ENDEKALOGO MARINETTIANO
ENDEKALOGO
MARINETTIANO
Manifesto
antologico disarmonico prospettico in elastico contrappunto ideale per l’ingigantimento
dell’umanità futura
1. L’umanità
cammina verso l’individualismo anarchico.
Alternativa
estrema all’odierno avvilente individualismo di massa.
2. Siamo
intraprenditori di demolizioni, ma per ricostruire. Sgombriamo le macerie per
poter andare più avanti.
Tutti compressi
schiacciati asfissiati: conseguente necessità di demolire strutturalmente
l’esistente. Ogni
tentativo di riforma vano. Siamo barbari superiori: distruggiamo per rigenerare
e prepariamo il mondo nuovo.
3. Bisogna
distruggere l’ossessione della ricchezza.
Bisogna
ridicolizzare i servi del denaro.
4. Noi vogliamo
combattere contro ogni viltà opportunistica e utilitaria.
Opportunismo
principale veleno italiano. Incapacità di costruirsi una vita con le proprie
forze, assenti le grandi passioni e spinte ideali. Tentativo di servirsi delle
relazioni umane per il proprio tornaconto. Utilitarismo fratello spirituale
dell’opportunismo. Vltà madre di entrambi.
5. Creare
vivendo. Talvolta contraddirsi. Affermare, slanciarsi, battersi, resistere,
riattaccare! Indietreggiare mai! Marciare non marcire!
Affermazione
spavalda e temeraria della propria unicità, del proprio coraggio, del proprio
ideale.
6. La terra
rimpicciolita dalla velocità. nuovo senso del mondo. Gli uomini conquistarono
successivamente il senso della casa, il senso del quartiere in cui abitavano,
il senso della città, il senso della zona geografica, il senso del continente. Oggi
posseggono il senso del mondo; hanno mediocremente bisogno di sapere ciò che
facevano i loro avi, ma bisogno assiduo di sapere ciò che fanno i loro
contemporanei di ogni parte del mondo. conseguente necessità, per l’individuo,
di comunicare con tutti i popoli della terra. conseguente bisogno di sentirsi centro,
giudice e motore dell’infinito esplorato e inesplorato. Ingigantimento del
senso umano e urgente necessità di fissare ad ogni istante i nostri rapporti
con tutta l’umanità.
Immensificazione
della sensibilità umana per effetto delle rivoluzioni tecnoscientifiche.
Cosmopolitismo e
nomadismo di scoperta (non omologante!).
(vedi anche
Herbert Marshall Mcluhan)
7. Io v’insegno
a disprezzare la morte, a nutrirvi di pericolo, a rischiar la vita, come fate,
per un’idea, per uno sguardo, per uno spettacolo!
Le belle idee
per cui si muore. condizione oggigiorno estremamente circoscritta,
considerando la
scarsità di idee circolanti.
8. A Mommsen e a
Benedetto Croce opponiamo lo scugnizzo italiano.
A Hobsbawm e Umberto
Eco opponiamo il troll della rete globale.
9. Bisogna dare
a tutti la volontà di pensare, creare, svegliare, rinnovare, e distruggere in
tutti la volontà di subire, conservare, plagiare.
Splendente
utopia per la futura liberazione del genere umano da professoralismo psittacismo
sgobbonismo servilismo. nel frattempo salviamo dalla vile dittatura della
maggioranza i pochi che ancora pensano, creano e rinnovano. Saranno quei pochi
a preparare l’utopia.
10. Il fiuto, il
fiuto solo, basta alle belve!
Il calcolo, il
calcolo solo, resta ai sotto-animali!
11. Non v’è più
bellezza se non nella lotta.
Nulla è bello se
non si nutre di agonismo. In altre epoche, forse, lottare potrà essere
superfluo, ma per noi che viviamo sopraffatti da istituzioni soffocanti e
mortifere la capacità di lottare è l’unica imprescindibile per poter sperare in
un futuro differente.
11 + 1. Bisogna
sputare ogni giorno sull’Altare dell’Arte!
L’Arte è una
truffa.
(vedi anche Dada e Internazionale Situazionista)
Etichette: altare dell'arte, anarchia, antonio saccoccio, denaro, Filippo Tommaso Marinetti, futurismo, futuro, individualismo, l'arte è una truffa, Marinetti, netfuturismo, professoralismo, ricchezza, utopia
2 Comments:
Meglio il trollare che il mipiaciare
Meglio l'intolleranza che l'inchino
Meglio la stroncatura (reciproca) che la melassa mediatica
Abbasso gli occhiali rosa.
Meglio la D'Urso che la Gruber: la follia della schiava felice è preferibile al turibolo puzzolente.
meglio la serena che la seria!
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