LIBERI DALLA FORMA

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mercoledì, dicembre 06, 2006

Papini: ritratto di Marinetti

Ecco una pagina a mio avviso straordinaria. Giovanni Papini, il grande stroncatore, descrive Filippo Tommaso Marinetti, "caffeina d'Europa". Papini non è certo tenero con FTM, ma deve tuttavia riconoscerne l'enorme vitalità e gli effetti positivi che ebbe nel sonnolento panorama italiano di quel tempo.
Ne esce fuori un ritratto vibrante, di cui vi trascrivo le parti più interessanti.
Il testo è tratto da "Passato remoto", uno degli scritti meno noti di Papini.
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"Conobbi F.T. Marinetti alla fine del 1913. A quel tempo aveva già oltrepassato il "mezzo del cammin di nostra vita" ma era nel colmo del suo orgiasmo e sperperava una vitalità girovaga e vibratoria fuori dal comune. Era già quasi calvo ma si dava ancora delle arie di razziatore ubiquitario di donne di ogni razza e qualità. Vestiva con milanese eleganza, si moveva con elastica e scattosa energia, parlava con rovesci e grandinate di ben scolpite e perentorie parole. Aveva una grande resistenza fisica: dopo viaggi lunghi e spesso insonni correva a un albergo, faceva un bagno caldissimo, prendeva una tazza di caffè e poi balzava sulle pedane o sulle ribalte, fresco come una rosa, pronto a schermaglie e battaglie, che duravano ore ed ore.
[...]
Marinetti veramente non era cretino nè idiota. Aveva una certa intelligenza istintiva e intuitiva sebbene tutt'altro che profonda, e anche una certa cultura, racimolata alla peggio nei collegi dei gesuiti e nei caffè di Parigi e di Milano. Si scopriva poi, conoscendolo un po' davvicino, che, nonostante le sue pose di rivoluzionario à tout poil e di cinico avventante, era, in fondo, un buon diavolo, capace di amicizie fratellevoli e di slanci generosi.
[...]
Non parlerò delle sue teorie, spesso ingenue e confuse, che in realtà aveva raccattato qua e là, soprattutto nei cenacoli e nelle riviste francesi, e che nell'insieme costituivano una specie di dannunzianismo accomodato ai miti più grossolani della civiltà meccanica. Ma chi ricorda l'atmosfera afosa e smaniosa degli anni che prepararono la prima guerra mondiale, dovrà riconoscere che l'irruzione del Futurismo, prima che si tramutasse in marinettismo, ebbe qualche effetto salutare: Marinetti, non foss'altro, obbligò gran parte della sonnolenta e anchilosata borghesia italiana ad appassionarsi anche a nuovi problemi di arte e di letteratura, e a entrare violentemente in contatto con le ricerche e le scoperte del nuovo spirito europeo. Fu come una di quelle brutali ventate furiose d'autunno che sollevano sudiciume e polverone ma che al tempo stesso portano un po' di refrigerio nella città semimorta e anche qualche buon soffio salso dell'alto mare."
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Come avete visto, Papini non risparmia critiche a Marinetti. Posso dire che il suo giudizio corrisponde tutto sommato al mio. Intelligenza intuitiva quella di FTM, non certo profonda. E fu proprio questa mancanza di profondità a costituire il limite suo e di quasi tutti i futuristi. Ma la vitalità, l'intuito, l'energia e la volontà di rinnovare lo stanco panorama socio-culturale italiano sono meriti che non possono assolutamente essere tolti a Marinetti. Papini ci riferisce anche che Marinetti era tutt'altro che disumano, anzi aveva dei sinceri slanci di generosità e di affetto nei confronti degli amici e dei familiari.
Papini, uomo dotato di una notevolissima sensibilità, colse perfettamente tutti questi elementi.
Poi sono arrivati i barbari e i tanti pseudo-intellettuali italiani che hanno tentato di far passare Marinetti per un buffone e un idiota.
Ma noi crediamo a queste parole di Papini (che idiota certo non era), non a quelle dei barbari.
Antonio S.

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7 Comments:

At 07 dicembre, 2006 13:34, Anonymous Anonimo said...

Chi criticava Marinetti, al di là dei giudizi da te offerti ("barbari" e "pseudo-intellettuali"), era forse un insieme di persone ancora ancorato alle tecniche precedenti, agli stili prolissi antecedenti e vedeva in Marinetti un PERICOLO, o, ancor peggio, uno PSEUDO-INTELLETTUALE DA POCO, piuttosto che un INNOVATORE della cultura italiana, una cultura che aveva (ha??!!) bisogno di una profonda ristrutturazione!! Questo forse l'errore più grande!!!

 
At 07 dicembre, 2006 18:49, Anonymous Anonimo said...

Caro Antonio, le descrizioni di Papini in passato remoto sono assolutamente azzeccate e veritiere.
Coglie pregi di Marinetti con grande onestà intelletuale senza ipocritamente rinunciare a mostrarne i difetti.
Sicuramente Marinetti ne esce ...come Marinetti.
Grande innvocatore e uomo dinamico, ma talvolta troppo poco "profondo".
Ma va bene così per il profondo ci affidiamo a Papini...
Anche il ritratto di d'Annunzio mi sembra assolutamente azzeccato.

 
At 07 dicembre, 2006 18:51, Anonymous Anonimo said...

Sei sta leggendo l'edizione Ponte delle Grazie sicuramente apprezzerai anche la Postilla "giovani e vecchi nell'arte".
Un bel pò di risate te le farai

 
At 07 dicembre, 2006 18:54, Anonymous Anonimo said...

Però Antonio non hai riportato il passo, non indifferente dove Papini definisce M. "un meteorite acceso in un vecchio giardino ducale".
Troppo forte

 
At 07 dicembre, 2006 20:15, Blogger Antonio Saccoccio said...

Silvia, l'uomo insicuro e mediocre ha sempre paura del nuovo. Era così cent'anni fa. Ed è ancora oggi così. Fa comodo a tutti vivere nelle certezze e nelle abitudini. Anche se queste abitudini sono penose. Per questo temono tutti un Neofuturismo. Vedremo come andrà a finire...

Meta, il "meteorite acceso in un vecchio giardino ducale" pure è metafora potentissima, te ne do atto! Ma Papini ha questo lessico capace di stupire ogni momento. Andrebbe studiato anche solo per questo.

 
At 12 dicembre, 2006 19:29, Anonymous Anonimo said...

Ciao, un bacio...
Sleep.

 
At 12 dicembre, 2006 20:12, Blogger Antonio Saccoccio said...

ciao Sleep!
Un bacio neofuturista!

 

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