LIBERI DALLA FORMA

IL PRIMO BLOG NET-FUTURISTA

domenica, gennaio 04, 2009

clownterapia: la terapia del sorriso tra scienza e arte

Apprendiamo con piacere che il governo italiano ha stanziato finalmente dei fondi per la diffusione della “clownterapia” (“terapia del sorriso” o anche “comico terapia”) nei nostri ospedali. Ci auguriamo che questa non sia una mossa isolata, ma che finalmente si pensi a dare dignità umana alle corsie ospedaliere.
I nostri ospedali sono troppo spesso dei lager. L’atmosfera che si respira in corsia è pesantissima, opprimente e deprimente. Basta avere un minimo di sensibilità per comprendere che un malato ha bisogno di un ambiente sereno e allegro per poter convivere con la propria sofferenza. E invece nei nostri ospedali si muore prima moralmente, e poi fisicamente. Oggi possiamo lodare il lavoro avanguardistico di Hunter "Patch Adams, di Norman Cousins, di tutta la gelotologia e la psiconeuroimmunologia. Oggi i loro studi sono ormai riconosciuti come fondamentali, con buona pace dei deprimenti ambienti medici tradizionali. Il sorriso, la risata aiutano in modo decisivo il malato: è dimostrato scientificamente e oggi persino i politici italiani ne prendono atto.
Ma vogliamo andare oltre la cronaca e la scienza, perché c’è qualcun altro che ebbe un’intuizione simile ed è un personaggio a noi caro: Aldo Palazzeschi. L’ottimismo istintivo e/o volontaristico che caratterizzò il futurismo, e oggi caratterizza il netfuturismo, deve fare inevitabilmente i conti con lo spettro della sofferenza e soprattutto della malattia. Inutile dire che le personalità più complesse del futurismo (Marinetti, Palazzeschi, Papini) avevano un approccio differente anche nei confronti del dolore e della morte. Anche oggi d’altra parte le sensibilità umane dei netfuturisti presentano sfumature diversificate. Ma al di là delle sfumature, la sensibilità futurista è ovviamente attentissima alla questione del dolore ed è per questo che l’ottimismo diventa per noi netfuturisti una categoria centrale (lo si può vedere nel nostro manifesto generale), e non un sentimento ingenuo e infantile. Ma veniamo all’intuizione di Palazzeschi. Il 15 gennaio del 1914 appariva su Lacerba uno dei manifesti futuristi più bizzarri e sconvolgenti: Il controdolore di Aldo Palazzeschi. Un testo piuttosto lungo, che proponeva una visione del mondo che ribaltava i canoni contemporanei. Un testo esplosivo in cui si potevano leggere frasi come la seguente: “L'uomo che attraverserà coraggiosamente il dolore umano godrà dello spettacolo divino del suo Dio”. Ma è nei punti programmatici che il poeta parla precisamente degli ospedali.
"Trasformare gli ospedali in ritrovi divertenti, mediante five o' clock thea esilarantissimi, café-chantants, clowns. Imporre agli ammalati delle fogge comiche, truccarli come attori, per suscitare fra loro una continua gaiezza. I visitatori non potranno entrare nei palchetti delle corsie se non dopo esser passati per un apposito istituto di laidezza e di schifo, nel quale si orneranno di enormi nasi foruncolosi, di finte bende, ecc. ecc."

Come si può vedere, l’artista spesso intuisce quello che lo scienziato ancora non riesce a dimostrare. Oggi che l’arte e la scienza sono ancora più vicine (almeno in ambienti d’avanguardia), il netfuturismo non può che augurarsi un intenso e progressivo avvicinamento delle due categorie, troppo spesso ritenute antitetiche. Tutto ciò non potrà che portare ad un decisivo progresso sia nell’uno che nell’altro campo. Anche a partire dalle terapie per affrontare il dolore. La terapia del sorriso è oggi impiegata soprattutto in ambito pediatrico, ma noi siamo pronti a scommettere sulla sua efficacia in senso più generale. Ridere è un'arte, vincere il dolore è un'arte ancora più grande.

“Venite! Venite! Nuovi eroi, nuovi genii della risata, sbucate nelle nostre braccia che vi attendono, fra le nostre bocche che ridono ridono ridono, fuori dalla macchia pungente del dolore umano”.

Antonio Saccoccio

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11 Comments:

At 05 gennaio, 2009 01:10, Blogger Elisabetta Mattia said...

Ottimo testo il controdolore di Palazzeschi, in alcuni tratti ancora molto attuale e rivoluzionario.
Penso anch'io che sorridere o ancor meglio ridere del dolore non renda l'uomo più insensibile o superficiale come si potrebbe credere, permette al contrario di trarre forza dalle situazioni peggiori, volgerle al meglio per sè.
E' in genere il pensare in maniera positiva, "l'ottimismo volontaristico" futurista, ad allontanare ogni sorta di abbattimento inutile per disporre al meglio il corpo a reagire ad ogni ostacolo.

Da qui l'applicazione benefica anche se tardiva su palazzeschi di clownterapy, pet-terapy e molte ancora a venire è notevole al fine di rendere affatto esecrabile e miserevole un passo ordinario di vita.

 
At 05 gennaio, 2009 08:39, Blogger Giovanni Getto said...

e' facile ridere delle cose belle, la vera sfida, cio' a cui un vero uomo (nuovo) non si deve sottrarre e' ridere del brutto e del dolore. la risata ci avvicina al nostro essere umani (gli animali non ridono, sottolinea palazzeschi) e a dio. palazzeschi intuisce queste cose 50 anni prima del dottor adams, ma pochi, anche in italia, lo sanno.
bene l'attenzione del governo.
ho avuto occasione di vedere i pagliacci all'opera e sinceramente temo non abbiano capito il senso dell'operazione. la risata e' un dono, molti ancora cercano la risata come gratificazione personale, da cui il fallimento, sia in termini concettuali che in efficacia. pochi capiscono la necessita' della rottura degli schemi. rendere un medico risibile significa rompere quella barriera sociale che mette il medico su un piedistallo, anziche' presentarlo come un uomo che sta facendo del suo meglio (nei migliori dei casi) per fare il proprio lavoro. raramente vedo il coraggio di afferrare a piene mani quello schema e sgretolarlo con il coraggio necessario. e' comunque un bel passo avanti. se i nostri clown di corsia leggessero il controdolore (invece di accontentarsi del fim biografia di patch adams o qualche corso tecnico su come fare il 'solletico' ai pazienti) forse riuscirebbero a dare un senso piu' vero, sicuramente piu' umano, all'azione predetta visionariamente da palazzeschi. diciamo... una cosa alla volta!

 
At 05 gennaio, 2009 22:36, Blogger Paolo said...

Questo commento è stato eliminato dall'autore.

 
At 06 gennaio, 2009 01:06, Blogger Antonio Saccoccio said...

@elisa
bisogna avere un energico vitalissimo ottimismo.
ottimismo profondamente lucido e volontaristico.
il dolore esiste ed è grande, ma bisogna trovare la terapia per ridurlo ai minimi termini.
ci vuole il giusto riso per questo.

@giovanni
una cosa alla volta ;-)
anch'io sono scettico sulle reali capacità di questi clowndottori, ma è la via tracciata che è fondamentale.
noi nell'arte lo vediamo bene questo: anche se la via è giusta, a volte si può non essere all'altezza del compito.
quello che manca è ancora una volta l'intelligenza interpersonale, la capacità di comprendere lo stato d'animo altrui. lì c'è l'uomo nuovo.
vedi benissimo: bisogna togliere il medico dal piedistallo su cui si è posto. bisogna umanizzare la sua figura per permettere ai degenti una serenità maggiore.

@Paolo
lo sappiamo bene noi, i futuristi arrivarono quasi sempre per primi.
come arriviamo sempre prima noi netfuturisti.
il segreto è aprire la via, l'avanguardia è questo.

ADF

 
At 07 gennaio, 2009 21:45, Blogger Serena Peterlin said...

La terapia contro la sofferenza e il dolore fisico è necessariamente medica, tuttavia lo stato d'animo del malato è anch'esso dolore.
Io credo che sia importante considerare il dolore un nemico.
Ho letto con interesse il testo di Palazzeschi che non conoscvo (Grazie Anto!)e, pur non condividendone interamente i contenuti, l'ho trovato geniale.
Pedagogicamente non so quanto possa essere utile l'uso dei giocattoli suggeriti dall'Autore, però la sua impostazione è fondamentale e positiva.
Alcune affermazioni come ad esempio "Noi futuristi vogliamo guarire le razze latine, e specialmente la nostra, dal dolore cosciente" sono vere e proprie spadeparole contro il conformismo lamentoso e vittimistico. Anche la religione del cristianesimo insegna a sorridere (e purtroppo spesso questo aspetto è stato poco illuminato) non solo per la speranza che la sostiene e che predica, ma anche proprio per la fiducia e il valore che dà alla vita umana.
Insomma è molto importante riscoprire, valorizzare ed esaltare queste positività umane che sono insieme ragione e slancio vitale e creativo.
Ottimo dunque l'inizio della terapia clawnesca e anche migliore lo sviluppo che il netfuturismo può dare riscoprendo la radice culturale del futurismo storico!

 
At 07 gennaio, 2009 21:47, Blogger Serena Peterlin said...

*clownesca, mi scuso

 
At 09 gennaio, 2009 11:02, Blogger Giulio Morera said...

Essere nella prospettiva della morte, nella prospettiva di vedersi azzerate le proprie esperienze future, è il momento più difficile della vita (più della morte stessa)

Farlo sorridendo, oltre che una forma estremamente eroica di ribellione alla natura, è d'aiuto non solo a se stessi, ma a chiunque ci stia intorno

Giulio

 
At 09 gennaio, 2009 17:09, Blogger Giovanni Getto said...

che la morte e il dolore siano madri e sorelle non è una grandissima novità se le vogliamo almeno ricordare dal cantico di san francesco.
accogliere entrambe con il sorriso come una parte necessaria ed ineluttabile della vita è non solo un dovere (di cronaca?) ma aiuta davvero a vivere più serenamente.
il dolore non è un nemico è il miglior maestro che abbiamo, quando è... naturale. ci sono dolori patologici, 'sbagliati' dai quali sarebbe bello potersi liberare, esagero portando ad esempio metastasi ossee... la morte c'è. punto. come tutte le cose che non vogliamo, più non ci pensiamo, più ci fa paura, perché così diventa anche 'una cosa che non conosciamo'. fraternizzare con la morte e con il dolore ci aiuta ad apprezzarle e ad apprezzare ancor di più anche un singolo giorno di vita. ricordare il post 'enorme' che pubblicò antonio? l'estremo massimo che invocò palazzeschi, al quale unisco la mia voce, non è solo fraternizzare, ma riderci sopra, assieme. un mondo ben diverso, è chiaro, ma provate ad immaginare se diventasse un'abitudine... se invece che emarginare l'extracomunitario, lo si pigliasse in giro e si scherzasse con lui, dopo poco non diventerebbe 'uno-tra-gli-altri'. se invece che evitare il cieco, si ridesse con lui (da quant'è che non ci si vede!). se invece di non pensare alla morte, ci si scherzasse quotidianamente... quanti tra noi stasera scoppieranno di gioia andando a letto al pensiero di aver vissuto un ALTRO giorno e (se tutto va bene) di viverne un ALTRO domani?

 
At 09 gennaio, 2009 23:10, Blogger Antonio Saccoccio said...

@Serena
bisogna continuare così, con il nostro ottimismo naturale o artificiale.
Useremo sempre le nostre spade-parola contro il vittimismo lamentoso.

@Giulio, è proprio così. Eroismo, eroismo, sempre eroismo.


adf

 
At 09 gennaio, 2009 23:13, Blogger Antonio Saccoccio said...

@Gianni, dobbiamo continuare e intensificare la nostra azione in questo senso. Il controdolore è un capostipite in questo senso. Noi dobbiamo portare a maturazione la triplice linea papini-palazzeschi-marinetti. Combattere, scherzare e farlo come movimento.

ADF

 
At 12 gennaio, 2009 14:33, Anonymous Anonimo said...

La psiconeuroimmunologia è stata finalmente testimone dell'intuizione artistica.

Io credo profondamente che arriveremo sempre più in profondità quando si smetterà di voler diventare gli specialisti che sanno tutto di un argomento e niente di tutto il resto (della vita!?).

L'artista scienziato è il passo fondamentale. Intuizioni geniali calate nel reale, studiate ed interpretate.

A questo dobbiamo mirare

 

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