Prezzolini e il Codice della vita italiana: guadagnar molto faticando poco
Una delle cose che danno più soddisfazione è leggere un pensiero di uno scrittore, un filosofo, un sociologo e pensare "Questo è proprio quello che penso e dico io da tanto tempo!".
Sono questi autori che uno finisce col considerare quasi come amici. Rileggere il Codice della vita italiana (1921) di Giuseppe Prezzolini (1882-1982) è come rileggere pagine della mia vita, del mio pensiero. Ci sono cose che ho pensato quando avevo 20 anni, quando ne avevo 25, e cose che penso ancora oggi.
Prezzolini è uno di quegli scrittori che l'Italia ha ingiustamente dimenticato. Nel 1903 (a soli 21 anni!) fondò con Giovanni Papini la rivista "Il Leonardo" e nel 1908 "La voce", la più importante ed autorevole delle riviste fiorentine.
Oggi voglio ricordarvi un paragrafo di quel Codice della vita italiana che tutti dovremmo conoscere.
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Capitolo VIII. - Dell'ideale
44. C'è un ideale assai diffuso in Italia: guadagnar molto faticando poco. Quando questo è irrealizzabile, subentra un sottoideale: guadagnar poco faticando meno.
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E' incredibile come, dopo 85 anni, nulla sia cambiato. In Italia (e soprattutto in certe zone d'Italia) è ancora pienamente diffusa questa mentalità: si cerca di lavorare il meno possibile e nello stesso tempo di guadagnare tanto. Il che non sarebbe neppure un errore: se si riesce a guadagnare molto con il minimo sforzo vuol dire che si è bravi e particolarmente efficienti. Il problema è che questa mentalità coincide in Italia non con l'efficienza, ma con la triste realtà del parassitismo.
Quando quest'ideale tramonterà, forse avremo un paese meno povero e avvilito.
Se vogliamo cambiare i nostri vizi italici, ogni tanto rileggiamo questo paragrafo 44 del Codice della vita italiana di Giuseppe Prezzolini. O magari stampiamolo e appendiamolo al muro di ogni ufficio. Magari qualche coscienza si sveglierà...
Se vogliamo cambiare i nostri vizi italici, ogni tanto rileggiamo questo paragrafo 44 del Codice della vita italiana di Giuseppe Prezzolini. O magari stampiamolo e appendiamolo al muro di ogni ufficio. Magari qualche coscienza si sveglierà...
Antonio S.
Etichette: Papini, parassitismo, Prezzolini
8 Comments:
Da condividere.
"Tout court".
Hai proprio ragione, sarebbe da stamparlo in testa a tutti coloro che non lavorano come dovrebbero ma che, peggio ancora, si lamentano per quel poco che fanno!
Vedo che inizi ad apprezzare GIuliano il Sofista.
Se leggessi Papini forse diresti ancor di più "questo è proprio quello che penso e dico io da tanto tempo!"...
Allora, vogliamo tutti appendere al muro dei nostri uffici queste frasi?
Immagino già le reazioni.
Meta, potrebbe essere una nostra proposta neofuturista. Che ne pensi?
Contro gli approfittarori, gli sfruttatori e i parassiti.
Hai fatto non bene, ma benissimo a ricordare Prezzolini e Papini. Sono due grandissimi autori della nostra letteratura che in molti hanno dimenticato. Forse perché non rispondevano alla vulgata ideologica della sinistra. Purtroppo in Italia le cose vanno così: i più grandi (Palazzeschi, Mosca, Guareschi, Longanesi e si potrebbe continuare a lungo) sono stati dimenticati, perché non schierati dalla parte del comunismo.
Sicuramente se ricordassimo Papini e Prezzolini accanto a Pavese e Quasimodo saremmo un paese migliore.
Tuttavia, per dare una mano ad un'ideologia malata come il comunismo si è preferita la retorica dell'impegno alla letteratura dell'impegno. Con i danni che oggi tutti vediamo.
Speriamo nel futuro.
Ciao e buona settimana,
Sleepy.
Lo sai, Silvia, che sono vecchietto! :-D
Il problema è che non avrò neppure un secolo a disposizione come il nostro Prezzolini!
ciao!
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