LIBERI DALLA FORMA

IL PRIMO BLOG NET-FUTURISTA

giovedì, dicembre 31, 2009

Stupido come un pittore: da Duchamp al Net.Futurismo

Come ci si può oggi definire artisti (Artisti!) e non avere avuto per anni (decenni!) la minima evoluzione nella propria concezione dell'arte?
E' sempre più sconcertante leggere di concezioni dell'arte arretratissime.
Abbiamo più volte espresso la nostra condanna per tutta l'arte decorativa ed estetizzante: arte inutile. La battaglia è ancora lunga. Ma noi netfuturisti siamo oggi in grado di continuare sulla via aperta da Marinetti e Duchamp e in seguito portata avanti decisamente da creativi puri come Manzoni, Kosuth e altri.
Ora voglio solo ricordarvi che proprio Duchamp poteva affermare molti decenni fa:
"In Francia c'è un vecchio detto, "stupido come un pittore". Il pittore veniva considerato stupido, mentre il poeta e lo scrittore erano ritenuti molto intellingeti. Volevo essere intelligente. Dovevo avere l'idea di inventare. Non vale nulla essere un altro Cézanne. Nel mio periodo visivo c'è un po' di quella stupidità del pittore. Tutto il mio lavoro nel periodo precedente al Nudo era pittura visiva. Poi pervenni all'idea. Considerai la formulazione derivante dall'idea come un modo per sfuggire alle influenze esterne".
Il problema fondamentale non è "pittura o non pittura?". Il vero problema è "invenzione o ripetizione?". Oggi ci sono artisti che lavorano solo con i nuovi media digitali ma che hanno una concezione dell'arte tradizionalissima (passatista o presentista che sia). I pittori erano presi a bersaglio da Duchamp non in quanto tali, ma per essere anti-creativi, per ripetere modelli tradizionali senza metterli mai in discussione.
Ci vogliono idee.
Altrimenti... bête comme un peintre.
Antonio Saccoccio

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domenica, dicembre 20, 2009

seriosità + snobismo = ridicola mediocrità

Non c'è nulla che ci faccia più ridere di chi si prende troppo sul serio.
La suprema scioltezza, l'olimpica naturale superiorità dei net.futuristi sfida costantemente e in ogni ambiente il contegno serioso e pretenzioso della mediocrità passatista e presentista.
Intellettuali, Accademici, Giornalisti, Divi, Artisti, Attori, Critici e affini: vederli così impostati come se fossero divinità scese in terra è sinceramente penoso. Come se la loro superiorità dovesse percepirsi dal loro sdegnoso distacco di emeriti cretini!

C'è da augurarsi che simili snobistici atteggiamenti si riducano fino a scomparire, anche grazie al progressivo estendersi della retarchia avanzata dal Net.Futurismo.
Per ora noi net.futuristi li guardiamo continuando a ridere ridere ridere.

Antonio Saccoccio

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domenica, dicembre 06, 2009

Dall'Arte all'oltre-arte. L'essenziale è marciare in avanti.

Nel groviglio delle proposte artistiche (dove per "artistiche" si includono ovviamente non solo pittura e scultura, ma anche teatro, musica, cinema, letteratura etc.) che si sono rincorse nell'ultimo secolo in pochi oggi sono capaci di avere una visione chiara. Se cerchiamo poi una visione chiara e avanguardista noi netfuturisti ci troviamo a combattere quasi da soli.
Perchè tanta difficoltà ad interpretare l'attuale stato dell'arte? Semplice. Oggi per comprendere pienamente qualsiasi cosa possa essere avvicinata alla parola "Arte" occorre essere stato prima Artista e poi oltre-artista. I trentenni ed oltre sono gli unici a poter aver vissuto questa duplice condizione. Ma tra loro i più sono rimasti nell'Arte, passatisti ad oltranza, vecchi difensori di un mondo morto da tempo. Definirli passatisti non ha neppure senso, perchè i passatisti sono in questo caso strettamente imparentati con i presentisti: chi difende ancora l'Arte è un passapresentista, poichè mescola l'aria/aura sacerdotale di un tempo alla business-art contemporanea. Ma proprio in questa generazione c'è la speranza per il Futuro: quei pochi che hanno vissuto di persona la transizione tra Arte e oltre-arte, quei pochi che 15 anni fa erano e si consideravano Artisti e ora hanno preso consapevolezza che l'Arte è un animale estinto di cui continua a parlare con enfasi solo chi è totalmente al di fuori del processo creativo.
Tra quei giovani e giovanissimi che naturalmente possiedono una sensibilità oltre-artistica, solo pochissimi hanno la piena consapevolezza necessaria per condurre la battaglia netfuturista. Gli altri sono menti purissime da prendere a modello, ma da cui non ci si può aspettare un grande aiuto nelle nostre azioni d'avanguardia.
La demolizione dell'Arte è cosa fatta. La sensibilità netfuturista lo afferma da tempo. E' il grande passo che un futurista del XXI secolo deve compiere.
Siamo giunti al termine di un cammino iniziato almeno un secolo fa. Pubblico qui sotto un brano scritto da un grande futurista del secolo scorso, che presentiva già la fine, in modo incredibilmente visionario per quei tempi.

Usciamo dalla pittura?... Non lo so. Purtroppo la mente umana opera tra due linee d'orizzonte ugualmente infinite: l'assoluto e il relativo, e tra queste la nostra opera segna la linea spezzata e dolorosa della possibilità. Non temano dunque i nostri giovani amici: non vi sarà mai abbastanza audacia per uscire dalla ferrea legge dell'arte che ognuno esercita.
Verrà un tempo forse in cui il quadro non basterà più. La sua immobilità, i suoi mezzi infantili saranno un anacronismo nel movimento vertiginoso della vita umana!
Altri valori sorgeranno, altre valutazioni, altre sensibilità di cui noi non concepiamo l'audacia...
L'occhio umano percepirà il colore come emozione in sé.
[...]
Usciamo forse dai concetti tradizionali di pittura e scultura che imperano da quando il mondo ha una storia? Giungiamo alla distruzione dell'arte come è stata intesa fino ad oggi? Forse! Non lo so! non importa saperlo! L'essenziale è marciare in avanti!


Sono parole di Umberto Boccioni.
La via era già indicata. Oggi siamo noi netfuturisti ad avere quell'audacia che i futuristi del secolo scorso non potevano ancora avere.
L'essenziale è marciare in avanti.

Antonio Saccoccio

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