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domenica, gennaio 09, 2011

anarchia e avanguardia: da Marinetti a Sanguineti

Il messaggio principale delle avanguardie consiste indubbiamente nel rifiuto delle idee e consuetudini ereditate dalla tradizione, giudicate incapaci di sostenere e leggere ormai la realtà contemporanea. L'avanguardista percepisce le norme, le regole e le convenzioni sociali come una gabbia insopportabile e prova in ogni modo a demolirle, introducendo elementi di disordine. E' stato così per il Futurismo, è stato così per il Dada, è stato così per il Situazionismo. Evidentemente ciò ha posto e pone costantemente le avanguardie in sintonia con l'anarchia e il pensiero anarchico.
Tra gli svariati spunti che offre un testo denso come Al di là del comunismo, Filippo Tommaso Marinetti scrisse: "L'umanità cammina verso l'individualismo anarchico, meta e sogno di ogni spirito forte"; e poco dopo: "Odiamo la caserma militarista quanto la caserma comunista. Il genio anarchico deride e spacca il carcere comunista".
La caserma e il comunismo sono gli emblemi della vita burocratizzata, che possono solo soffocare il prorompere delle forze vitali che animano gli individui.
Marinetti, nel 1920, vede nell'individualismo anarchico il destino dell'umanità.
"Non soltanto siamo più rivoluzionari di voi, socialisti ufficiali, ma siamo al di là della vostra rivoluzione. Al vostro immenso sistema di ventri comunicanti e livellati, al vostro tedioso refettorio tesserato, noi opponiamo il nostro meraviglioso paradiso anarchico di libertà assoluta arte genialità progresso eroismo fantasia entusiasmo gaiezza varietà novità velocità record".
Gli spunti anarchici sono frequenti, quindi, non solo in alcuni futuristi, ma anche nello stesso Marinetti. D'altra parte, già nel primo manifesto, non è forse anarchico "il gesto distruttore dei libertari"? E non è ancora più anarchico (e pienamente rivoluzionario) far precedere questa affermazione libertaria dalla glorificazione del patriottismo? Lo spirito scompaginatore, puramente anarchico, è proprio quello che vuole scombinare costantemente le idee più acquisite e date per buone. Gli uomini politici non potevano allora comprendere (e a volte non comprendono neppure ora) la novità assoluta di quell'accostamento. Tant'è che lo stesso FTM tornò più volte sull'argomento. Ad esempio in Democrazia Futurista, nell'illuminante paragrafo intitolato Vecchie idee a braccetto da separare:
"Il regno di questi luoghi comuni legati assurdamente insieme per l'eternità ha fatto sì che una delle frasi del primo manifesto futurista pubblicato 11 anni fa, la quale glorifica insieme il patriottismo e il gesto distruttore dei libertari, sembrò alle mentalità politiche una pazzia o un puro scherzo.
Tutti trovavano assurdo o buffo che l'idea libertaria andasse per la prima volta a braccetto con l'idea di patria. Come mai la parola patriottismo non era quel giorno accompagnata dalla sua amica monarchia d'ordine e reazionaria?"
E più in basso:
"Noi oggi separiamo l'idea di Patria dall'idea di Monarchia reazionaria e clericale. Uniamo l'idea di Patria con l'idea di Progresso audace e di democrazia rivoluzionaria, antipoliziesca"
Ecco. E' proprio la capacità di destrutturare le convinzioni e i luoghi comuni più affermati che rende le idee di avanguardia e di anarchia così strettamente legate.

D'altra parte, uno dei maggiori studiosi italiani di avanguardie, Edoardo Sanguineti, ha affermato che l'idea di anarchia è legata a quella di avanguardia:
"Le pulsioni fondamentali dell'età delle avanguardie avevano le loro radici in un'idea di anarchia"
E' poi curioso il fatto che Sanguineti sia stato uno studioso e un critico delle avanguardie, ma al tempo stesso sia stato parte importante della storia delle avanguardie. Ed è significativo che diverse volte si sia mostrato assai poco anarchico. D'altra parte lo ha dichiarato lui stesso esplicitamente di non essere un anarchico. E questo conferma la mia tesi: Sanguineti non è stato mai realmente neppure un avanguardista.

Oggi, se vogliamo essere avanguardisti non possiamo non affrontare il confronto con il pensiero anarchico. Siamo contro le Gerarchie, contro la Scuola, contro il Lavoro, contro la Cultura, contro l'Arte. Siamo futuristi e siamo dada al tempo stesso. Se qualcuno ci accusa di essere anarchici, ci sta bene. Siamo uomini e donne d'avanguardia.

Antonio Saccoccio

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3 Comments:

At 10 gennaio, 2011 00:52, Blogger Stefano Balice said...

Rarissimo post!
Raro perchè pochi riescono a tuffarsi nell'avventura marinettiana liberi da luoghi comuni e stereotipi azzardati troppo facilmente.
Solo una definizione può aiutarci a capire le avanguardie meglio di quella di Sanguineti:
l'avanguardista ha il cuore un metro davanti a sè.

 
At 24 gennaio, 2011 00:18, Blogger Elisabetta Mattia said...

Uno degli sbagli del XX secolo credo sia stato sempre quello di ricondurre ogni dichiarazione ed ogni credo ad un credo politico.
E dove "politico" sta ad indicare uno schieramento contingente piuttosto che l'oggetto sociale cui ogni affermazione fa riferimento.
E allora capita che non si vedano più gli attraversamenti sagaci che le avanguardie attuano a volte contro le proprie stesse affermazioni. Attraversamenti invece attesi nell'anarchia, dove i sovvertimenti sanciscono una natura riconosciuta e accettata. In tal senso forse l'avanguardia è addirittura superiore all'anarchia, in quanto sovverte di continuo anche quello che ci si aspetta da lei.

 
At 23 febbraio, 2011 21:17, Anonymous Bianconiglio said...

Non posso che apprezzare questo articolo, soprattutto sul Marinetti:

Noi oggi separiamo l'idea di Patria dall'idea di Monarchia reazionaria e clericale. Uniamo l'idea di Patria con l'idea di Progresso audace e di democrazia rivoluzionaria, antipoliziesca.

Esattamente in tema al commento di Elisabetta.

 

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