Televisione e pluralismo: un'idea di Pasolini
Tutto si può dire tranne che Pier Paolo Pasolini non fu un pensatore acuto.
Ecco una delle sue idee sulla possibile evoluzione della televisione.
"Quanto alla televisione la mia proposta di radicale riforma è questa: bisogna rendere la televisione partitica e cioè, culturalmente, pluralistica. È l’unico modo perché essa perda il suo orrendo valore carismatico, la sua intollerabile ufficialità. Inoltre, i partiti - com’è ben noto - si sbranano all’interno della televisione, dietro le quinte, dividendosi (finora abiettamente) il potere televisivo. Si tratterebbe dunque di codificare e di portare alla luce del sole questa situazione di fatto: rendendola così democratica. Ogni Partito dovrebbe avere diritto alle sue trasmissioni. In modo che ogni spettatore sarebbe chiamato a scegliere e a criticare, cioè a essere coautore, anziché essere un tapino che vede e ascolta, tanto più represso quanto più adulato. Ogni Partito dovrebbe avere il diritto, per esempio, al suo telegiornale; perché il telespettatore possa scegliere le notizie, o confrontarle con la altre, cessando dunque di subirle. Inoltre direi che ogni Partito dovrebbe gestire anche gli altri programmi (magari proporzionalmente alla sua rappresentanza al Parlamento). Nascerebbe una stupenda concorrenza, e il livello (anche quello spettacolare) dei progranmi, salirebbe di colpo. Voilà."
Ecco una delle sue idee sulla possibile evoluzione della televisione.
"Quanto alla televisione la mia proposta di radicale riforma è questa: bisogna rendere la televisione partitica e cioè, culturalmente, pluralistica. È l’unico modo perché essa perda il suo orrendo valore carismatico, la sua intollerabile ufficialità. Inoltre, i partiti - com’è ben noto - si sbranano all’interno della televisione, dietro le quinte, dividendosi (finora abiettamente) il potere televisivo. Si tratterebbe dunque di codificare e di portare alla luce del sole questa situazione di fatto: rendendola così democratica. Ogni Partito dovrebbe avere diritto alle sue trasmissioni. In modo che ogni spettatore sarebbe chiamato a scegliere e a criticare, cioè a essere coautore, anziché essere un tapino che vede e ascolta, tanto più represso quanto più adulato. Ogni Partito dovrebbe avere il diritto, per esempio, al suo telegiornale; perché il telespettatore possa scegliere le notizie, o confrontarle con la altre, cessando dunque di subirle. Inoltre direi che ogni Partito dovrebbe gestire anche gli altri programmi (magari proporzionalmente alla sua rappresentanza al Parlamento). Nascerebbe una stupenda concorrenza, e il livello (anche quello spettacolare) dei progranmi, salirebbe di colpo. Voilà."
«Corriere della Sera», 29 ottobre 1975
Ora, certamente bisogna tener conto che la televisione degli anni Settanta non era la televisione di oggi. Ma resta comunque un interrogativo: è preferibile una televisione con canali dichiaratamente e ufficialmente partitici e poi lasciare alla gente il compito di decidere quali guardare, oppure una televisione con canali che provano il più possibile ad essere equilibrati e non faziosi?
Insomma è preferibile avere una televisione con tante Rai3 e tante Rete4, oppure una televisione con tanti canali sul modello di Canale5?
Oppure il miglior sistema è proprio quello esistente oggi, in cui i due modelli coesistono?
In realtà a me disgusta l'idea di avere canali partitici, asserviti al potere e all'ideologia di un partito.
E allo stesso tempo spaventa l'idea di un'informazione che vuole sembrare equidistante, e che invece spesso in maniera subdola non lo è.
Io preferirei che ci fossero canali apertamente schierati a difesa di un'idea, non di un partito.
Se ci fosse un canale libertario, uno cattolico-liberale, un altro socialista, uno federalista, l'altro europeista e così via, a me non dispiacerebbe affatto.
Insomma, ben venga una televisione d'opinione.
Stessa cosa per la carta stampata. Non potrei mai leggere i giornali di partito. E mi disgustano abbastanza anche i cosiddetti quotidiani indipendenti, che poi spesso sono più faziosi di quelli di partito (Repubblica e Il Giornale docent). Restano i giornali d'opinione, di gran lunga i migliori.
Insomma, io, trent'anni dopo, risponderei così a Pasolini: "Pluralismo sì, partitocrazia no".
Insomma, io, trent'anni dopo, risponderei così a Pasolini: "Pluralismo sì, partitocrazia no".
Antonio S.
9 Comments:
In realtà a me disgusta l'idea di vedere canali partitici, asserviti al potere e all'ideologia di un partito.
E allo stesso tempo spaventa l'idea di un'informazione che vuole sembrare equidistante, e che invece spesso in maniera subdola non lo è. Io preferirei che ci fossero canali apertamente schierati a difesa di un'idea, non di un partito.
..sono completamente daccordo..le persone fanno ciò che dice la televisione, una televisione o forse ancora meglio dei singoli programmi che sposino una idea e la seguano apertamente e liberamente senza censura argomentando le loro posizioni con cognizione di causa, rappresenterebbero una bella conquista, certo in questa libertà assoluta si correrebbe il rischio di avere programmi che inneggiano a filosofie omicida..una regolamentazione basata sul rispetto della persona farebbe il suo lavoro onesto.
Sarebbe bello non dover subire programmi subdoli..personaggi maliziosi, notizie che sono solo aria fritta... e certi calderoni lobotomizanti che incantano con falsi problemi la gente..mentre lì fuori c'è chi muore...qui dentro c'è troppo rumore per sentirne il lamento.
Ciao Antonio ^_^
lobotomizzanti..due'z' :P
:)ciao!
Certo Serbilla.
E chiaramente io ho solo risposto al problema che sollevava Pasolini.
Perchè sulla televisione avrei molto altro da dire. Ma ogni cosa a suo tempo.
Ricordiamoci che in Italia abbiamo alcuni canali televisivi in cui si incitano continuamente i ragazzi alla volgarità e alla stupidità.
Francamente non sono una patita di Pasolini, figura di intellettuale ipervalutato dalla sinistra. A una rilettura del personaggio e della sua opera, salverei ben poco. I suoi romanzi sono ultradatati, i suoi film sgangherati e dimessi, precocemente invecchiati.
Tuttavia qualche scritto lucido (i cosiddetti scritti corsari sul CorServa dell'era d'ottone vil metallo)lo ha lasciato.
Sulla tv avrei giusto un paio di idee.
Basta con la logica delle "quote demenziali" un tanto al politico di governo, un tanto all'opposizione. Col risultato di vederceli davanti agli occhi, una sera sì e l'altra pure.
Possibile che gli approfondimenti non siano in grado di essere fatti da vere figure esperte come avviene negli USA?
Ovvio, per figure esperte non intendo quel criminologo del cavolo Bruno e nemmeno quel cialtrone vanesio di Crepet. Ciao Anto, passa a trovarmi :-)
Io brucerei tutti i libri italiani e la cosidetta cultura di sinistra, lascerei solo la fallaci e le opere di mussolini. la cultura va eliminata perchè è roba da finocchi.
A me piacciono i film di guerra e i film di john wayne.
BISOGNA LAVORAREEEEEEEEEEEEEE ! LO VOLETE CAPIREEEEEEEEEEE !!!!!
bolognaanticomunista.blogspot.com
ITALIA CATTOLICA ET ARIANA
Nessie,
le opere e gli scritti di Pasolini procedono tra alti e bassi. Sempre meglio Pasolini di altri autori supervalutati.
Anch'io sono per una televisione fatta di esperti. Se la accendo non devo trovarmi di fronte il peggio della società, ma il meglio.
Purtroppo oggi in televisione c'è solo il peggio del peggio. Con il risultato di diseducare pericolosamente i telespettatori. E penso soprattutto ai bambini, ai ragazzi e a chi non possiede una cultura capace di contrastare la subdola invadenza mediatica del mezzo televisivo.
Anonimo,
non era proprio questo il tema del post. Sei un troll, un provocatore o cos'altro?
Pasolini era uno dei classici italiani "moralisti" a parole che poi nei fatti disattendevano loro per primi ciò che dicevano.
Un emblema di amoralità semplicemente non è credibile come risanatore della televisone.
Ecco un italiano inutile, altro che Prezzolini!
ciao antonio, scusa la mia assenza di questi giorni, ma sono stato poco bene.
entriamo nel merito.
è chiaro, secondo me, che l'ideale sarebbe un'informazione il più possibile oggettiva, corretta ed equidistante dai partiti e da alcuna posizione ideologica.
Ma se ciò non è possibile, e questo lo abbiamo già visto diverse volte, allora preferisco canali dichiaratamente di parte (magari verso un0idea, che un partito, come dici bene tu stesso), piuttosto che canali o punti d'informazione che offrono un servizio che viene recepito dal cliente imparziale, quale dovrebbe essere, ma che invece imparziale non è.
Ok Tommaso,
mi sembra che siamo più o meno sulla stessa lunghezza d'onda.
Ciao
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