LIBERI DALLA FORMA

IL PRIMO BLOG NET-FUTURISTA

lunedì, maggio 16, 2005

Ratzinger illiberale e conservatore? Macchè! È liberale e anticonformista.

“La verità non è determinata da un voto di maggioranza”

“Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le proprie voglie.”

Attorno a queste due frasi, pronunciate in tempi diversi dal nuovo pontefice J. Ratzinger, si sono scatenate critiche, prese di posizione durissime, a volte francamente incomprensibili, soprattutto quando provenienti da ambienti liberali.
Chi vi scrive è liberale, laico, relativista; tuttavia non si sente minimamente minacciato dalle esternazioni dell’ex cardinale tedesco. Anzi è profondamente convinto che le posizioni del pontefice siano di grandissimo valore, anche e soprattutto per chi si dichiara liberale.
A mio avviso, infatti, coloro che, pur dichiarandosi liberali e relativisti, criticano fortemente Ratzinger, non hanno interpretato correttamente il suo pensiero.

Analizzo e spiego le due frasi citate, cercando di interpretarle.

“La verità non è determinata da un voto di maggioranza”
Il tedesco afferma: “Non è detto che la maggioranza abbia sempre ragione, che raggiunga sempre la verità”. Ebbene ricordo a tutti che la tutela delle minoranze è un principio cardine del vero liberalismo. Ma su questo i veri liberali non hanno avuto troppo da obiettare. Delle critiche provenienti da altri ambienti non mi preoccupo.

Ma veniamo alla seconda fondamentale affermazione.
“Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le proprie voglie.”
Qui il pontefice vuole dire: “Stiamo attenti perché proprio il relativismo può diventare una dittatura: infatti ormai è di moda dirsi “relativisti” e chi non si dichiara tale viene emarginato e “bollato” come intollerante”. Anche stavolta quindi il papa si pone a tutela delle minoranze. E ci insinua un dubbio: “E’ proprio giusto essere così integralmente relativisti? Non è che il relativismo è una comoda via d’uscita per chi non ha la volontà di prendere scelte più dure, faticose e coraggiose?” Un dubbio che anche io, relativista in toto, sento di condividere e che anzi mi tormenta già da tempo.
Insomma se essere relativisti significa non avere certezze assolute, allora neppure il relativismo dovrebbe essere una certezza assoluta! O chi è relativista è sicuro di essere in maniera assoluta dalla parte della verità? Sarebbe una contradictio in terminis, lo ammetterete. Il dubbio deve essere esteso a qualsiasi fatto e idea.
Insomma io sono liberale e sono con Ratzinger, che a mio avviso con quelle due frasi dimostra di essere molto più liberale di chi lo critica.
Aggiungo che in entrambe le frasi il neo-pontefice si pone in un atteggiamento anticonformista rispetto alle tendenze di pensiero dominanti: nessuno infatti può negare che le parole “democrazia” e “relativismo” si sono negli ultimi anni svuotate di significato e sono diventate delle etichette di comodo dietro le quali ci si protegge e ci si nasconde, evitando di approfondire molte questioni spinose. Chi si riempie la bocca dei termini "democrazia" e "relativismo" è assai spesso un individuo arrivato all'apice dell'omologazione di massa.
Anche per questa sua capacità di parlare fuori dal coro e per il coraggio di essere impopolare il tedesco ha tutta la mia stima.
Invito tutti i liberali laici ad una riflessione: mettete da parte l’immagine di Ratzinger conservatore e intransigente difensore dell’ortodossia cattolica e provate a giudicarlo sotto questa nuova luce.
Saluti a tutti
Antonio Saccoccio

13 Comments:

At 17 maggio, 2005 23:54, Blogger I FEDERALISTI (Marco S. e Filippo C.) said...

Caro Antonio
il tema del relativismo come male della modernità è affascinante. In questo ultimo periodo se ne fa un gran parlare. Il Presidente del Senato Marcello Pera, Benedetto XVI e Giuliano Ferrara (per citare i primi tre nomi che mi sono venuti in mente... e che nomi!) sono schierati contro questa "dittatura del relativismo". A volte si parla di relativismo tout court, a volte di relativismo etico e a volte di relativismo culturale. In ogni caso, nel relativismo, vi è una sospensione nel giudizio assoluto, nella pretesa di possedere una Verità assoluta. Il relativismo non è, a mio parere, l'assenza del giudizio, ma l'impossibilità di fare combaciare le proprie idee, i propri valori con il Giusto, il Bene, il Vero. Io credo in tante cose e, nonostante ciò, mi professo relativista. Perchè? Perchè sono consapevole di esprimere un punto di vista soggetivo e non oggetivo, ma questo non mi vieta di prendere decisioni.
Il partito radicale di tocqueville è una emanazione via blog delle rivendicazioni del movimento radicale. Se credi di essere liberale, liberista e libertario allora il prdt è la tua casa!

 
At 18 maggio, 2005 02:08, Blogger Angelus said...

Se tu lo guardi da quell'ottica è chiaro che appare come un liberale...peccato che però non lo guardi dall'altra ottica: dalla sua pretesa di imporre un'altra "dittatura" al posto di quella che ama denunciare dal pulpito, quella teocratica dove non c'è più la separazione tra Stato e Chiesa, tra fede religiosa e potere temporale. Farebbe quindi bene a guardarsi dentro prima di accusare il mondo intero: chi è che ha causato davvero questo relativismo? E' stato solo l'io preso dalle sue voglie oppure anche un certo clero che ha allontanato i fedeli dalle chiese con il proprio moralismo bigotto, invece che annunciare l'amore e la misericordia di Dio?
Non so se Benedetto XVI sarà diverso dal precedente cardinal Ratzinger, lo spero proprio anche se ho molti dubbi, ma io amo molto di più il richiamo recente del cardinal Martini al "relativismo cristiano": nemmeno per un cristiano esiste ancora la verità ultima e definitiva di tutte le cose. La verità di tutte le cose è Cristo, sarà Lui a porre l'ultima parola di ogni cosa che ancora non comprendiamo del tutto alla fine dei tempi.

X "I FEDERALISTI" di sopra: non confondere per favore il relativismo con il pluralismo. Pluralismo vuol dire lasciare come dici tu piena libertà d'opinione, d'espressione e di scelta a tutti, pur avendo a cuore certe convinzioni che si credono come assolute. Relativismo vuol dire negare questa libertà d'espressione a chi crede che esistano delle verità assolute in cui credere, e come liberale negare questa libertà di crederci è comunque illiberale. A meno che queste sue convinzioni non siano contrarie alla libertà altrui e ai diritti umani(come il fondamentalismo islamico e il totalitarismo), allora in quel caso è giusto negarle. http://angelus.ilcannocchiale.it

 
At 18 maggio, 2005 12:07, Blogger I FEDERALISTI (Marco S. e Filippo C.) said...

Per Angelus,
non confondere per favore il relativismo con l'intolleranza. Il relativista non impone niente a nessuno. Io relativista non ho alcun problema che tu creda in Dio e nella parola di Dio (come fonte di Verità), che tu viva secondo la morale cattolica. Il relativismo non nega la libertà d'espressione di nessuno... negare la libertà di espressione è illiberale e intollerante.

 
At 18 maggio, 2005 15:52, Blogger Antonio Saccoccio said...

cari federalisti (ma chi mi ha scritto M. o F.?)
la cosa più importante è che siete d'accordo con me nel giudicare "affascinante" il tema del relativismo. Insomma Ratzinger ha toccato un punto nevralgico della nostra cultura, perchè non ammetterlo? Avete visto come tutti si sono affannati a rispondergli?
Mi ritrovo sulle vostre posizioni e ricordo: il sano relativismo è quello che crede che non si possa arrivare ad una conoscenza assoluta, ma allo stesso tempo non smette di voler conoscere. Il relativismo degenerato (ed è questo di cui ha parlato il papa) invece smette di giudicare per arrendersi ad una sorta di nichilismo.
Ora questo mi pare il punto, non la questione delle differenze culturali, che ci sono e nessuno qui vuole negarlo.

D'altra parte Angelus ho l'impressione che il cardinal Martini abbia espresso la sua opinione solo per dire la sua sull'argomento (era costretto dato che è considerato l'Anti-Ratzinger!), poichè mi sembra ovvio quello che dice; ovvio ma incompleto, perchè il fatto di lasciare l'ultima parola a Dio non esclude la possibilità di avvicinarci oggi noi tutti il più possibile a tale verità.
Poi, non credere, so benissimo che su altri argomenti noi liberali siamo lontani da Ratzinger: e penso soprattutto ai temi legati alla famiglia e alla morale sessuale.
Ma quando verrà il tempo giusto, sapremo opporci. Per ora mi sembra che il tema che ha proposto sia di grande importanza e non censurabile come illiberale.

Federalisti rimango indeciso sul movimento radicale di TocqueVille. Voglio vedere che piega prende la cosa. Tra gli aderenti al movimento ci sono persone come te, che mi sembri sereno e libero da schemi e pregiudizi, ma ho avuto modo anche di parlare con qualche personaggio troppo chiuso nel suo credo, altro che relativista! Insomma, tieni conto di come ho intititolato il mio blog: sono allergico ai pregiudizi, agli schemi fissati una volta per sempre.
E poi se vogliamo con questa Tocqueville essere qualcosa di veramente nuovo non dobbiamo perdere quel fervore ideale che molti di noi hanno. Quindi stiamo attenti a non cadere nel grigiore del dibattito politico nazionale. Facciamo cultura, opinione e contro-informazione: poi il resto verrà da sè. Se nascerà qualcosa di buono se ne accorgeranno presto in tanti: penso a testate come L'Opinione o Il foglio, le uniche veramente liberali.
Un saluto
A presto
e ricordate: Liberi dalla forma! Liberi dagli schemi fissi!

 
At 19 maggio, 2005 09:45, Blogger I FEDERALISTI (Marco S. e Filippo C.) said...

Ciao Antonio
per cancellare un post devi andare in "edit posts" e poi cliccare su "cancella".
Comunque definirsi liberali vuol dire riconoscere l'inviolabilità dei diritti fondamentali e pertanto porre dei paletti anche all'azione dello Stato. Dire che esistono dei diritti universali dell'uomo è già un andare oltre il relativismo. Riconoscere la dignità dell'individuo e la sua svoranità è una buona base per non sfociare nel nichilismo. Se tutti fossimo consapevoli di questo, del valore della libertà individuale e del rispetto della libertà individuale credo che pure Ratzinger ne sarebbe contento. Perchè il rispetto della dignità umana è un concetto tipicamente cristiano (come il libero arbitrio).
Filippo

 
At 19 maggio, 2005 13:16, Blogger Antonio Saccoccio said...

ciao Filippo,
mi fa piacere quello che dici, che condivido in pieno.
Vorrei sottolineare che, da laico, non vedo pregiudizialmente i cattolici come un ostacolo per l'affermazione dei principi liberali.
Certo alcuni estremismi clericali sono condannabili in pieno, ma direi che noi abbiamo il dovere di provare un dialogo con l'anima liberale cattolica.
Laici e cattolici non si escludono a vicenda. Sono atei e cattolici ad essere inconciliabili.
ci sentiamo presto anche sul tuo blog
Antonio

p.s. grazie per il consiglio sul post da eliminare.

 
At 19 maggio, 2005 22:03, Blogger Domenico Naso said...

Uhm... io sono agnostico, liberale e libertario. Rispetto la Chiesa e chiunque veda in essa una guida spirituale.
Però da liberale non posso accettare che l'istituzione ecclesiastica ingerisca negli affari politici di uno stato sovrano. E' questo che non mi piace della Chiesa di oggi, è questo che temo da Ratzinger.
Ratzinger in molti argomenti non è solo difensore dell'ortodossia cattolica ma un vero e proprio oscurantista medievale.
Tuttavia, l'interpretazione che hai dato delle due affermazioni di Benedetto XVI è abbastanza condivisibile. Ma perché il Papa "spara" sul liberalismo? Forse perché ha capito che dopo aver sconfitto i nemici di un tempo (nazifascismo e comunismo) il liberalismo può finalmente diventare guida di un'umanità che è stanca di dogmi incrollabili e ideologie feroci.
Non vedo Ratzinger come un illiberale ma come un ANTILIBERALE. Attenzione alla sottile ma importante differenza. ;-)

 
At 19 maggio, 2005 22:22, Blogger Antonio Saccoccio said...

sì, in effetti nell'omelia alla Pro eligendo romano pontefice Ratzinger cita marxismo e subito di seguito liberalismo: questo a dire il vero mi ha lasciato un po' perplesso. Ma penso anche che sia stato un atto dovuto alla folla pro-Woitila (ricordiamo sempre che tra i simpatizzanti di Woitila c'erano numerosissimi pacifisti-marxisti e anti-imperialisti che hanno approfittato del no papale alla guerra in Irag per confondere il nobile valore della pace con il loro pacifismo violento e antiamericano), certo un atto non molto coraggioso da parte sua.
Concordo sul fatto che il papa possa essere un antiliberale nel senso che tu dici, ma aspettiamo a vedere quello che dirà nelle prossime settimane.
a presto

 
At 20 maggio, 2005 09:13, Blogger JimMomo said...

Caro Antonio, mi hai chiesto un parere. Ti rimando a un articolo che ho scritto per Notizie Radicali su Ratz e i liberali: http://www.radicali.it/newsletter/view.php?id=34859&numero=618&title=NOTIZIE RADICALI

I discorsi di Ratzinger (i passaggi che riporti) sono in sé scandalosi, ma non ci possiamo fermare ai discorsi, dobbiamo vedere le "opere". E dalle "opere" si vede che il relativismo che Ratz combatte non è quello contro cui un liberale dovrebbe schierarsi.

Riguardo Pannella, ti posso dire, che fuori dagli stereotipi, tiene con tutte le sue forze a difendere la religiosità, anche cattolica, ma è su cosa sia la religiosità che c'è da combattere. E' mera osservanza e precettistica? Ti rimando a questo intervento di Antonio Tombolini, ex vicepres. dell'Azione cattolica: http://www.radioradicale.it/primopiano.php?mostra=1296

e a questo post (su suo blog): http://www.antoniotombolini.com/obbedienza.html

ciao

 
At 20 maggio, 2005 09:15, Blogger JimMomo said...

Scusa, nel commento precedente ho fatto un errore, dove scrivo "sono in sé scandalosi" volevo scrivere "NON sono scandalosi"

 
At 20 maggio, 2005 19:00, Blogger Antonio Saccoccio said...

Concordo grosso modo con la tua interpretazione.
Tu affermi:
Che libertà e democrazia non siano sacrificabili in nome di una falsa stabilità e di una cinica realpolitik in politica estera, o in nome di un ingannevole "quieto vivere" nelle nostre società multiculturali, è solo una delle possibili declinazioni politiche del pressante appello ratzingeriano a non sacrificare a un male inteso spirito di tolleranza, a una modernità asettica dove tutto è relativo, l'identità e i valori su cui si fonda l'Occidente. Ma possiamo azzardare che possa essere proprio questo volto, in un certo senso "neocon", della battaglia ratzingeriana a sedurre alcuni liberali.

Hai ragione, è proprio questo aspetto che, come tu dici, mi ha “sedotto” del cardinale. Ma ti chiedo: almeno Ratzinger su questa posizione è chiaro, Woitila, forse perché oramai spossato dalla sofferenza, non mi sembrava più in grado di avere una posizione chiara su queste questioni. Non ti pare comunque un miglioramento?

Ora ti muovo qualche obiezione. Di seguito dici:
Depositaria di una verità definitiva, la critica ratzingeriana ha come esito l'anatema contro i molteplici frutti del pensiero moderno fondato sul dubbio e sullo spirito critico, sulla ricerca di un sapere fallibile e rivedibile, sulla libertà di coscienza. Per il pensiero moderno la verità va cercata, sottoposta a critica, e il suo superamento è lo scopo stesso della ricerca; per la Chiesa cattolica la verità è rivelata, fissata secula seculorum, e va solo annunciata. Chi la rifiuta si becca l'anatema di "relativista", non importa se si sia posto al di fuori di quella verità ma ne abbia abbracciate altre, perché agli occhi di chi sale al soglio di Pietro è come se si ponesse al di fuori di qualsiasi verità.

Ebbene io non credo che queste siano le posizioni di Ratzinger. Sarò un ingenuo, ma non credo che il papa tedesco sottoscriverebbe come sue le affermazioni che hai sopra riportato. E’ troppo acuto e intelligente per accollarsi posizioni così evidentemente assolute e, queste sì, illiberali.

Direi che quello che veramente non è accettabile è l’aver posto tra i venti di dotrina” il liberalismo accanto a marxismo, collettivismo, ateismo e misticismo. Non è stata una mossa coraggiosa, indubbiamente. E per questo è criticabile.

Concludendo ripeto quello che ho già detto in un messaggio precedente: aspettiamo, vediamo cosa dirà e farà Ratzinger nei prossimi giorni e settimane. D’altra parte è proprio quello che sostieni tu quando affermi di non badare ai bei discorsi ma alla realtà delle cose.

Comunque mi fa piacere che trai cittadini di Tocqueville ci siano persone come te, capaci di argomentare in maniera lucida e serena. D’altronde il mio invito alla discussione è stato mirato, avevo già letto e notato i tuoi post. Devo dire che altri cittadini liberali non sono altrettanto sereni, anzi spesso sono un po’ troppo fanatici, non molto lontani dal teatrino della politica che vediamo tutti i giorni sui media tradizionali). Penso che la forza dei bloggers dovrebbe essere un’altra: pensieri nuovi, in continua evoluzione, capaci di sconvolgere e rinnovare il dibattito nazionale. Non credi?
Ti metto trai blog amici (insieme a tombolini: notevole il suo articolo sull’obbedienza)

Ciao e a presto
Antonio

 
At 21 maggio, 2005 00:26, Blogger JimMomo said...

Anche ciò che può sedurre in Ratzinger non va dato per scontato. Sono certo che con lui si ripeterà l'equivoco che vi fu con Wojtyla, quando parlava di pace senza timore di trovare il consenso entusiasta dei movimenti.

Mi dici che Ratzinger non sottoscriverebbe le posizioni che gli attribuisco. Certo, io ho semplificato, lui è un intellettuale finissimo che non cadrebbe così ingenuamente in espressioni ormai impronunciabili.

L'intelligenza sta propio nel dialogo che ha saputo instaurare con il mondo intellettuale laico e liberale in nome di un anti-relativismo che appare un contenitore fin troppo sfumato.

A volte si tratta di combattere l'Europa sulla quale soffia lo spirito di Monaco '38, altre volte tutte le maggiori correnti del pensiero moderno, anche il liberalismo e persino l'operato dei Parlamenti democratici paragonati al nazismo.

E' solo leggendo e rileggendo i testi dei dibattiti con Pera e Galli della Loggia che si scorgono ambiguità. Ma i lati oscuri ci si presentano solo guardando e leggendo l'operato di Ratz in questi 20 anni come "Grande Inquisitore".

alla prossima!

 
At 21 maggio, 2005 18:19, Blogger Antonio Saccoccio said...

Caro Jim
mi trovi d'accordo.
Però ti invito a prendere in considerazione un ultimo aspetto. Tu dici che Ratzinger va giudicato per i 20 anni passati. Ma avrai notato che il tedesco ha spesso cambiato posizione su vari argomenti. Uno per tutti ricorderai la sua posizione sulla riforma della liturgia: ai tempi del Vaticano II era uno dei più progressisti, ora sembra essersi totalmente ravveduto. Ebbene forse non è il caso di attendere fiduciosi che abbia il coraggio di ricredersi anche su altre posizioni? In fondo quanti di noi hanno cambiato, migliorandole, posizioni con gli anni...
ciao e a presto
Antonio

 

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