LIBERI DALLA FORMA

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mercoledì, agosto 01, 2007

Discorso estivo ai professori italiani

Discorso estivo ai professori italiani
(Sull’esame di riparazione e altre fesserie ministeriali)


Lo spettacolo a cui studenti e professori italiani sono stati costretti ad assistere nell’ultimo anno non ha precedenti nella pur travagliatissima storia della scuola italiana.
Le deliranti periodiche esternazioni e i fumosi balordi provvedimenti ministeriali stanno dimostrando la totale incapacità da parte degli uomini politici a capo della nostra pubblica istruzione.
Dopo l’ultima dichiarazione del ministro Fioroni - che è in dubbio se ripristinare o meno gli esami di riparazione a settembre! - la situazione è diventata grottesca. Ci sarebbe infatti da ridere, se non fosse in discussione il futuro dei giovani, e quindi di tutti noi.

Dopo aver ripristinato le commissioni miste per l’esame di stato, gettando nel caos l’amministrazione (e dove prendiamo ora tutti questi commissari esterni?), i docenti (pagati due lire, come al solito! E lavoriamo pure d’estate!) e gli studenti italiani (ma non era diverso quest’esame? E ora ci vogliono bocciare!).
Dopo aver tagliato pesantemente gli organici, invitando i docenti a bocciare meno.
Dopo l’epica circolare contro i telefonini, moderni strumenti di pervesione satanica.
Dopo aver dato il colpo finale ai docenti, contribuendo con l’ultimo contratto (triennale e non più biennale, e senza pagamento di 13 mesi di arretrati!) alla sua definitiva proletarizzazione.
Dopo tutto questo capolavoro di coerenza, sapienza e genialità, le brillanti menti ministeriali, stordite evidentemente dalla calura estiva, stanno partorendo l’ennesimo temutissimo avanguardistico provvedimento: il ripristino dell’esame di riparazione!
La prima critica con cui verrebbe di stroncare rapidamente l’ipotesi è quella di essere un altro tassello in direzione della restaurazione. Ma si tratta a ben vedere di una situazione assai peggiore. Si tratta di un confuso progetto passatista. Di un progetto che guarda vigliaccamente al passato, perché incapace di guardare con intelligenza e coraggio al futuro. Anzi, noi crediamo che non ci sia neppure una progettualità studiata dietro questi provvedimenti ministeriali, ma solo una visione vile e pressappochistica che lascia esterrefatti. Insomma: non sono cattivi, sono solo imbecilli.
E qui lanciamo l’allarme per un motivo preciso: siamo convinti - e qui sta il pericolo - che la proposta del ministro di ripristinare gli esami di riparazione susciterà apprezzamenti tra i professori di tutta Italia.
Povero professore italiano. Ridotto ad un triste e misero ruolo impiegatizio, costretto ad arrotondare lo stipendio da fame con lavoretti in nero.
Povero professore italiano. Oscuro burocrate, privato della minima dignità dai mass-media e dalla classe politica, deriso dagli studenti, attaccato verbalmente e fisicamente (sic) dai genitori degli stessi.
Povero professore. Ridotto in tal modo, vedrà nel ministro Fioroni un salvatore! Il salvatore che ridà potere agli insegnanti contro quei disgraziati degli alunni! Ora vedranno! Torneremo a minacciare l’esame a settembre, ci riprenderemo il potere che ci hanno tolto ingiustamente e vedremo se non torneremo I Professori di una volta!
Povero professore. Ancora una volta sta per essere fregato. Ancora una volta.
MA NOI al povero professore italiano diciamo di non lasciarsi fregare per l’ennesima volta. Dire sì al ripristino dell’esame di riparazione significa oggi farsi passare per cretino. Per imbecille.
Professori italiani, considerate attentamente quanto sto per dirvi.
Innanzitutto il ministro non vuole affatto darvi potere come una volta e soprattutto con questa mossa non vuole assolutamente ridare serietà alla scuola (come qualcuno di voi forse penserà).
Questo è lo stesso ministro che pochi mesi fa ha accettato di tagliare pesantemente il personale scolastico e ha accettato di farlo sostenendo la necessità di diminuire il numero di bocciature per ogni anno scolastico (ma in realtà solo per risparmiare, secondo il percorso meno bocciati-meno alunni-meno professori-risparmi per lo Stato-giubilo di padoa schioppa).
Che logica ha inserire un provvedimento severo come gli esami di riparazione in quest’ottica educativa lassista?
Il ministro ci ha detto mesi fa di bocciare meno e ora che senso ha ripristinare altri esami se non si deve poi bocciare?
Pensate forse che il ragazzo studierà più che in passato, quando sa benissimo che sarà promosso comunque all’anno successivo e il professore (povero professore) sarà come sempre timoroso all’atto della bocciatura?
Pensate forse che il ragazzo studierà di più, anche se continuerà a vedere nel professore un triste e noioso impiegato proletarizzato?
Chi ha partorito questa idea (il ministro o chi per lui) ha davvero molta confusione in testa e una visione della scuola pari a zero.
Come si può pensare di reintrodurre un esame abolito ormai quasi 15 anni fa? Come si può credere di ripristinare magicamente le stesse condizioni che c’erano in quegli anni? Solo una visione assolutamente miope non della scuola, ma della storia, può produrre simili aberranti pensieri. In 15 anni il contesto scolastico (e non solo scolastico, ministro!) è totalmente mutato. Gli alunni di oggi non sono quelli di allora e non affronterebbero mai gli esami di riparazione come li affrontavano gli studenti di allora (e qui ci sarebbbe pure da discutere su quanto effettivamente funzionassero anche allora codesti esami!). Oggi il ruolo del professore (per colpa di 15 anni di politiche scolastiche disgustose) è ridotto ad un ruolo impiegatizio, gode nella maggior parte dei casi di pochissima stima presso gli alunni e le loro famiglie.
Ma d’altra parte qualcuno si è reso conto di quanto sta per accadere nei prossimi anni?
Il ministro da una parte ci dice che si deve bocciare meno, dall’altra con questi esami restaurati la percentuale dei bocciati è salita notevolmente! Insomma, siamo al delirio. Lo scenario che risulta da tale confusione ministeriale è il seguente: il povero studente viene mandato sempre avanti per 4 anni ma poi giunto al termine del quinto anno viene impietosamente bocciato! Che esempio di formazione equilibrata! Non c’è dubbio, la scuola italiana così sarà perfetta. Un modello per il mondo intero. Questa è la vera cultura. Questa la giustizia. Finalmente!
Insomma, a noi sembra che davvero ancora una volta non ci sia assolutamente un progetto. Un’accozzaglia di leggi, leggine e mezze proposte tutte mediocri e fallimentari.
Però il ministro un premio se lo è già conquistato: è il ministro dell’istruzione più passatista della storia della Repubblica. Il futuro per lui non esiste. Si pesca solo nel passato. Tasso di invenzione-creazione = 0.

1. ripristino del vecchio esame di maturità con le commissioni miste.
2. incremento della proletarizzazione del docente
3. al bando l’esecrabile telefonino dalle aule
4. ripristino dell’esame di riparazione?

E poi?

Possibili mosse future:
1. annullamento immediato della legge sull’autonomia scolastica (troppo spazio per la creatività dei singoli, da abolire subito!)
2. reintroduzione obbligatoria per tutti di penna e calamaio
3. divieto di entrare in aula di informatica se non si è preventivamente vaccinati e immunizzati
4. ripristino delle sane punizioni corporali
5. uso del grembiule (noi proponiamo di colore nero, lutto scolastico per tutti)

Ancora una volta non si vuole capire che la scuola va rifondata profondamente. Non si può, anzi NON SI DEVE, cambiare solo la forma esterna e per di più quella degli esami, che sono la cosa più passatista e improduttiva del sistema scolastico intero.
La scuola va rifondata partendo da un’analisi seria e puntuale, prima generalmente della società, e quindi del contesto formativo, soprattutto a partire dalle evoluzioni degli ultimi anni (ULTIMI anni, ministro. Non il dopoguerra!). Solo dopo questa attenta analisi (che purtroppo – ormai è evidente - negli ambienti ministeriali non hanno le competenze per affrontare), si deve procedere con il proporre una riforma strutturale della scuola, anzi una rifondazione, come da tempo sostengo.
Tutto questo sempre se si ha la volontà e l’intelligenza di migliorare davvero la scuola italiana.
Certo che se si pensa di cambiare le cose cambiando il volto dei professori agli esami o demonizzando un Nokia, davvero non ci resta che urlare schifati: “Voi della scuola non ci avete davvero capito un cazzo!”

Antonio Saccoccio

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