I giovani non sono coglioni! Manifesto per la rivolta delle future generazioni.
I GIOVANI NON SONO COGLIONI!
MANIFESTO PER LA RIVOLTA DELLE FUTURE GENERAZIONI
MANIFESTO PER LA RIVOLTA DELLE FUTURE GENERAZIONI
I giovani non sono imbecilli. I giovani non sono incapaci. I giovani non sono ignoranti. I giovani non sono fannulloni. I giovani non sono meschini. Ma soprattutto i giovani non sono coglioni. Non sono coglioni che sopporteranno ancora in silenzio le vessazioni e le umiliazioni a cui sono quotidianamente sottoposti.
Troppo abbiamo subito e troppo abbiamo sofferto in silenzio. Troppe volte abbiamo abbassato lo sguardo e chinato il capo. Troppo a lungo abbiamo vissuto sopportando e ancora sopportando.
E per questo motivo il presente manifesto è solo dei giovani, per i giovani e con i giovani.
È l’ora di ripensare le distanze, di smascherare le falsificazioni, di igienizzare le relazioni. È il momento di non aver paura di invocare persino un salutare scontro generazionale.
Il mondo così com’è è ammorbato da una militarizzazione e gerarchizzazione stomachevole. E sotto accusa per una volta non ci sono i giovani, che la retorica convenzionale continua a dipingere senza alcuna qualità. Sotto accusa ci sono gli adulti, protagonisti di un incessante e indecoroso arroccamento in difesa dei loro privilegi. Il compito degli adulti - di quegli adulti adulterati che, per comodità, imposizione o insufficienza critica, sponsorizzano l’attuale “sistema di vita” - sembra essere quello di fare in modo che questo sistema non cambi mai. E affinchè nulla cambi il primo bersaglio da colpire e annientare sono i giovani, soprattutto quelli dotati di energie, passioni, entusiasmo e vitalità.
In questa Italia, poi, essere giovani è diventato un vero handicap: giovane è ormai sinonimo di inesperto, incapace, dilettante, anzi dilattante! Sì, dilattante. Perché per il senso comune più si è vicini al periodo in cui si prendeva il latte dalla mamma, più si è incapaci!
È abitudine consolidata - vigliacchissima e imbecillissima - quella di considerare i giovani degli “adulti minorati”. Visto che nel mondo passatista e presentista il potere sociale raggiunto viene ritenuto il valore fondamentale, l’adulto, detentore di tale potere, vede il giovane che ne è sprovvisto come mancante dell’elemento valoriale principale. Per questo motivo egli si ritiene in diritto di trattare il giovane come un minus habens. Non stiamo parlando di astrazioni. Vediamo come funzionano le relazioni giovani-adulti con qualche esempio concreto. Se ci si presenta in qualsiasi contesto, da quello più informale a quello più ufficiale, e si ha la sfortuna di essere giovani, si è trattati inevitabilmente con arroganza e supponenza. Comunque sempre dall’alto in basso. Entriamo in un bar o in un qualunque esercizio commerciale: un adulto sarà trattato inevitabilmente con maggiore educazione e rispetto di un adolescente. Andiamo a pagare un conto corrente alla posta: per i ragazzini a stento un saluto. Ciò che stupisce è che salendo nelle gerarchie del potere l’essere giovani diventa addirittura una menomazione. Un giovane che vuole fare politica? “Troppo giovane, non ha esperienza”. Ma ha idee e passione. “Idee e passione non portano voti. Deve fare prima la gavetta”. Un medico giovane? “Non ha neppure trent’anni, dove vuole andare!”. Ma è aggiornatissimo rispetto a colleghi più anziani che non lo sono! “Questo non conta niente, è sempre un pivellino”. Il culmine di questo paternalismo mediocrista si raggiunge negli ambienti artistici, letterari, accademici. Qui se si è giovani si è guardati come poveri mentecatti alla disperata ricerca di un posto al sole. Quelli sono ambienti in cui entrano solo i grandi saggi, e si sa che la saggezza non è il punto forte dei giovani! Ad un giovane di 25 anni, ricchissimo di idee, entusiasmo e visioni per il futuro, sarà indubbiamente preferito un adulto adulterato di 50 (ricco di tutti quei titoli ed esperienze che l’hanno ridotto ad un vecchio prima del dovuto!). Non è raro, quindi, in questi ambienti sentir definire “giovani studiosi” uomini di 40-45 anni! Come non è raro trovare giovani costretti ad aumentarsi gli anni per vedere aumentata proporzionalmente la propria credibilità. C’è chi giunge persino a farsi crescere una folta barba per darsi un’aria più vissuta e quindi più rispettabile!
Ora, dal nostro punto di vista (che è quello dell’avanguardia e quindi della vita), i giovani sono invece l’unica speranza per poter ancora immaginare un mondo differente.
I giovani non sono ancora spenti e devitalizzati come lo è la maggioranza degli adulti.
I giovani non sono tutti meschini, calcolatori e interessati come lo è la maggioranza degli adulti.
Gli adulti sono adulterati dal sistema di compromessi e calcoli, meschinità e interessi a cui hanno ceduto. Non c’è giorno in cui l’adulto non chini il capo di fronte a prepotenze, non lecchi il sedere al potente di turno, non rifugga da scomode prese di posizione. L’adulto ha compreso che il sistema attuale premia il servilismo e rifiuta ogni entusiasmo disinteressato. L’adulto vive da mezzo morto, poiché ha eliminato, più o meno consapevolmente, tutti gli impulsi autenticamente passionali dalla propria vita. Nel suo mondo non sembra esserci più spazio per il coraggio e per il rischio di un fischio.
I giovani sono al contrario portatori di autentica vitalità. E cosa fa l’adulto quando è a contatto con i giovani? Cerca costantemente di privarli della loro esuberanza. Ogni passione è dipinta come pericolosa, ogni istinto di ribellione è sedato o represso con rimproveri, castighi e punizioni, ogni legittima aspirazione visionaria è stroncata sul nascere. “Sei un sognatore! Questo tuo obiettivo è velleitario! Torna con i piedi per terra!”: eccoli i mortiferi mediocrismi e moralismi a cui siamo stati abituati. Tutto sempre in nome di un’adesione a quel modello dell’uomo triste, serioso e laborioso, avvilito, calcolatore, abbattuto e allineato che dovrebbe costituire il naturale approdo alla “fase adulta” della nostra esistenza! Ma tenetevelo per voi questo modello! Nessuno ci ha mai messo al mondo per farci vivere come voi! Il vostro sistema di vita ci fa schifo!
Sin da bambini siamo aggrediti dall’adulta adulterazione. Uno dei passi fondamentali è costituito dal sistema educativo, che dall’asilo all’università, passo dopo passo, inocula nelle giovani leve il germe dell’adulterazione. In questi ambienti il giovane sa di dover apprendere ciò che si fa e ciò che non si fa, ciò che serve e ciò che non serve, cioè che è giusto e ciò che è sbagliato. Ebbene, in questi ambienti il giovane impara che tutto ciò che è desiderio, tutto ciò che è passione, tutto ciò che è emozione, sogno e visione, scherzo e gioco, tutto questo è negativo, tutto questo è da evitarsi come la peste, tutto questo è punibile, indecoroso e pericoloso. E cosa è invece encomiabile? Cosa dà diritto al premio? Il rispetto delle norme, il calcolo, l’utile, l’obbedienza, il rigore, la serietà, la disciplina. A scuola, per riassumere tutto questo retrivo armamentario, si usa di frequente un termine demenziale: “scolarizzazione”. Che per noi uomini e donne d’avanguardia sta a significare: rendere innocue le sane passioni giovanili, metterle fuorilegge ed educare al servilismo; per i passatisti e i presentisti si tratta invece di una sintesi mirabolante di rispetto, ubbidienza, ordine e disciplina. Che si apprenda a rispettare le regole utilitaristiche del mondo sfatto in cui sono immersi loro! Ecco cosa vogliono!
E usciti fuori dai contesti educativi? Nulla di troppo differente nel cosiddetto tempo libero. Si continua con le “attività militarizzate d’evasione”: sport, musica, danza, etc. Grevi istruttori di calcio e soffocanti docenti di danza: perfetti per gestire dei lager! Maestrini e maestrine di musica dalla bacchetta facile: ottimi in una teca dell’Ottocento!
Passano gli anni, e così il giovane, giunto all’età adulta, è ormai totalmente inoffensivo. Privato degli impulsi più vitali e generosi, non gli resterà che sviluppare al meglio la sua parte razionale e intellettuale (l’unica che gli adulti hanno da sempre incoraggiato e premiato). E sarà - si badi bene - una razionalità al servizio dell’utilitarismo più bieco. Quell’adulto saprà quindi gestire al meglio i suoi risparmi, ma difficilmente avrà un buon amico. Riuscirà a pagare meno tasse, ma si sposerà con la donna che detesta. Saprà fare carriera nel migliore dei modi, ma avrà bisogno di un animatore per divertirsi e svagarsi. Saprà scappare di fronte al pericolo, ma non rischierà mai nulla per aiutare chi è in difficoltà. Saprà bene come obbedire a chi ha più potere di lui, ma non saprà ribellarsi in alcun modo alle sue prepotenze.
Fino a qualche tempo fa i giovani non potevano dare spazio alle loro passioni perché dovevano quasi tutti impegnarsi precocemente nel lavoro. Oggi che potrebbero essere liberi di esprimersi pienamente, a privarli dei loro entusiasmi ci pensano la scuola e il doposcuola militarizzato.
Ma oggi i giovani hanno anche la possibilità di approcciarsi al mondo in ambienti antigerarchici e non militarizzati, in cui la libertà espressiva può essere totale. Ed ecco così la nascita di vitalistici fermenti neotribali, che maturano in aggregazioni e relazioni digitali per poi divenire acquisizione stabile nel vissuto quotidiano. È qui che si sta prospettando il risveglio dell’anima passionale e pulsionale dei giovani. Tutto ciò causerà presto un’ondata di generosa e appassionata vitalità, che colpirà al cuore l’arroganza e l’utilitarismo degli adulti. Non è un caso che i grandi saggi adulterati temano le aggregazioni anti-gerarchiche digitali: lì si sta consumando la morte dei loro secolari privilegi!
Il mio invito ai giovani è quindi il seguente: non abbiate alcun timore di difendervi dalle prepotenze adulterate di chi ha qualche anno in più di voi, anzi attaccate e demolite con ogni mezzo a vostra disposizione quel mondo che - io lo vedo bene! - non vi piace affatto.
E questo invito è esteso anche a tutti gli adulti - e ce ne sono! - che hanno respinto l’adulterazione e sono disposti a difendere i giovani dalla costante aggressione a cui sono sottoposti dalle mortifere forze della conservazione.
È necessario salvaguardare e alimentare l’entusiasmo giovanile. La militarizzazione e la castrazione emotiva dei giovani sono uno scempio di cui siamo più o meno tutti responsabili e di cui non ci vergogneremo mai abbastanza.
Gli adulti adulterati non abbandoneranno mai le posizioni di privilegio servilmente conseguite. Hanno superato la settima decade, anche l’ottava!, eppure non concedono spazio alcuno all’entusiasmo e all’intelligenza giovanile!
Che gli adulti non adulterati si trasformino quindi in eccitatori dei giovani!
Che i giovani si prendano il futuro a cui hanno diritto! E lo facciano armati di coraggio e con il sorriso sulla bocca!
Basta con i mediocrismi spacciati per buoni e saggi consigli! I malinconici pompieri si facciano da parte! Largo, ancora una volta, agli allegri, determinati, strafottenti e giocosi incendiari!
I giovani non sono coglioni!
31 dicembre 2011
Antonio Saccoccio
Etichette: adulti adulterati, antonio saccoccio, avanguardia, futurismo, gerontocrazia, giovani, mediocrismo, netfuturismo, servilismo
3 Comments:
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Io mi difendo a modo mio, essendo vecchio dentro
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