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mercoledì, agosto 08, 2007

Luigi Russolo e l'Arte dei rumori: oltre il futuro

Uno dei manifesti futuristi più geniali è senza dubbio “L’arte dei rumori” di Luigi Russolo, che porta la data dell'11 marzo 1913.
In questo manifesto sono contenuti gran parte degli sviluppi futuri della musica novecentesca. Fu straordinaria l’idea di Russolo: pensare ad una musica che ormai doveva giovarsi non solo dei suoni ma anche di tutti i rumori che ormai costituivano il sottofondo dell'esistenza umana. È questa l’idea che ancora oggi hanno tutti i musicisti che fanno uso di rumori e suoni elettronici per le loro composizioni. Non ci sono suoni di serie A e di serie B. C’è un infinito magma sonoro, da cui il compositore può attingere liberamente.
Ma leggiamo già una delle frasi iniziali del manifesto di Russolo.

"La vita antica fu tutta silenzio. Nel diciannovesirno secolo, coll'invenzione delle macchine, nacque il Rumore. Oggi, il Rumore trionfa e domina sovrano sulla sensibilità degli uomini. Per molti secoli la vita si svolse in silenzio, o, per lo più, in sordina. I rumori più forti che interrompevano questo silenzio non erano nè intensi, né prolungati, né variati. Poiché, se trascuriamo gli eccezionali movimenti tellurici, gli uragani, le tempeste, le valanghe e le cascate, la natura è silenziosa".


Segue una breve ed efficacissima descrizione dell’evoluzione della musica nei tempi. Fino ad arrivare ai nostri giorni.

“Oggi l'arte musicale, complicandosi sempre più, ricerca gli amalgami di suoni più dissonanti, più strani e più aspri per l'oreccbio. Ci avviciniamo così sempre più al suono-rumore.
Questa evoluzione delta musica è parallela al moltiplicarsi delle macchine, che collaborano dovunque coll'uomo. Non soltanto nelle atmosfere fragorose delle grandi città, ma anche nelle campagne, che furono fino a ieri normalmente silenziose, la macchina ha oggi creato tanta varietà e concorrenza di rumori, che il suono puro, nella sua esiguità e monotonia, non suscita più emozione. Per eccitare ed esaltare la nostra sensibilità, la musica andò sviluppandosi verso la più complessa polifonia e verso la maggior varietà di timbri o coloriti strumentali, ricercando le più complicate successioni di accordi dissonanti e preparando vagamente la creazione del rumore musicale. Questa evoluzione verso il "suono rumore" non era possibile prima d'ora. L'orecchio di un uomo del settecento non avrebbe potuto sopportare l'intensità disarmonica di certi accordi prodotti dalle nostre orecchie (triplicate nel numero degli esecutori rispetto a quelle di allora). Il nostro orecchio invece se ne compiace, poiché fu già educato dalla vita moderna, così prodiga di rumori svariati. Il nostro orecchio però se ne accontenta, e reclama più ampie emozioni acustiche. D'altra parte, il suono musicale è troppo limitato nella varietà qualitativa dei timbri. Le più complicate orchestre si riducono a quattro o cinque classi di strumenti ad arco, a pizzico, a fiato in metallo, a fiato in legno, a percussione. Cosicché la musica moderna si dibatte in questo piccolo cerchio, sforzandosi vanamente di creare nuove varietà di timbri. Bisogna rompere questo cerchio ristretto di suoni puri e conquistare la varietà infinita dei "suoni-rumori".

Ecco l’idea che vale una vita. La varietà infinita dei “suoni-rumori”. È da qui che prenderà avvio la musica concreta, la musica elettronica del Novecento. Il grande Edgar Varèse, uno dei maggiori (se non il maggiore) compositori del XX secolo, ebbe modo di ascoltare le successive esplorazioni sonore ottenute da Russolo con i suoi intonarumori e fu profondamente influenzato da queste straordinarie innovazioni.
Ma poiché Russolo ebbe un animo totalmente futurista, la sua mente non si limitò ad anticipare i tempi. Ebbe anche l’illuminazione di prevedere cosa sarebbe accaduto in futuro. Leggiamo il punto 7.

"La varietà dei rumori è infinita. Se oggi, mentre noi possediamo forse mille macchine diverse, possiamo distinguere mille rumori diversi, domani, col moltiplicarsi di nuove macchine, potremo distinguere dieci, venti o trentamila rumori diversi, non da imitare semplicemente, ma da combinare secondo la nostra fantasia."


Ecco. Questa è oggi esattamente la situazione di un compositore di musica elettronica. Si sceglie tra una varietà infinita di rumori, e li si combina insieme. Oggi un compositore di musica elettronica, leggendo L’arte dei rumori di Russolo, non può che provare un’emozione intensa. Ancora una volta, dal futurismo è nato un nuovo modo di intendere il mondo.

Oggi c'è ancora qualcuno che si ostina a negare il valore della musica elettronica. In realtà negare oggi i suoni elettronici significa negare il mondo in cui viviamo. Ancora una volta si tratta di una concezione stupidamente passatista. La musica elettronica è la naturale evoluzione di un secolare percorso evolutivo. Con la musica elettronica si è aperta un'autostrada che potremo percorrere per chissà quanti secoli ancora.

Antonio Saccoccio

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