Netfuturismo, viaggiatori e turisti
Noi netfuturisti ribadiamo ancora una volta la distinzione tra i veri viaggiatori e i semplici turisti.
Siamo convinti che chi viaggia seguendo i tradizionali percorsi turistici è come se non viaggiasse.
I viaggi organizzati dalle agenzie sono vere e proprie delusioni per i veri viaggiatori.
Cosa vede normalmente il turista medio in una capitale europea?
Vede altri turisti e vede esercizi commerciali messi in piedi per i turisti. E vede quei 3-4 monumenti notissimi, che non si possono assolutamente non vedere (o meglio, dire di aver visto).
Cosa sarebbe il caso di vedere invece?
La vita di quella città, quella di tutti i giorni. Non la vetrina preparata ad hoc per il turista. Non la gente che vive aspettando il turista.
Noi net.futuristi intendiamo il viaggio in un modo selvaggio e al tempo stesso coraggiosamente avanguardista.
Noi detestiamo le bancarelle e i negozietti di magliette spille tazze cappellini.
Noi vogliamo inoltrarci irriducibilmente nella vita dei luoghi che visitiamo.
Nulla deve sfuggirci, dall'aspetto più basso e triviale a quello più snob e intellettuale.
Tutto è vita.
Il viaggio vissuto in modo autentico è net.futurismo intensificato.
Il giretto delle tre chiese è una delle massime espressioni del passatismo e del presentismo contemporaneo.
Antonio S.
Etichette: neofuturismo, net.futurismo, netfuturismo, passatismo, presentismo, turismo, viaggio
9 Comments:
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Negozietti sempre uguali...da Roma...a New York..a Tokio... perfino il souvenir è omologato!!!
Per non parlare dei divertimenti. Sono in Erasmus da un paio di mesi ormai e non vi dico la difficoltà di trovare qualcosa di diverso.
Ciao a tutti, tra parentesi.
@Paolo e Giulio, finirà anche il tempo del pellegrinaggio tra i Colossei e le Gondole da tavolo!
Lo faremo finire noi, quando vincerà finalmente la CREATIVITA' DIFFUSA E TOTALE NETFUTURISTA!
@Andante, giusto! Anche i divertimenti sono gli stessi ovunque! E si tratta sempre di divertimenti e giochi telecomandati! Nessuno spazio alla creatività individuale!
e mi hai fatto anche ricordare che persino l'Erasmus è per tanti (spero non per te) una moda!
un saluto a te!
ad futurum
anche io mi sono ritrovato a essere travolto dalla moda delle bancarelle. ecco perchè mi chiedo come mai le visite di istruzione per i ragazzi si concentrino su quelle 3 chiesette, come dici tu. però è anche vero che è proprio quella l'anima del viaggio d'istruzione... chiedi un po' in giro a qualche ragazzo (se ne conosci)se si sono divertiti a vedere i monumenti, o le bancarelle? c'è molto di più da imparare dai mercatini locali per vedere l'attualità, la moda del posto, le tradizioni e le stranezze.
o semplicemente provate a parlare in inglese con qualche passante, solo per chiedere informazioni. divertitevi a cercare la parola esatta e interagire con altre persone straniere: solo così vedrete la vera anima del viaggio: INTERCULTURA.
anonimo, c'è da fare una grande differenza tra i mercati locali e le bancarelle allestite solo per i turisti.
c'è differenza tra la produzione artigianale locale e i colossei made in taiwan.
io vado sempre a visitare i mercati locali, ma disprezzo profondamente le bancarelle turistiche.
bisogna conoscere anche quelle, per poterle poi demolire!
ad futurum
p.s. i viaggi d'istruzione poi sono ancora più significativi per questo discorso. ma di questo parlerò magari un'altra volta più diffusamente.
Ci vuole intelligenza anche nel viaggiare.
I percorsi turistici tentano di concentrare in poche ore tutto quello che dovresti sapere di una nazione, di una capitale e di un popolo, quando in realtà il cuore di quella città si è già spostato altrove.
Penso alle fiumane di turisti stranieri che vengono in Italia a farsi vendere la loro reiterata idea di noi pizza spaghetti mandolino e mafia.
Potrei seguire i percorsi già segnati ad hoc per il turista medio e ridurmi a pensare il mondo come se girassi l'angolo di casa e vedessi la torre Eiffel la porta di Brandeburgo la Sagrada Familia Empire State Building e piazza Tienammen tutte insieme senza cogliere la minima distanza di vita che corre fra un posto e l'altro.
La differenza sta nel voler immergersi nel viaggio in tutti i suoi aspetti o finire come i più a fare solo un giro...
Mi trovo immensamente d'accordo con questo post e con quanto affermato da Anonimo poco sopra. Il mio motto è : Viaggiare non è visitare, viaggiare è vivere.
Ogni città, ogni paese, ogni cultura è degna di essere assaporata lentamente e da dentro. Viaggiare può essere istruttivo, ma se si ha già acquisito il modo giusto di vivere il viaggio, di intenderlo, altrimenti può risultare totalmente inutile.
Personalmente amo viaggiare, ed alterno vacanze di pochi giorni con la mia famiglia in capitali europee, dove più difficile è entrare bene in contatto con la cultura, a programmi di scambi giovanili (quest'estate andrò in Giappone appunto, dove vivrò un mese in una famiglia giapponese).
Sono una grande sostenitrice dei progetti di intercultura , i quali sono , sempre se come l'erasmus non affrontati perchè di moda al momento, il miglior modo per capire e per gustare al massimo la quitidianità, quindi la preziosa tradizione del paese, vivendo la cultura da dentro, da appartenente a quella cultura.
Valeria.
Anche questo post non fa una piega.
Parlando da studente posso dire che i viaggi organizzati ad esempio proprio dalle scuole sono una vera noia. Sempre le solite visitine di chiese e cattedrali che , almeno secondo me, hanno poco senso. Non perchè le visite sono inutili - anzi, non rinneggo affatto l'importanza delle visite - ma perchè sono organizzate malissimo e per questo lo studente non è neanche minimamente attratto.
Di questo post mi ha colpito molto la frase "Noi vogliamo inoltrarci irriducibilmente nella vita dei luoghi che visitiamo.
Nulla deve sfuggirci, dall'aspetto più basso e triviale a quello più snob e intellettuale.
Tutto è vita."
Complimenti Antonio continua cosi
Non fermiamoci!
Ad Futurum
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