manifesto del futurismo resta un'affermazione travolgente e di grandissima attualità. La lotta è l'essenza del pensiero futurista ed è alla base anche del neofuturismo. In un mondo che allora come oggi vive nell'immobilità pensosa, nell'estasi e nel sonno bisogna riscoprire la bellezza del pensiero e dell'azione aggressiva. In questo davvero i manifesti futuristi sono autentici capolavori. Certamente più della gran parte delle opere futuriste, che spesso perdono in aggressività, concentrandosi forse troppo sul rinnovamento formale. Insomma, impressionano e ci scuotono maggiormente le pagine del Manifesto del futurismo delle parole in libertà di Zang Tumb Tuuum. I manifesti furono recepiti in tutto il mondo nella loro straordinaria potenza rivoluzionaria, le critiche furono tutte fuori bersaglio e la storia successiva lo ha dimostrato. Ma i futuristi russi misero in una certa difficoltà Marinetti sulla tecnica delle parole in libertà. Marinetti se la cavò come sempre brillantemente, ma non sciolse tutti i nodi del problema. D'altra parte la sua invenzione era talmente nuova e temeraria che lui stesso stava ancora elaborando quell'idea. Il neofuturismo ha sempre davanti a sè l'esempio dei nostri amati predecessori. E cercherà di mantenere sempre e in ogni sua forma espressiva l'originaria spontaneità della lotta energia assalto che tanto sta sconvolgendo l'immobilismo stasi contemplazione del mondo contemporaneo.
Antonio Saccoccio
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