Terrorismo. Ratzinger come fra Cristoforo: è questa la via?
Vorrei sottoporre alla vostra attenzione un'analogia tra due situazioni apparentemente così diverse e lontane.
Oggi papa Ratzinger, affacciato alla finestra del suo studio apostolico in Piazza San Pietro, ha espresso un breve ma -come al solito- denso pensiero riguardante gli attentati di Londra di tre giorni fa. Ha detto innanzitutto: “Fermatevi, in nome di Dio”, aggiungendo poi: “'proviamo tutti un profondo dolore per gli atroci attentati terroristici di Londra di giovedi' scorso”. Maggiormente interessanti sono state le parole seguenti, quando ha invitato i fedeli a pregare per “le persone uccise, per quelle ferite e per i loro cari. Ma preghiamo anche per gli attentatori: il Signore tocchi i loro cuori. A quanti fomentano sentimenti di odio e a quanti compiono azioni terroristiche tanto ripugnanti dico: Dio ama la vita, che ha creato, non la morte”.
Il nobilissimo pensiero del papa mi ha subito ricordato un celeberrimo passo dei Promessi Sposi. Nel corso del capitolo VIII del romanzo, infatti, padre Cristoforo pronuncia parole simili nei confronti del violento di turno, don Rodrigo. Don Rodrigo usa anche lui la strategia del terrore (e "terrore" è, già dal primo capitolo, una delle parole-chiave per comprendere il clima del romanzo), in maniera non dissimile dai moderni terroristi. Incute timore sguinzagliando ovunque i suoi bravi e cerca di paralizzare la vita del resto della popolazione (proprio come Al Qaeda cerca oggi di paralizzare le nostre vite).
Il nobilissimo pensiero del papa mi ha subito ricordato un celeberrimo passo dei Promessi Sposi. Nel corso del capitolo VIII del romanzo, infatti, padre Cristoforo pronuncia parole simili nei confronti del violento di turno, don Rodrigo. Don Rodrigo usa anche lui la strategia del terrore (e "terrore" è, già dal primo capitolo, una delle parole-chiave per comprendere il clima del romanzo), in maniera non dissimile dai moderni terroristi. Incute timore sguinzagliando ovunque i suoi bravi e cerca di paralizzare la vita del resto della popolazione (proprio come Al Qaeda cerca oggi di paralizzare le nostre vite).
Ma ecco come si esprime il frate, parlando a Renzo e Lucia.
“Prima che partiate, - disse il padre, - preghiamo tutti insieme il Signore, perché sia con voi, in codesto viaggio, e sempre; e sopra tutto vi dia forza, vi dia amore di volere ciò ch'Egli ha voluto.” Così dicendo s'inginocchiò nel mezzo della chiesa; e tutti fecer lo stesso. Dopo ch'ebbero pregato, alcuni momenti, in silenzio, il padre, con voce sommessa, ma distinta, articolò queste parole: “noi vi preghiamo ancora per quel poveretto che ci ha condotti a questo passo. Noi saremmo indegni della vostra misericordia, se non ve la chiedessimo di cuore per lui; ne ha tanto bisogno! Noi, nella nostra tribolazione, abbiamo questo conforto, che siamo nella strada dove ci avete messi Voi: possiamo offrirvi i nostri guai; e diventano un guadagno. Ma lui!... è vostro nemico. Oh disgraziato! compete con Voi! Abbiate pietà di lui, o Signore, toccategli il cuore, rendetelo vostro amico, concedetegli tutti i beni che noi possiamo desiderare a noi stessi.”
Come si vede, sono parole simili a quelle che ha usato oggi papa Ratzinger, il pensiero è lo stesso.
Tutti conosciamo la potenza spirituale di padre Cristoforo e di Manzoni. Ora cerchiamo di tornare ai nostri tempi e ragioniamo un attimo su due punti.
1. E’ ovviamente apprezzabilissimo il pensiero del papa di rivolgersi agli attentatori sperando in un loro ravvedimento. E speriamo che in futuro ci siano anche maggiori segni di apertura.
2. Ma il padre Cristoforo, anche se prega e invita a pregare affinchè il Signore tocchi il cuore del violento don Rodrigo, non smette mai di lottare personalmente per ottenere giustizia. Il frate prega ma nello stesso tempo agisce. E agisce difendendo gli oppressi. Prova la carta del dialogo, si reca da don Rodrigo e lo affronta con umiltà ed energia; quindi, resosi conto che ormai quell’uomo è abbandonato da Dio, interrompe quel dialogo improduttivo, ma non smette comunque di lottare per difendere gli oppressi. E sappiamo che, alla fine, il suo Cristianesimo militante avrà successo. Ora analizziamo la situazione presente. Sicuramente il ruolo che ricopre oggi Ratzinger non gli permette di sbilanciarsi molto in questo senso e le carte che può giocare sono sempre limitate da una certa diplomazia. Un Cristianesimo militante, in questo contesto, sarebbe subito frainteso e scambiato per guerra di religione. E il papa, quindi, fa bene a non sbilanciarsi e a limitarsi alle proposte di dialogo. Ma a questo punto dobbiamo convenire almeno su una cosa: al di là delle parole del papa, che ovviamente più di tanto non può dire e fare, noi tutti abbiamo il dovere di difendere gli oppressi. Dobbiamo noi tutti trasformarci in tanti padre Cristoforo e lottare e difendere i deboli dagli attacchi dei violenti. Questo dovrebbe essere il pensiero di chiunque, cattolico o no, creda ancora in qualcosa. La strategia del terrore deve essere combattuta energicamente, proprio come fra Cristoforo ha affrontato don Rodrigo.
1. E’ ovviamente apprezzabilissimo il pensiero del papa di rivolgersi agli attentatori sperando in un loro ravvedimento. E speriamo che in futuro ci siano anche maggiori segni di apertura.
2. Ma il padre Cristoforo, anche se prega e invita a pregare affinchè il Signore tocchi il cuore del violento don Rodrigo, non smette mai di lottare personalmente per ottenere giustizia. Il frate prega ma nello stesso tempo agisce. E agisce difendendo gli oppressi. Prova la carta del dialogo, si reca da don Rodrigo e lo affronta con umiltà ed energia; quindi, resosi conto che ormai quell’uomo è abbandonato da Dio, interrompe quel dialogo improduttivo, ma non smette comunque di lottare per difendere gli oppressi. E sappiamo che, alla fine, il suo Cristianesimo militante avrà successo. Ora analizziamo la situazione presente. Sicuramente il ruolo che ricopre oggi Ratzinger non gli permette di sbilanciarsi molto in questo senso e le carte che può giocare sono sempre limitate da una certa diplomazia. Un Cristianesimo militante, in questo contesto, sarebbe subito frainteso e scambiato per guerra di religione. E il papa, quindi, fa bene a non sbilanciarsi e a limitarsi alle proposte di dialogo. Ma a questo punto dobbiamo convenire almeno su una cosa: al di là delle parole del papa, che ovviamente più di tanto non può dire e fare, noi tutti abbiamo il dovere di difendere gli oppressi. Dobbiamo noi tutti trasformarci in tanti padre Cristoforo e lottare e difendere i deboli dagli attacchi dei violenti. Questo dovrebbe essere il pensiero di chiunque, cattolico o no, creda ancora in qualcosa. La strategia del terrore deve essere combattuta energicamente, proprio come fra Cristoforo ha affrontato don Rodrigo.
Antonio Saccoccio
Etichette: letteratura, Manzoni, Ratzinger, terrorismo
9 Comments:
Grazie per i commenti che lasci sul mio blog..in effetti sono distratta da altre cose in questo momento..per questo scusami se non ho risposto tempestivamente...sei gentile..davvero hai 'visto' con me?..che bello..grazie per avermelo detto..sono solo i miei pensieri..
ciao..
Serbilla
P.S. ..preghiamo anche per gli attentatori: il Signore tocchi i loro cuori...è una posizione difficile da sostenere anche per un sincero cattolico ..oggi che i cuori sono pieni e pulsanti..il dolore acceca..e per liberarsene bisogna agire..il terrore ci condizionerà sempre di più..potremo pregare finchè non sarà nostra madre a morire..nostro fratello.. questo è il pensiero di tanta gente.. il perdono sarà sempre più difficile non credi?..una scelta di pace è sempre più lontana..
Cara Serbilla,
il dialogo, come anche il perdono, sono scelte sempre difficili. Ma non impossibili. Anche la pace potrà un giorno essere possibile. L'importante è parlare con quell’umanità che possiede il pacifico papa Ratzinger e che non hanno alcuni pacifisti (che pacifici non sono), i quali non fanno altro che alimentare altre contrapposizioni, altri rancori, altro odio.
ciao
Antonio
Guardi Professore la sua riflessione è giusta nel contesto di civiltà e di umanità; ma credo che per far capire ai terroristi di smetterla, ci vuole ben altro che seguire i passi di Fra Cristoforo, ci vorrebbe un mano pesante, secondo me.
Comunque se si usassero tutti e due questi modi di agire, forse riusciamo a trarre qualche risultato.
Luca
caro Luca,
Fra Cristoforo sa essere duro al momento opportuno.
Ricorda che al termine del colloquio con don Rodrigo è proprio quest'ultimo ad essere agitato e impaurito. E' la forza di chi sa di essere dalla parte della giustizia ad incutere timore al signore del terrore. Ed è proprio questa forza che dobbiamo avere noi nei confronti dei moderni terroristi. Dobbiamo essere decisi e intransigenti, perchè consapevoli di essere dalla parte del giusto. Ma sempre pronti al dialogo e preparati a cogliere il minimo segno di ravvedimento.
Come hai detto tu, bisogna usare tutte e due le strategie, proprio come in fra Cristoforo è sempre presente l'uomo vecchio (deciso e risoluto) insieme all'uomo nuovo (nobilmente ispirato da una superiore spiritualità).
Verrà un giorno...
ciao e grazie per il commento
Fa piacere leggere qualcuno che vuole il coraggio senza l'odio.
Un saluto
Caro ignoto,
sprechi i tuoi bei pensieri senza darti un nome? :-D è un peccato!
Sono d'accordo ovviamente con quello che dici.
Vedremo come andrà a finire. L'importante è smetterla con la contrapposizione. Chi è davvero dalla parte del giusto deve andare incontro a chi ha perduto la retta via. E si può iniziare con le parole del papa. Certo bisogna anche difendersi con strumenti più sicuri. Ma cerchiamo di trovare un equilibrio tra le due soluzioni.
ciao
Cara Daniela ne abbiamo già parlato oggi di persona. Ratzinger proprio non lo digerisci, ho capito! :-)
Io penso che dietro quei gesti così austeri ci sia invece un grandissimo senso di responsabilità per l'altissima funzione che sa di esercitare. Forse risulta un po' freddo.
Speriamo che riesca a scaldarci con le sue idee.
a presto
ciao
Antonio
Credo che una frase come quella pronunciata dal papa sia esclusiva di una religione come il cristianesimo che cerca la pace per il prossimo a qualunque religione appartenga, assassino o meno.
FIgure come il papa e fra Cristoforo sono rare molto più diffuse purtroppo sono quelle donabbondiesche = cattocomunisti.
P.S Anch'io faccio spesso parallelismi con i Promessi sposi. Nel blog antikomunista mi becco sempre una valanga di insulti perchè Prodi e compagnia li chiamo don abbondi fantozziani.
Il catto-comunismo è stata ed è una malattia frutto di ignoranza e opportunismo politico. Il cristianesimo e il comunismo sono due ideologie in opposizione strutturale. L'una parte dallo spirito, l'altra dalla materia. La prima vuole la concordia tra gli uomini, la seconda la lotta di classe. L'una ti fa vedere negli altri uomini un fratello, l'altra un nemico.
Antonio
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