NetFuturismo e formazione: la battaglia continua
Sono anni che il NetFuturismo ha individuato nella scuola e nella formazione i principali morbi che impediscono qualsiasi evoluzione socio-culturale nel nostro Paese. Tante volte abbiamo sottolineato come il modello gerarchico-trasmissivo è, se non da seppellire definitivamente, almeno da riconsiderare seriamente. Ovviamente l'ondata reazionaria in atto da anni in Italia su questi temi ha progressivamente occultato tutte le più evolute analisi di settore e le intuizioni dei più brillanti studiosi. Ma noi net.futuristi andiamo avanti, rapidissimi, per la nostra strada, convinti che la nostra è una battaglia indispensabile per le future generazioni.
E' sempre importante in battaglie cruciali come questa trovare validi alleati. Il net.futurismo è aperto su tutti i fronti. Considerazioni interessanti e acute giungono da più parti, anche se il clima attorno a questi temi è ultimamente pesantissimo.
Un valido alleato è senza dubbio Alberto Abruzzese, brillante sociologo ed esperto di comunicazione. Propongo qui di seguito qualche sua considerazione sulla formazione, che sembra estrapolata direttamente dai testi net.futuristi.
"Il paradigma dominante resta quello di una formazione unidirezionale (proprio come si dice della comunicazione televisiva generalista), in cui il sapere si esaurisce nel suo apprendimento, nella sua memorizzazione, e l’esperienza viva delle cose che si insegnano viene gettata all’esterno dell’aula, spazio ancora sovrano, univoco, sull’intrattenimento tra docente e discente, e viene rimandata così al futuro mondo del lavoro, dei mestieri e delle professioni. Certo: molti maestri e insegnanti hanno cercato di cambiare metodi, contenuti, a volte persino se stessi, intervenendo sulle linee di confine tra ambiente didattico, famiglie, comunità di spirito e di territorio. È stato fatto in modo disomogeneo e dal basso assai più che dall’alto, essendo venuta a mancare qualsiasi capacità progettuale da parte delle istituzioni. Ma il paradigma ancora dominante nella mentalità dei sistemi socio-culturali interessati alla formazione è quello di un modello di trasmissione del sapere e del saper fare meccanicistico, dunque un agire formativo chiuso nel tempo e nello spazio. Niente che abbia a che vedere con la fluidità della vita quotidiana e persino molto meno di quanto offrono le dinamiche relazionali della vita sociale, spesso assai più affettive, emotive, coinvolgenti, di quanto si creda. La formazione insiste su una visione di se stessa universalista e insieme episodica, a tempo determinato. Non sa parlare di bisogni, ma di principi e doveri. Le conoscenze che impartisce funzionano più o meno alla maniera dei trasporti, con la loro stessa logica: come se si trattasse di smistare i propri blocchi di sapere da un contenitore, quello grande del formatore, all’altro, quello piccolo dell’apprendista". (Alberto Abruzzese, Educare e comunicare. Spazi ed azioni dei media)
La critica alla formazione chiusa nel tempo e nello spazio, l'insistenza sulla comunicazione monodirezionale, l'impermeabilità della scuola ai reali bisogni, la somiglianza tra il modello comunicativo scolastico e quello televisivo: sono tutti punti cardine della riflessione net.futurista.
Attendiamo che altri studiosi come Abruzzese aprano una breccia nel muro della formazione passapresentista.
Noi intanto continuiamo le nostre battaglie, sempre e comunque in continua evoluzione.
Antonio S.
Etichette: Abruzzese, formazione, netfuturismo, passatismo, presentismo, scuola, trasmissivismo
4 Comments:
è incredibile pensare a come i pedagogisti siano stati spesso avanguardisti, e come le istituzioni li abbiano sempre ignorati.
Anzi, è SQUALLIDO.
Una scuola nuova necessita di persone in grado di sostenerla; fino ad ora, queste sono state in minor numero semplicemente per una mancanza di cultura, che nemmeno l'università ha saputo compensare.
Il primo passo sarà il più duro, perchè richiederà un'adesione spontanea dei docenti a questo nuovo modo di vedere l'istruzione.
Ma arriveremo anche a questo.
Ad Futurum
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Ultimamente una indecente ondata neoreazionaria tende a far finta che gli studiosi che si occupano di pedagogia, formazione e didattica siano delle menti pericolose da mettere all'indice.
Occorre davvero tutta l'energia netfuturista per abbattere questo regime mediatico passatista.
Occorre utilizzare tutta la potenza mediatica dei nostri GSPPN per combattere questa malattia pericolosissima.
Avanti, amici.
Avanti!
PERFORMATIVI SEMPRE
La scuola, l'università, l'insegnamento sta diventando anacronistico, non diverso da quello di 30 o 40 anni fa, mentre fuori tutto continua a vorticare nell'evoluzione perenne a velocità impressionanti.
"L'esperienza viva delle cose" di Abruzzese è un'espressione stupenda.
Il sapere trasmissivo è praticamente inutile oggi perchè accessibile da altre fonti immediate, l'esperienza viva delle cose no.
Non riesco a capire come si possa essere ancora reazionari su questo punto. O è più semplicemente una copertura per mancanza di idee innovative valide?
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