Da L'acerba a Lacerba.
Qui non si canta al modo delle rane
Qui non si canta al modo del poeta
Che fìnge, immaginando, cose vane;
Ma qui risplende e luce ogni natura
Che a chi intende fa la mente lieta.
Qui non si gira per la selva oscura.
Qui non veggio né Paolo né Francesca,
Delli Manfredi non veggio Alberico
Che amari frutti colse di dolce esca.
Del Mastin vecchio e nuovo da Verrucchio
Che fece di Montagna, qui non dico,
né dei Franceschi lo sanguigno mucchio.
Non veggio il Conte che per ira ed asto
Tien forte l’arcivescono Ruggero
Prendendo del suo ceffo il fiero pasto.
Non veggio qui squadrare a Dio le fiche.
Lascio le ciance e torno su nel vero.
Le favole mi fur sempre nemiche.
Qui non si canta al modo del poeta
Che fìnge, immaginando, cose vane;
Ma qui risplende e luce ogni natura
Che a chi intende fa la mente lieta.
Qui non si gira per la selva oscura.
Qui non veggio né Paolo né Francesca,
Delli Manfredi non veggio Alberico
Che amari frutti colse di dolce esca.
Del Mastin vecchio e nuovo da Verrucchio
Che fece di Montagna, qui non dico,
né dei Franceschi lo sanguigno mucchio.
Non veggio il Conte che per ira ed asto
Tien forte l’arcivescono Ruggero
Prendendo del suo ceffo il fiero pasto.
Non veggio qui squadrare a Dio le fiche.
Lascio le ciance e torno su nel vero.
Le favole mi fur sempre nemiche.
Cecco d’Ascoli, L’acerba IV
"Qui non si canta al modo delle rane" fu il motto della rivista LACERBA, fondata da Giovanni Papini e Ardengo Soffici nel 1913. La rivista, riprese anche, eliminando l’apostrofo, il titolo del pometto “L’acerba” di Cecco d'Ascoli. I lacerbiani fecero propri molti dei principi del futurismo, anche se Papini, più di una volta, prese le distanze dalle idee marinettiane.
Francesco Stabili, a tutti noto come Cecco d’Ascoli, scrisse, nei primi decenni del Trecento, “L’acerba”, un lungo poema dottrinale in quattro libri. Fu fermamente contrario all’impiego degli elementi favolosi e allegorici in letteratura, e per questo motivo avversò aspramente la Divina Commedia di Dante Alighieri.
Ho un’immensa ammirazione per Dante. Ma certo questi versi di Cecco sono assai gustosi. ;->
Antonio Saccoccio
Ho un’immensa ammirazione per Dante. Ma certo questi versi di Cecco sono assai gustosi. ;->
Antonio Saccoccio
5 Comments:
eh eh grazie per il ripassino...
grazie per avermi dato lo spunto!
;->
Cecco d'Ascoli era un grande. Interessante questo post. Grazie.
Sto intanto preparando il mio primo pensiero su neofuturisti...
Se sapesse il buon Cecco di godere ancora di fama. Questo è il lato beffardo della storia!
Allora aspetto il tuo post su Neofuturisti!
A presto e buon fine settimana.
Cecco d’Ascoli vs Dante Alighieri ... capita che qualche barchetta di carta aggredisca un transatlantico! ... ai nostri tempi però a qualcuna di queste 'barchette' (in letteratura non in recitazione) è stato assegnato il Nobel, che ha trascurato Pascoli e Ungaretti - d'altra epoca - e anche Mario Luzi e altri tre o quattro più degni del sig Fo. Miracoli della politica? Miracoli di certa politica!..
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