LIBERI DALLA FORMA

IL PRIMO BLOG NET-FUTURISTA

venerdì, aprile 23, 2010

quando (tra poco) l'artista sarà considerato come un venditore di lozioni per capelli

Forse non tutti hanno ben chiara una cosa. Tra qualche decennio (si spera il prima possibile) la figura dell'Artista sarà considerata alla pari dello Stregone, del Mago, o meglio del venditore di lozioni magiche per capelli. Quando l'oltre-arte netfuturista avrà portato a termine la sua missione per la cancellazione dell'Arte con la A maiuscola e avrà diffuso ovunque la figura dell'artista con la a nana e ridotto l'uso della parola Arte e Artista ad un uso archeologico. Avremo così domande del tipo "Vi ricordate quando esisteva quella cosa chiamata Arte?".
Oppure scambi di battute simili:
"Avete presente quelli che nel XX secolo si facevano chiamare Artisti?"
"Ma chi quelli che dipingevano lo stesso quadro per 10 anni sperando di trovare il ricco fesso e ignorante pronto ad acquistarlo come opera partorita da un genio?"
"ahahah! sì, proprio loro. Sembra assurdo ma è proprio così! e pensa che in quegli anni c'erano pure persone chiamate Critici d'Arte, che avevano il compito di giustificare in qualche modo raggiri del genere, aiutando l'Artista a farsi considerare un essere superiore e illuminato da chissà quale luce divina".
"Sì, ricordo. E c'erano pure quelli che prevedevano il tuo destino tirando a caso le carte da gioco! In televisione! Sembra passato un millennio e invece fino a pochi anni fa la gente credeva a questi buffoni"
A quel punto l'umanità si sarà liberata di un'altra secolare cialtroneria elitaristica: l'Arte. Chiunque oggi ritiene l'Arte e il sistema dell'Arte una truffa colossale, aiuti il Net.Futurismo a far trionfare l'oltrarte e l'arte con la a nana.
Per l'uomo nuovo, per il nuovo mondo retarchico.
Antonio Saccoccio

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domenica, aprile 11, 2010

Il problema delle fonti online: è solo questo o c'è dell'altro?

Il problema delle fonti online è indubbiamente uno di quelli che attraversa questi anni di forte conflitto tra old e new media.
Da quando sul web è possibile per tutti inserire informazioni, è nata l'esigenza di valutare l'attendibilità di queste fonti. E su questo punto si è aperto un dibattito che a mio avviso non può essere sciolto in modo sbrigativo.
I più sembrano infatti cedere alla soluzione più semplice: le fonti online sono giudicate meno attendibili delle fonti cartacee e quindi si tende a riportare tutto all'ordine pre-web. La soluzione sarebbe verificare se la fonte digitale è stata scritta o riportata da chi ha già riconoscimenti nel mondo ufficiale, accademico, cartaceo e tipografico. In questa fase di transizione sembra l'unica soluzione possibile, per evitare il caos totale. Non nego che anch'io, ancora oggi, giudico spesso le fonti in questo modo.
Ma questa è una soluzione decisamente reazionaria, e la vicenda non può certo finire così. Perchè se così fosse tutta la rivoluzione più che copernicana avviata con la diffusione e la costruzione pubblica del sapere si concluderebbe con un nulla di fatto. E invece non è così. Alla fine - e qui si tratterà di vedere solo tra quanti anni - non prevarrà il vecchio mondo accademico, dei titoli, dei ruoli, delle decorazioni passate. Prevarrà il nuovo mondo.
Che qualcosa era definitivamente cambiato lo dimostrò per la prima volta la nota vicenda del confronto tra le voci di wikipedia e l'enciclopedia Britannica. Ne riporto una sintesi con qualche link, per chi non ne fosse a conoscenza.

2005. La rivista scientifica Nature condusse uno studio da cui risultò che la qualità di wikipedia era pari a quella dell'enciclopedia Britannica. Il numero di errori riscontrato si equivaleva.

Wikipedia esultò.



Da tutta la vicenda wikipedia, che era nata da soli 5 anni, ne uscì rafforzatissima.

Ebbene, a mio avviso tutti gli internauti che hanno a cuore questo problema, dovrebbero riflettere a lungo sul problema della validazione delle fonti online.
La strada da seguire è innanzitutto quella di spostare il problema: dalla valutazione delle fonti online alla valutazione di tutte le fonti. Ancora una volta (proprio come sta accadendo nell'ambito della scuola e dei processi di apprendimento) i nuovi media reticolari e interattivi portano alla luce una tara del nostro mondo: Chi è che decide quando è attendibile e valida una fonte? E con quali criteri lo decide? Lo deve decidere qualcuno per noi o possiamo noi tutti autonomamente deciderlo?
Ancora una volta il nuovo mondo ci pone nuove sfide. Non coglierle può essere il nostro unico autentico peccato.
Noi avanguardisti, noi net.futuristi, noi convinti sostenitori della prossima retarchia non possiamo e dobbiamo tirarci indietro: il nostro ruolo in questa vicenda sarà fondamentale.
Il vecchio mondo autoritario, del sapere controllato, gerarchico e monolitico, scricchiola in modo innegabile.
E allora... lo vogliamo far crollare o lo teniamo in piedi?

Antonio Saccoccio

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