Una scuola per il Futuro: la rivoluzione del sistema scolastico italiano parte dal web
“Una scuola per il Futuro”
La rivoluzione del sistema scolastico italiano parte dal web
La condizione della scuola italiana è sotto gli occhi di tutti. Gli studenti non sono soddisfatti, i genitori non sono soddisfatti, gli insegnanti non sono soddisfatti, i dirigenti scolastici non sono soddisfatti. Attorno a questo clima di generale insoddisfazione si respira un altrettanto generale clima di arrendevolezza. Gli insegnanti cercano di rispondere a questa crisi adottando varie condotte, che nella quasi totalità dei casi non fanno che accrescere o lasciare intatta la crisi. Molti docenti decidono di fregarsene e cerca di sopravvivere, senza mettersi troppo in gioco e in discussione, contando i giorni che li separano dalla pensione. Altri sono invece impegnati ad urlare e sbraitare quotidianamente la propria frustrazione, colpendo a turno tutti gli altri attori coinvolti nel sistema scuola. Ministri, dirigenti, genitori e ovviamente studenti: tutti sono meritevoli di velenosi insulti. Una terza via d’uscita è quella dell’insegnante diligente e gran lavoratore, che ogni giorno si impegna in un oscuro e faticosissimo lavoro per cercare di dire (e farsi dire) “sono un ottimo insegnante”. Davvero encomiabile, ma anche quest’ultimo atteggiamento, così come evidentemente gli altri due succitati, non rappresenta che una bandiera bianca alzata di fronte alla crisi della scuola contemporanea. Cosa fare quindi? Quale atteggiamento deve oggi avere un insegnante? La nostra risposta non ammette dubbi: occorre mettere finalmente tutto in discussione. Se le piccole correzioni di volta in volta introdotte nella scuola (didattica modulare, debiti formativi, griglie di valutazione, voto di condotta, etc.) non hanno portato a nulla, è solo perché non si è avuto il coraggio di mettersi completamente in gioco, di sospettare delle più tradizionali pratiche didattiche.
La realtà contemporanea è una realtà profondamente differente rispetto a quella di 20-30 anni fa. Gli insegnanti possono tranquillamente continuare a guardare con ammirazione (e persino nostalgia) alle lezioni del loro professore preferito durante gli anni Settanta e Ottanta, quando frequentavano il liceo. Ma una cosa non è più accettabile: non si può pretendere di trasportare quel modello nel 2010. Il mondo nel frattempo ha subito una delle trasformazioni più traumatiche da diversi secoli. Con la nuova rivoluzione tecnologica sono stati stravolti dalla base i tradizionali paradigmi del sapere. E in molti casi lo stravolgimento è stato salutare. La realtà in cui vive un “nativo digitale” ha caratteristiche che non possono non essere prese in considerazione nel momento in cui si parla di apprendimento e formazione. La condizione postmoderna va osservata con attenzione e compresa in profondità. Liquidità? trasparenza? complessità? Tutto questo non può essere trascurato pensando alla formazione delle ultime generazioni. Nuovi paradigmi del sapere si sono affacciati sulla scena mondiale: la scuola ha fatto finta che nulla fosse accaduto, provando anzi ad espellere le novità come fossero virus letali. In realtà la scuola ha il compito di fare i conti con la realtà, di comprendere e lasciarsi persino attaccare dai virus. Alzare le barricate significa condannarsi all’emarginazione dalla vita reale. Il nuovo spaventa sempre chi non conosce o non vuole conoscere.
Questo preambolo è necessario per porre gli obiettivi di questo gruppo nato all’interno del ning La scuola che funziona, gruppo che abbiamo voluto significativamente chiamare “Una scuola per il Futuro”. L’obiettivo è quindi quello di pensare e costruire una scuola possibile in un futuro (si spera vicino), ma anche una scuola capace di dare, al contrario di quella attuale, un futuro alle nuove generazioni.
I docenti impegnati in “Una scuola per il Futuro” non sono menefreghisti, non sono rassegnati, non urlano contro questo o quell’altro, ma non sono neppure asini di fatica che lavorano instancabilmente contribuendo a legittimare lo status quo. I docenti impegnati in “Una scuola per il Futuro” si impegnano a fondo, ma per il rinnovamento. Sono consapevoli che oggi il compito prioritario di una scuola che funziona è quello di proclamare a gran voce che il vecchio paradigma trasmissivo, antipratico e nozionistico è incapace di affrontare le sfide formative del terzo millennio. È necessario riconsiderare completamente le pratiche didattiche, è necessario mettere in discussione tutte le teorie implicite che bloccano alla base la nostra azione di sano e improrogabile rinnovamento. Il docente è ancora schiavo dei voti, dei compiti a casa e di quelli in classe, dei programmi, della disciplina, e di altre mille convenzioni scolastiche. Non bisogna avere paura di lasciare il sentiero più battuto, soprattutto quando questo sentiero è diventato così accidentato e sconnesso da essere ormai impraticabile.
Il gruppo “Una scuola per il Futuro” si propone i seguenti concreti obiettivi:
La realtà contemporanea è una realtà profondamente differente rispetto a quella di 20-30 anni fa. Gli insegnanti possono tranquillamente continuare a guardare con ammirazione (e persino nostalgia) alle lezioni del loro professore preferito durante gli anni Settanta e Ottanta, quando frequentavano il liceo. Ma una cosa non è più accettabile: non si può pretendere di trasportare quel modello nel 2010. Il mondo nel frattempo ha subito una delle trasformazioni più traumatiche da diversi secoli. Con la nuova rivoluzione tecnologica sono stati stravolti dalla base i tradizionali paradigmi del sapere. E in molti casi lo stravolgimento è stato salutare. La realtà in cui vive un “nativo digitale” ha caratteristiche che non possono non essere prese in considerazione nel momento in cui si parla di apprendimento e formazione. La condizione postmoderna va osservata con attenzione e compresa in profondità. Liquidità? trasparenza? complessità? Tutto questo non può essere trascurato pensando alla formazione delle ultime generazioni. Nuovi paradigmi del sapere si sono affacciati sulla scena mondiale: la scuola ha fatto finta che nulla fosse accaduto, provando anzi ad espellere le novità come fossero virus letali. In realtà la scuola ha il compito di fare i conti con la realtà, di comprendere e lasciarsi persino attaccare dai virus. Alzare le barricate significa condannarsi all’emarginazione dalla vita reale. Il nuovo spaventa sempre chi non conosce o non vuole conoscere.
Questo preambolo è necessario per porre gli obiettivi di questo gruppo nato all’interno del ning La scuola che funziona, gruppo che abbiamo voluto significativamente chiamare “Una scuola per il Futuro”. L’obiettivo è quindi quello di pensare e costruire una scuola possibile in un futuro (si spera vicino), ma anche una scuola capace di dare, al contrario di quella attuale, un futuro alle nuove generazioni.
I docenti impegnati in “Una scuola per il Futuro” non sono menefreghisti, non sono rassegnati, non urlano contro questo o quell’altro, ma non sono neppure asini di fatica che lavorano instancabilmente contribuendo a legittimare lo status quo. I docenti impegnati in “Una scuola per il Futuro” si impegnano a fondo, ma per il rinnovamento. Sono consapevoli che oggi il compito prioritario di una scuola che funziona è quello di proclamare a gran voce che il vecchio paradigma trasmissivo, antipratico e nozionistico è incapace di affrontare le sfide formative del terzo millennio. È necessario riconsiderare completamente le pratiche didattiche, è necessario mettere in discussione tutte le teorie implicite che bloccano alla base la nostra azione di sano e improrogabile rinnovamento. Il docente è ancora schiavo dei voti, dei compiti a casa e di quelli in classe, dei programmi, della disciplina, e di altre mille convenzioni scolastiche. Non bisogna avere paura di lasciare il sentiero più battuto, soprattutto quando questo sentiero è diventato così accidentato e sconnesso da essere ormai impraticabile.
Il gruppo “Una scuola per il Futuro” si propone i seguenti concreti obiettivi:
- sviluppare, attraverso lo studio, l’analisi e il confronto costante, i nodi concettuali attorno ai quali possa prendere avvio un’idea di scuola adeguata a formare i giovani del XXI secolo. Una scuola seducente, una scuola non separata dal mondo, una scuola in cui sia un piacere trascorrere del tempo, una scuola in cui l’apprendimento sia significativo per le nostre esistenze, una scuola viva. Lo studio sarà condotto con un costante riferimento a ciò che accade concretamente sul campo (la scuola), attraverso monitoraggi, sondaggi e analisi statistiche. Nessuno spazio per l’accademismo, nessuno spazio per modelli pedagogici autoreferenziali.
- presentare i risultati di queste analisi in una pubblicazione (cartacea e digitale), che contenga l’esposizione programmatica delle 10-12 questioni fondamentali da affrontare per rivitalizzare finalmente la scuola italiana. Tutto il 2010 sarà dedicato allo studio, alla raccolta dei dati, all’analisi e al confronto tra noi colleghi, formatori, studenti e altri attori del sistema scuola. La stesura dei contributi e la pubblicazione è prevista per i primi mesi del 2011.
- presentare i risultati di questi studi in numerose occasioni pubbliche: conferenze e convegni sulla scuola, sulla didattica, sull’apprendimento; giornate di studi e seminari presso istituti scolastici italiani di ogni ordine e grado e università.
- diffondere le idee promosse dal nostro network in siti web che si occupano di questi temi, o anche su riviste, quotidiani cartacei e altri old media.
Ora non resta che darsi da fare.
Il futuro della scuola lo costruiamo noi.
Antonio Saccoccio
* Il ning La scuola che funziona nasce da un'idea di Gianni Marconato (formatore e teorico di orientamento costruttivista, sviluppatore di ambienti di apprendimento sul web). Il gruppo Una scuola per il Futuro è stato creato ed è coordinato dal duo Mariaserena Peterlin - Antonio Saccoccio (Net.Futurismo)
Etichette: antonio saccoccio, avanguardia, formazione, Gianni Marconato, MariaSerenaPeterlin, net.futurismo, netfuturismo, network, new media, old media, postmoderno, scuola
14 Comments:
Avanti col vostro progetto!
Il professore che non vuole cambiare lo stato attuale della scuola è semplicemente un vigliacco: questo perchè per la sua pigrizia, una generazione di persone nuove rischia di rimanere piena di lacune,in quanto nessuno è stato in grado di soddisfarne i bisogni formativi.
"Quando un sarto fa un vestito lo adatta alla corporatura del cliente e se questi è grosso e piccolo, non gli fa indossare un abito troppo stretto, col pretesto che ha la larghezza corrispondente , di regola, alla sua altezza. (...)
Al contrario l’insegnante veste, calza, incappella tutte le menti alla stesso modo. Egli ha solo roba fatta in serie, e i suoi scaffali non consentono la minima scelta: qualche numero di grandezza, è vero, ma sempre lo stesso modello! Così tra gli alunni delle nostre scuole ne vediamo alcuni che annegano negli anfratti di un programma troppo immenso per le loro deboli aspirazioni e le loro capacità problematiche, ed incespicano ad ogni passo nelle falde sovrabbondanti di quella uniforme che essi non riescono a riempire né fino alla cima né fino al fondo – mentre altri sono soffocati da una disciplina troppo stringata che impedisce lo sviluppo normale della loro personalità intellettuale e morale, tanto che non possono permettersi un movi-mento senza fare saltare qualche bottone.
Perché non si avrebbero per le menti i riguardi di cui si circondano il corpo, la testa, i piedi” .
Queste sono parole di Claparède, scritte negli anni '20.
L'insegnante che dopo un secolo ignora il senso di queste parole, anticipatrici del 2.0, non è degno di occuparsi di formazione.
Quando la nostra voce trova eco e forza nel grido dei giovani significa che abbiamo strappato il sipario che i media, la pessima politica e l'ipocrisia dell'informazione avrebbero voluto stendere sul nostro pensiero ; quando il grido e la riflessione sono di un giovane studente allora vuol dire che abbiamo già individuato la direzione e che la visione è netta, che la prospettiva lucida e definita e che le nostre parole sono spade taglienti. Avanti dunque con questo programma: costruiamo noi, la scuola per il futuro insieme ai giovani.
Mariaserena
Notecellulari.splinder.com
Al contrario l’insegnante veste, calza, incappella tutte le menti alla stesso modo. Egli ha solo roba fatta in serie, e i suoi scaffali non consentono la minima scelta: qualche numero di grandezza, è vero, ma sempre lo stesso modello!
è esattamente così.
Stefano, contiamo anche su di te per la Scuola Futura!
come vedi le idee netfuturiste trovano validi alleati nelle menti sensibili.
adf
@Mariaserena
1. spade taglienti sempre! anzi: spadeparola.
2. con i giovani. sempre. comunque. ovunque.
e contro le vecchie baronie incallite incancrenite inviperite.
adf
Era tempo che qualcuno dicesse con tanta nettezza la verità sulla scuola!
Frankramsey.splinder
vi ho sentiti a un convegno, netfuturisti , netsvitati o quel che siete.
fate ridere, siete dei chiacchieroni da camici di forza.
andate a lavorare che è meglio
ciao Gianluca, grazie per gli apprezzamenti. Così tutti insieme non me li aspettavo.
netsvitati: lavoriamo per esserlo ogni giorno di più.
fate ridere: è sempre stato il nostro obiettivo, per fortuna te ne sei accorto.
siete dei chiacchieroni da camici di forza: beh qui esageri forse. diciamo che già qualcuno ci prende per matti. siamo quindi sulla buona strada
ci vediamo al prossimo evento!
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
caro Paolo, la scuola-carcere, denunciata da Papini negli anni Dieci del secolo scorso e nel nostro manifesto generale del 2008, è l'incubo di tutte le menti creative e geniali.
Noi proclamiamo la necessità di una scuola-vita, senza indugi.
Con il ning creato da Gianni Marconato, tutto questo è più vicino.
coraggio!
Very good! Vi seguo!
Buongiorno,
Ho fundato, 15 anni fa, nel Belgio, una scuola dove gli alumni parlano il latino. Possiamo ricevere discepoli stranieri.
Se siete interressati, ecco il sito:
www.scholanova.be
Con i miei più cordiali saluti.
Stéphane Feye
Puoi dare qualche informazione in più sulla direzione che intendi intraprendere, per cambiare la scuola?
Le tue affermazioni sono troppo generiche, per quanto sono riuscito a leggere..
Qualche studio già pubblicato, inoltre, sarebbe utile
grazie
@Stéphane, grazie per il link. mi sto facendo un giro sul sito.
@Anonimo, ti rispondo solo una volta perchè è questa la regola a casa mia con chi non si presenta e si atteggia a provocatore/troll/robasimile.
Le mie affermazioni sono tutt'altro che generiche. E se per te non lo sono è un problema tuo. Trovi sul mio blog idee molto concrete e precise sulla direzione che ho intrapreso.
Se cerchi cose interessanti leggi tutti i post di questo mio blog, se cerchi solo pubblicazioni è meglio che tu vada in biblioteca! Lì ne troverai con facilità una marea, che non hanno cambiato assolutamente il modo di fare scuola.
salut!
In altri termini: tu hai sempre ragione e chi si trova in disaccordo con te è animato da cattive intenzioni e ha pianificato la rovina di quanto di buono tu stai facendo.
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