Servi. Ma in nome della libertà. Qualche annotazione politicamente scorretta
Tutti parlano di libertà. Non c'è idea più sbandierata. Non c'è termine più abusato. Ma per parlare di libertà bisogna essere credibili. Sono forse credibili i politici e i partiti politici? Negli ultimi decenni in Italia siamo stati inondati di partiti e aggregazioni partitiche che hanno richiamato l'idea di libertà. Sin dal nome. Polo delle Libertà. Casa delle Libertà. Sinistra e Libertà. Futuro e Libertà. Sinistra Ecologia e Libertà. A sentire questi nostri politici dovremmo vivere in un Paese che trasuda e gronda libertà da tutti i pori. Tutti lottano per la libertà! In realtà destra e sinistra sono come sempre unitissime nella chiacchiera avvilente, litigando su quale debba essere la prossima privazione di libertà, ma sempre in nome della libertà! Eppure c'è una differenza sostanziale ormai tra l'uso che viene fatto del termine "libertà" e la concretissima libertà che noi tutti non abbiamo. Chi davvero - come il sottoscritto - ama istintivamente e profondamente essere e sentirsi libero, non può che sentirsi preso per i fondelli da dichiarazioni continue così profondamente tradite. Coloro che ci governano (o coloro che si oppongono ai governanti) sono servi dentro, quindi hanno una concezione assolutamente servile della libertà: lottano per spostare i limiti della servitù, ma a loro non viene neppure in mente di essere dei servi. Pensano di essere liberi! La loro libertà è non avere Hitler o Stalin sul capo!
La realtà è che la nostra società occidentale è libera solo se la si paragona alle dittature. Certo, abbiamo qualche garanzia sulle libertà di stampa, di opinione, ma sono libertà davvero minime. La realtà è che gli individui che oggi conservano ancora un animo libero (pochi purtroppo) si sentono gravare addosso costantemente la cappa voluta da chi vuole regolamentare, controllare, valutare, giudicare, punire. Non ci può essere libertà in un Paese, in un mondo strutturato su istituzioni che regolamentano e controllano ogni nostro passo. Dalla culla alla bara. Istituzioni gerarchiche strutturate su ben definiti rapporti di potere. Con la naturale conseguenza che chi ha più potere tende quotidianamente a limitare le libertà di chi ne ha meno. Tutto è profondamente contrario alla vera e pura libertà. Da quando nasciamo siamo ingabbiati in regolamenti che stritolano la nostra natura. Iniziano i genitori con le maniacali inutili restrizioni e proibizioni in tenera età ("questo non si fa", "questo non si dice"). Contemporaneamente agisce l'asilo, con maestre e maestri che soffocano ogni residua velleità con regole e regolette risibili. Poi arriva la decisiva castrazione: il lunghissimo tediosissimo percorso scolastico, in cui apprendiamo, tra le altre cose, che sopra di noi c'è sempre la grande madre Legge, che ci dice con amore ciò che dobbiamo o non dobbiamo fare. Spenta ogni fiammella vitale, ecco il meritato approdo: lavorare duramente per più di metà della nostra vita. Tutto per poi giungere a goderci finalmente qualche brandello di libertà: da vecchi!
La realtà è che la nostra società occidentale è libera solo se la si paragona alle dittature. Certo, abbiamo qualche garanzia sulle libertà di stampa, di opinione, ma sono libertà davvero minime. La realtà è che gli individui che oggi conservano ancora un animo libero (pochi purtroppo) si sentono gravare addosso costantemente la cappa voluta da chi vuole regolamentare, controllare, valutare, giudicare, punire. Non ci può essere libertà in un Paese, in un mondo strutturato su istituzioni che regolamentano e controllano ogni nostro passo. Dalla culla alla bara. Istituzioni gerarchiche strutturate su ben definiti rapporti di potere. Con la naturale conseguenza che chi ha più potere tende quotidianamente a limitare le libertà di chi ne ha meno. Tutto è profondamente contrario alla vera e pura libertà. Da quando nasciamo siamo ingabbiati in regolamenti che stritolano la nostra natura. Iniziano i genitori con le maniacali inutili restrizioni e proibizioni in tenera età ("questo non si fa", "questo non si dice"). Contemporaneamente agisce l'asilo, con maestre e maestri che soffocano ogni residua velleità con regole e regolette risibili. Poi arriva la decisiva castrazione: il lunghissimo tediosissimo percorso scolastico, in cui apprendiamo, tra le altre cose, che sopra di noi c'è sempre la grande madre Legge, che ci dice con amore ciò che dobbiamo o non dobbiamo fare. Spenta ogni fiammella vitale, ecco il meritato approdo: lavorare duramente per più di metà della nostra vita. Tutto per poi giungere a goderci finalmente qualche brandello di libertà: da vecchi!
A noi avanguardisti spetta il compito di mettere in discussione nel modo più radicale possibile tutto l'impianto castrante delle istituzioni e dei regolamenti statali, delle norme e delle convenzioni sociali.
I politici hanno il compito di racimolare quattro voti sulla base della totale inconsapevolezza e ignoranza. Ignoriamoli. Sono patetici servi che parlano di libertà.
I politici hanno il compito di racimolare quattro voti sulla base della totale inconsapevolezza e ignoranza. Ignoriamoli. Sono patetici servi che parlano di libertà.
Antonio Saccoccio
Etichette: avanguardia, dittatura del lavoro, legge, libertà, politica, scuola, servi, servitù
1 Comments:
è risibile la parola libertà in bocca ad un politico. dovremmo essere prima di tutto liberi da loro, ma questo non rientrerà mai nei loro programmi...
sì fa tanto chiasso per la libertà, ma poi non si riesce nemmeno a riconoscerla quando ci si presenta. colpa dell'educazione.
la prima grande azione libertaria che ogni uomo può compiere è sorridere - ma niente "cheeeeeese", per carità!
Posta un commento
<< Home