LIBERI DALLA FORMA

IL PRIMO BLOG NET-FUTURISTA

domenica, febbraio 01, 2009

performance netfuturista: improvvisazione e naturalezza esplosive

Una delle caratteristiche di tutte le azioni performative netfuturiste è l'improvvisazione e l'assoluta naturalezza nel rapporto con il pubblico. Alla fine c'è chi può essere entusiasta delle nostre idee, c'è chi può essere irritato (e noi lo vogliamo!), ma tutti si dichiarano sorpresi dalla capacità di stare in pubblico e dominare il pubblico. In moltissimi ci guardano come se fossimo alieni. Questa capacità in realtà se è vero che per alcuni netfuturisti è frutto di anni di mestiere, per molti invece è il risultato di una sicurezza talmente salda che non può non sfociare nella prestazione di alto livello. Tutto è spontaneo, quando si vive in linea con il pensiero di cui si parla, quando si affronta il lavoro con la stessa coerenza, quando si fa arte seguendo gli stessi principi, quando i rapporti interpersonali sono naturalmente netfuturisti. La nostra forza è che possiamo sfidare in modo strafottente il mondo perchè sappiamo che abbiamo i numeri per affrontare qualsiasi sfida. Non abbiamo nulla da temere. Non abbiamo scheletri nell'armadio. Tutto è limpido e cristallino. Puro. Bisogna tremare di fronte a noi perchè siamo quello che diciamo di essere. Ed è così che ieri abbiamo potuto interessare ragazzi appartenenti a circoli che si definiscono "di destra" e allo stesso tempo ragazzi che contestavano all'esterno e appartenenti ad ambienti "di sinistra" (quanto è penoso parlare ancora in questi termini). Spiegando loro che i muri inutili vanno demoliti. Tutto sotto gli occhi dei giornalisti e delle forze dell'ordine, stupiti ed increduli di fronte a tanta audacia comunicativa. Non c'è barriera che tenga quando hai la dinamite dentro.
Le serate futuriste del secolo scorso introdussero senza dubbio un elemento nuovo: la conflittualità con il pubblico. Quello che oggi noi netfuturisti aggiungiamo è quel toglierci completamente l'aura di Artisti, visto che l'aura oggi la desiderano solo quelli che non hanno nulla a che vedere con l'arte. La vecchia Arte non ci interessa. Molti di noi sono artisti da quando sono adolescenti. Partecipiamo ad eventi spettacoli concerti da quando siamo in fasce. Abbiamo prodotto opere d'Arte per decenni. Ma quella robetta ci ha definitivamente schifato. Quella robetta è del XX secolo. Continuiamo ad accumulare opere dopo opere, perchè la nostra creatività è a tratti straripante. Ma noi siamo proiettati verso la creAzione totale e la creatività estesa. Noi siamo oltre-artisti.
Anche qui: aboliamo tutte le barriere e sfondiamo tutti i muri.
E la cosa più interessante è che per noi queste sono le cose più naturali del mondo. Non dobbiamo fingere. Non dobbiamo metterci nessuna etichetta addosso.
Siamo così.
E non c'è altro da aggiungere.
Antonio Saccoccio

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4 Comments:

At 02 febbraio, 2009 00:29, Blogger Elisabetta Mattia said...

Apprezzo sempre tanto il tuo modo di coinvolgere il pubblico, il modo di muoverti e infuocarti quando parli, tanto che riesco a seguirti a stento con la telecamera quando riprendo gli eventi... :)
E mi accorgo di quanto è facile e spontaneo quando si è forti delle proprie idee trattare senza la minima soggezione con una schiera di persone ben arroccate sulle proprie sedie, sempre pronti a spronare e inondare di energia e provocare reazioni in chi arriva lì pensando di stare immobile ad assistere come davanti ad uno schermo. ;)

 
At 02 febbraio, 2009 18:04, Blogger Paolo said...

Questo commento è stato eliminato dall'autore.

 
At 03 febbraio, 2009 12:38, Blogger Giovanni Getto said...

alla base ci stanno le motivazioni. se ti trovi di fronte ad un pubblico per essere giudicato per ciò che sei o ciò che dici, ecco che scatta la paura, l'insicurezza, la falsità. se ti trovi a parlare con della gente perché HAI delle cose da dire, HAI voglia di dirle, una necessità esplosiva, incontenibile, se VUOI, cerchi, esigi delle reazioni, anche negative, perché vuoi il confronto, perché vuoi essere stimolato tanto quanto vuoi stimolare, perché insegui la crescita personale e condivisa, non c'è più spazio per la paura, per il dubbio, per la voce tremante, il timore della della gogna.
tutto sta nelle motivazioni, noi vogliamo parlare con la gente, non necessariamente piacere, anzi... siano benvenuti i fischi se son frutto di critiche intelligenti, come si può con questi presupposti essere meno che spontanei, immediati, dinamici?
ma ancora ci troviamo di fronte a zombi... la prossima volta, porto io le verdure da tirare al pubblico passivo taciturno seduto in fondo per vedere senza essere visto, come davanti alla televisione: qualunque cosa è meglio dell'indifferenza.

 
At 08 febbraio, 2009 14:06, Blogger Antonio Saccoccio said...

E' così Elisa. Quando riuscirai a riprendermi con la videocamera, significherà che sarò un uomo morto. ;-)
dobbiamo cercare di dare tutte le energie che abbiamo a chi non ne ha. è sfibrante a volte, ma è la nostra missione.

Paolo, non smettere un attimo di crederci. Essere elettrizzato è l'unico modo vero per elettrizzare gli altri. Fingere non paga mai. Lasciarsi travolgere dalla lava che si ha dentro: questo dobbiamo cercare.

sì Giovanni! come ho detto quel giorno "stiamo messi peggio di 100 anni fa!". Sono sicuro che almeno qualcuno starà ancora riflettendo su questa mia affermazione.
La paura, il tremore: ti vengono quando sai che non hai niente di straordinario da dire, quando sai che sei un vigliacco, quando sai che possono distruggerti in un momento, quando sai che sei un omuncolo.
al prossimo assalto!

adf

 

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