LIBERI DALLA FORMA

IL PRIMO BLOG NET-FUTURISTA

venerdì, ottobre 31, 2008

Un genio futurista a Napoli: Francesco Cangiullo (1)

Strana figura quella di Francesco Cangiullo. Ricordato sempre marginalmente nel gruppo futurista, ebbe in realtà un ruolo di grande importanza in molte occasioni. Di sicuro il napoletano Cangiullo è uno degli artisti d’avanguardia maggiormente dimenticati. Entrato nel movimento futurista nel 1913, rappresentò l'ala del gruppo dotata di maggiore predisposizione al comico e alla provocazione.
Ciò che sorprende ancora oggi è la poliedricità dei suoi interessi. Fu in grado di scrivere manifesti futuristi fondamentali, di cui tutti ricordano il notissimo Manifesto del teatro della sorpresa (1921, con Marinetti), ma in pochi citano l’originalissimo e geniale Poesia pentagrammata (1922), per non parlare di testi quasi introvabili come Il mobilio futurista. I mobili a sorpresa parlanti e paroliberi (1920) e il Manifesto futurista dell’amicizia in guerra.

La Poesia pentagrammata, dando la simultaneità grafica della Poesia e della sua Musica naturale, in essa naturalmente contenuta, aggiunge una nuova smisurata estensione di tereno vergine al campo poetico.

Tra i testi di altro tipo Piedigrotta costituisce, per alcune innovazioni sorprendenti apportate all’interno dell’impostazione parolibera, uno dei prodotti più importanti dell’intero futurismo. Lo stesso Marinetti lo spedì al gruppo Dada di Zurigo, che tennero sempre in enorme stima Cangiullo. Hugo Ball e Tristan Tzara esposero alcune pagine di Piedigrotta al Cabaret Voltaire.

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domenica, ottobre 26, 2008

Crollerà anche il sistema dell'arte? Intanto Christie’s e Sotheby's rallentano.

Con grande gioia apprendiamo che anche le grandi case d’asta inglesi risentono della crisi.
Sembra che Christie’s e Sotheby’s stiano frenando. Nei giorni scorsi la solita roba di 40-50 anni fa (Freud e, indovinate un po'?, Warhol) ha registrato incassi inferiori alle aspettative. Christie’s ha battuto un Lucian Freud a 5.4 milioni di sterline, Sotheby’s dieci teschi di Andy Warhol per 4.3 milioni di sterline. Ma si aspettavano di più e quindi sono preoccupati.

Philip Hoffman, direttore del Fine Art Fund Group, afferma: "il mercato dell' arte non può essere immune da quello che succede nel mondo della finanza, non c'è liquidità".
Ricordiamo che questi mercanti di fumo ultimamente riuscivano a trovare l’imbecille di turno disposto a sborsare anche cifre pari a 50 milioni di euro ad opera. In questo campo in fatto di imbecillità russi e arabi di solito primeggiano.
Potrebbe essere l’inizio del loro crollo. Noi ce lo auguriamo. Anche se fino a quando queste deliranti aste non passeranno di moda, il fenomeno non cesserà facilmente. È una moda, e come tutte le mode passerà. Ma a volte può durare più del previsto.
Noi net.futuristi continuiamo senza sosta la nostra quotidiana lotta contro il grande cancro del sistema dell’arte. È evidente che questo sistema è un sistema di speculazioni economiche e finanziarie. Nulla ha a che vedere con l’arte ed è oggi il principale nemico di ogni presente avanguardia.
L’avanguardia non si vende. Si vive.


Antonio S.

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domenica, ottobre 19, 2008

La rete è nel reale. Il reale è nella rete.

Le potenzialità di un blog sono immense. Noi net.futuristi lo crediamo fermamente. Perché noi net.futuristi abbiamo portato al massimo grado di sviluppo queste potenzialità.

Vediamo le nostre conquiste in sintesi:
- Creazione e costruzione ex novo di un pensiero radicalmente alternativo al sistema e alle vecchie logiche di potere che dominano ormai la quasi totalità della società. Tutto a partire dal web, inizialmente da un singolo blog.
- Creazione di un’aggregazione di individui animati dagli stessi obiettivi e dalla stessa tensione ideale. Questa aggregazione non ha alcun altro interesse che non sia quello di portare avanti il net.futurismo. Nessun utilitarismo, nessun mercantilismo, nessun compromesso.
- Evoluzione continua dell’aggregazione net.futurista grazie ad un naturalissimo processo di autoselezione naturale (i meno capaci, i meno coraggiosi, i meno volitivi, presa coscienza progressivamente della propria inadeguatezza, abbandonano e vengono sostituiti da attivisti più capaci, più coraggiosi e più volitivi).
- Evoluzione continua e incessante del pensiero grazie agli strumenti di cui si avvalgono i vari GSPPN (blog.net, SkypeNFC, NTFFML).
- Evoluzione personale dei singoli attivisti net.futuristi grazie al continuo sforzo creativo e al continuo confronto con gli altri net.futuristi.
- Invenzione di nuove forme di creatività e nuovi eventi creativi nati sul web e approdati fuori dal web (anti-conferenza, mostranonmostra).
Ma la più grande conquista del Net.Futurismo è oggi aver dimostrato un principio fondamentale che noi diffondiamo e diffonderemo in ogni angolo del pianeta fino a quando non avremo convinto l’ultimo testardissimo passatista/presentista:
“La rete è nel reale. Il reale è nella rete”

Abbiamo annullato la diffusissima percezione dell’opposizione “reale/virtuale” che ancora assilla la grande maggioranza degli utenti del web. Continuare a proporre semplicisticamente la distinzione “reale/virtuale” è per noi semplicemente primitivo. Oggi si potrebbe provocatoriamente, ma neppure troppo, sostenere che molti eventi sul web sono più reali di molti altri al di fuori del web.
Nati sul web, i net.futuristi hanno preso il paradigma reticolare a modello delle loro relazioni/interazioni e hanno proposto di applicare quel modello all’intera società, anche al di fuori del web. E abbiamo chiamato tutto questo retealtà. I net.futuristi si frequentano sul web e fuori dal web con la stessa identica modalità comunicativa: l’umanità sviluppata al suo massimo grado. I net.futuristi hanno portato al di fuori del web le loro idee e la loro vitalità net.futuriste, diffondendo il loro pensiero e la loro creatività ovunque.
Riflettiamo. Tutto questo si può fare, perché i net.futuristi lo hanno fatto.
Grazie alle conquiste net.futuriste l’uomo nuovo a mille dimensioni è più vicino.

Antonio Saccoccio

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martedì, ottobre 14, 2008

Cinema, industria, avanguardia e net.futurismo

Produrre cinema per un'avanguardia è sempre stato difficoltoso. Le spese sono enormi, la possibilità di rientrare delle spese praticamente nulla.
Già nel 1952, Hans Richter sosteneva che "dal punto di vista dell'industria il film sperimentale è un fallimento".
Il film Vita Futurista ebbe grandi difficoltà di distribuzione; complessivamente il cinema futurista è più noto per la parte teorica che non per quella pratica.
Oggi per il net.futurismo il cinema d'avanguardia è possibile solo se:
1. finanziato da individui illuminati e facoltosi;
2. vengono contenute le spese e si punta sull'autoproduzione geniale.
Preferiamo decisamente la seconda strada.
Di sicuro un'avanguardia non può scendere a compromessi con il mercato.
Antonio S.

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sabato, ottobre 11, 2008

Quattro misure contro la crisi

Appello urgente alla Rete

Quattro misure contro la crisi: sospendere temporaneamente il pagamento dei mutui; vietare le transazioni allo scoperto; bloccare la costruzione delle grandi infrastrutture non cantierizzate; proporre, da subito, nuovi strumenti per sostenere il reddito delle classi meno agiate.


A fronte della crisi economica in atto, sottoponiamo all’attenzione della Rete il seguente appello formale:
- La crisi in corso evidenzia i limiti del capitalismo in termini etici, sociali, economici e politici.
- Di qui la necessità del suo superamento attraverso l’edificazione graduale e non violenta di un nuovo modello di società, capace di integrare i valori della solidarietà e della sobrietà.
- Vanno perciò subito presi alcuni provvedimenti a difesa del credito, dei redditi e dell’occupazione di tutti i cittadini, in nome del benessere collettivo e non di quello particolare di pochi speculatori. Si tratta di interventi finalizzati, in prospettiva, al recupero della piena sovranità della politica, intesa nel senso più nobile del termine, sull’economia. Interventi che devono chiamare in causa il ruolo dello Stato nell’ambito della tutela, in ultima istanza, del lavoro e del credito ai cittadini e alle famiglie. Ma anche di facilitare, sotto il profilo legislativo, il ruolo della magistratura nel perseguire i reati finanziari commessi nello svolgimento di attività borsistiche e creditizie.
A questo proposito si chiede, in attesa di una ormai irrinunciabile evoluzione sociale in senso umano e contro la bestialità della pura logica del profitto, alle forze politiche di maggioranza e di opposizione, di sostenere nell’ambito del Governo, del Parlamento e in tutte le sedi politiche opportune – qualora la situazione nei prossimi mesi, se non addirittura giorni, dovesse precipitare – le quattro seguenti misure, sicuramente “minimali”, ma capaci di rappresentare il primo segnale di una volontà comune di fuoriuscire dal vizioso ciclo capitalistico del debito e della speculazione:
1) Dichiarare temporaneamente sospeso il pagamento di tutti i mutui bancari, inclusivi degli interessi maturati, stipulati entro gli ultimi cinque anni, per l’ acquisizione della prima casa.
2) Dichiarare illegali, a decorrere dalla data di pubblicazione del provvedimento sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica, tutti i cosiddetti prodotti derivati e le cosiddette transazioni “allo scoperto” (elencandoli in apposite tabelle complementari).
3) Proporre, sin da oggi, nuovi strumenti per sostenere il reddito delle classi meno agiate, qualora aumenti dell’inflazione e dei prezzi delle merci di largo consumo mettano a serio repentaglio livelli di vita già oggi precari.
4) Bloccare la costruzione delle grandi infrastrutture non ancora cantierizzate (TAV in Val di Susa, Ponte sullo Stretto di Messina ecc.) al fine di utilizzare il capitale ad esse destinato per sostenere i redditi e l’occupazione, riservandosi di sottoporle in un secondo momento ad una seria analisi costi/benefici che verifichi l’opportunità della loro costruzione.Tale appello è frutto di ponderata analisi e discussione avvenuta sul Web, e non esclude – per il futuro – nuovi interventi a più ampio spettro.

Roma, 10 ottobre 2008

Carlo Gambescia (sociologo ttp://carlogambesciametapolitics.blogspot.com)

Carlo Bertani (scrittore - http://carlobertani.blogspot.com)

Marco Cedolin (scrittore - http://marcocedolin.blogspot.com http://ilcorrosivo.blogspot.com)

Miguel Martinez (traduttore - http://kelebek.splinder.com)

Valter Binaghi (scrittore - http://valterbinaghi.wordpress.com)

Nicola Vacca (poeta - http://nicolavacca.splinder.com)

Guido Aragona (architetto - http://bizblog.splinder.com)

Antonio Saccoccio (blogger/net-artista - http://liberidallaforma.blogspot.com)

Truman Burbank (ingegnere http://truman.blogspot.com)

Roberto Buffagni (drammaturgo)

Stefano Moracchi (saggista - http://www.attuazionista.blogspot.com)

Michele Antonelli (ingegnere elettronico)

Barbara Albertoni (insegnante - http://www.cloroalclero.com)

Eduardo Zarelli (insegnante, editore - http://www.ariannaeditrice.it)

Valerio Lo Monaco (giornalista)

Federico Zamboni (giornalista)

Per le adesioni: carlo.gambescia@gmail.com

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giovedì, ottobre 02, 2008

Accademie d'arte: tra passatismo e presentismo

Qualche considerazione di Bruno Munari sulle scuole d’arte.
“Quando si parla di ricerche sulla comunicazione visiva, gli insegnanti d’arte di casa nostra ridono sotto i baffi (alcuni se li fanno crescere apposta, sembra). Loro infatti sanno tutto sull’arte, sanno come deve essere e come non deve essere, hanno sempre saputo tutto, con la massima sicurezza, sono così dalla nascita, non c’è niente da fare. E nelle loro lezioni continuano ad insegnare l’arte del passato, un passato più o meno remoto, cercando di stare bene attaccati ad una tradizione di comodo, di non aver grane, di perdere il meno tempo possibile.
Che cosa fanno e che cosa pensano gli studenti italiani delle scuole d’arte? Sono costretti a imparare l’affresco, ma appena ne escono fuori (o meglio mentre studiano) si accorgono che la realtà fuori dalla scuola ha un altro aspetto, che c’è qualcosa di vivo che si muove nel mondo dell’arte internazionale, qualcosa che a scuola non viene considerato, e allora buttano via l’affresco e si impegnano in ricerche sull’arte cinetica, sui nuovi mezzi di comunicazione visiva, imparano, insomma, da autodidatti, a vivere nel nostro tempo poiché la nostra scuola è troppo vecchia.
A che cosa serve una scuola se non a preparare individui capaci di affrontare il mondo del prossimo futuro secondo le tecniche più avanzate? Perché non si insegnano queste tecniche (dato che l’arte non si può insegnare) invece che quelle del passato? Il passato non torna mai, non esistono rievocazioni se non per giocarci sopra, vedi il caso del Liberty, quindi una educazione basata solo sul passato non serve a niente per un operatore visuale che debba operare nel prossimo futuro. Il passato può avere solo una funzione di informazione culturale e va tenuto legato al suo tempo altrimenti non si capisce più niente”.
Quando Munari denunciava un’accademia legata allo studio del passato faceva una denuncia pienamente futurista (non dimentichiamo che in realtà Munari nasce futurista).
Oggi la situazione è in parte cambiata. Resistono sacche di roccioso passatismo accademico, ma in molte accademie sono stati inseriti insegnamenti di arti multimediali, net-art, etc. La situazione potrebbe sembrare quindi radicalmente migliore. E invece noi denunciamo un’ulteriore pericolosa deriva.
Lo studio accademico delle nuove tecniche artistiche è condotto in modo da portare l’allievo a quel virtuosismo tecnologico e a quello sperimentalismo manierista che noi già denunciammo nel nostro Manifesto del Net.Futurismo come tipiche dell'attuale categoria del presentismo. Senza considerare la collusione con il sistema dell’arte contemporanea. Insomma, l’accademia, anche quando vuole fare del nuovo, si rivela sempre per quello che è: accademia. L’incredibile potenziale delle nuove tecnologie viene così impoverito, neutralizzato, reso totalmente innocuo da una visione conservatrice dell’arte.
Contro l’emergente presentismo e contro il persistente passatismo, il Net.Futurismo agita la bandiera dell’avanguardismo critico, radicale e ribelle.
Antonio Saccoccio

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