LIBERI DALLA FORMA

IL PRIMO BLOG NET-FUTURISTA

sabato, ottobre 27, 2007

network - mail art - netfuturismo - cartoline neofuturiste

La mail art nasce ufficialmente tra gli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso. Il padre di questa avanguardistica forma d'arte è considerato Ray Johnson (1927-1995), che è stato il vero net-worker del gruppo.
L'invio per posta di materiale creativo è alla base della mail art. E' un'arte collettiva, un'arte che rifiuta il divismo dell'artista che si pone su un piedistallo.
L'attività sviluppata con la mail art è per sua natura lontana dai musei e dalle istituzioni. Lontana dall'affarismo e dal business.
Il network che nasce con la mail art (con importanti punti di contatto con il movimento Fluxus) è il più illustre precedente dei network che si sviluppano oggi con la net art e il netfuturismo.
Ma qui c'è una sorpresa per tutti. Quali sono considerati tra i predecessori della mail art?
I futuristi, non ci potevano essere dubbi. Quando si parla di innovazione nella comunicazione non si può fare a meno di imbattersi in loro.
Abbiamo notizie di cartoline postali inviate da Fortunato Depero e riproducenti alcune sue opere.
Sappiamo di una corrispondenza postale creativa tra Giacomo Balla e Francesco Cangiullo.
E non poteva mancare all'elenco Filippo Tommaso Marinetti, che almeno in un'occasione aggiunse alcune frasi sull'immagine di una cartolina spedita da Milano.
Certo non c'è ancora l'idea del network che è alla base della mail art. Ma ancora una volta il futurismo anticipa gli sviluppi futuri.
E anche questa volta il netfuturismo, non certo a caso, si trova a riprendere dopo quasi un secolo le tracce di quell'idea tracciata dai futuristi. Oggi il network creato attorno al netfuturismo (soprattutto grazie ai GSPPN) ha alcuni punti fondamentali in comune con la mail art.
E poi l'idea delle cartoline neofuturiste (nelle sue varianti "cartolina ribelle" e "cartolina dinamica") è stata lanciata due anni e mezzo fa, proprio in uno dei post d'esordio di questo blog. Approfittiamo per rilanciare l'idea e invitare tutti i neofuturisti e coloro che intendono rivitalizzare la stupida passatista inutile cartolina a spedire da oggi in poi solo cartoline netfuturiste.

Antonio Saccoccio

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venerdì, ottobre 19, 2007

La fontana di Trevi rossa non è opera nostra

IL MOVIMENTO NETFUTURISTA

DICHIARA

LA PROPRIA ESTRANEITA' ALLA VICENDA CHE HA PORTATO
ALLA COLORAZIONE
DELLE ACQUE DELLA FONTANA DI TREVI






RESTA COMUNQUE FERMA
LA CONDANNA
PER UNA CITTA' CHE IMPUTRIDISCE
TRA MASSE ISTUPIDITE DI TURISTI
COLLEZIONISTI DI COLOSSEI DA TAVOLO
ANTIQUARI E RIGATTIERI
NOTTI BIANCHE E FESTIVAL DELLO SPRECO
UNA CITTA' SEPOLTA NEL PASSATO
E ORFANA DEL FUTURO
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Derrick de Kerckhove e Netfuturismo

Il pensiero e gli studi di Derrick de Kerckhove, allievo di M. McLuhan, sono fondamentali per reagire alla comunicazione passiva indotta dai media tradizionali. Le sue idee sulla intelligenza connettiva si avvicinano molto alla risposta che il netfuturismo sta provando a dare con la sua azione su internet.
"La connettività è veramente una delle grandi scoperte che resta ancora da fare nel mondo moderno: è importante capire, attraverso le reti tutte collegate tra di loro e la cui complessità interna è sempre più grande, che questa possibilità è sempre esistita tra gli uomini, ma prima non si era capaci di servirsene. Adesso sappiamo servirci del nostro cervello, sappiamo accelerare la nostra intelligenza, ci sono metodi per pensare più velocemente, quindi devono esserci anche metodi per far pensare più velocemente un collettivo. Questo è assolutamente chiaro. La connettività è questo: trovare dei metodi che facciano procedere insieme i pensieri in tempo reale, che facciano pensare più rapidamente in gruppo. Io sto esplorando questo fenomeno, che ho accolto nella mia pedagogia".
Questo affermava Derrick de Kerckhove già 10 anni fa. Oggi tutto questo è diventato realtà. I neofuturisti italiani hanno da subito impiegato la connettività per sviluppare il loro pensiero. E da qualche mese, grazie ai GSPPN (Gruppi di Sviluppo Permanente del Pensiero Netfuturista), i progressi sono continui e rapidissimi. L'intelligenza risulta davvero accelerata dalle pratiche connettive. E siamo solo agli inizi.
Antonio S.

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martedì, ottobre 16, 2007

Ministro Fioroni, la tua scuola ci distruggerà

Mi sono imposto di vedere per un'ora e trenta la televisione. C'è il ministro Fioroni, il ministro giurassico della pubblica istruzione.
Mario Adinolfi conduce con sicurezza e prova a farlo interagire con gli studenti, anche tramite blog, live blogging, webcam etc.
Il ministro è come al solito evanescente fino a scomparire totalmente. Non una sola idea. Un mare di banalità e passatismi della peggior specie.
Ma questo non basta.
La sua incompetenza generalizzata giunge nel campo delle nuove tecnologie a livelli paradossali e ridicolissimi. Qui qualche episodio tra i tanti:
1. Il ministro confonde una clip registrata con un collegamento in webcam. Vede la clip e poi chiede ad Adinolfi: "Ma non c'è più?". Il buon Mario, sornione, non infierisce.
2. Poco dopo i cellulari e i portatili vengono chiamati dal ministro "quei cosi lì".
3. Ma non è finita: alla fine viene costretto ad offrire un dialogo ai ragazzi e cosa si inventa secondo voi? "Speditemi delle email, vi risponderò 2 volte al mese!".
Giuro che non ho inventato nulla. Parole ministeriali.
La cosa gravissima e sconcertante è che il ministro sembra vantarsi della sua ignoranza nel campo delle nuove tecnologie e sembra non intuire neppure lontanamente quanto le stesse abbiano cambiato il mondo e ovviamente i ragazzi di oggi.
Io credo che questo potrebbe bastare in qualsiasi paese per costringere questo ministro a dimettersi.
Un individuo che oggi, nell'anno 2007, non conosce perfettamente i nuovi strumenti di comunicazione, non è in grado di gestire un ministero fondamentale come quello dell'istruzione.
Tutti i provvedimenti ministeriali sono totalmente in linea con quest'ignoranza.
Se Fioroni non abbandona subito il suo incarico, la scuola italiana crollerà travolta da una miscela paralizzante di muffa e ragnatele.
I giovani di oggi devono dominare i nuovi media. La scuola oggi non deve insegnare ad ignorare i nuovi media, ma a sfruttarli intelligentemente e al massimo delle loro potenzialità.
Ma chi dirige la scuola, di tutto questo mondo non sa nulla.
Questa Italia, in mano a questi incapaci politicanti, non ha futuro.
Il netfuturismo denuncerà questa scandalosa situazione con continuità e fermezza, fino a quando il ministro giurassico non abbandonerà il suo incarico.
Antonio S.

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venerdì, ottobre 12, 2007

I Neofuturisti Italiani manifestano con i giovani studenti italiani

OGGI 12 OTTOBRE 2007

I NEOFUTURISTI ITALIANI

MANIFESTANO
CON AUDACIA E CONVINZIONE
AL FIANCO DEI GIOVANI STUDENTI ITALIANI.


I NEOFUTURISTI ITALIANI

CHIEDONO

LA CANCELLAZIONE DEL DECRETO CHE, CON UN IDIOTA RECUPERO PASSATISTA, REINTRODUCE IL VECCHIO ESAME DI RIPARAZIONE.

LE DIMISSIONI DEL MINISTRO FIORONI, IL PIU’ PASSATISTA MINISTRO DEL GOVERNO PRODI, CHE STA RIPORTANDO INDIETRO DI 20 ANNI LA GIA’ PASSATISTA SCUOLA ITALIANA.


I NEOFUTURISTI ITALIANI

DICONO

NO

ALLA RESTAURAZIONE


NO

ALLA REAZIONE FIORONESCA

LOTTIAMO

PER UNA SCUOLA

MODERNA

APERTA

DINAMICA

CORAGGIOSA

CRITICA

CREATIVA

APROFESSORALE

ADOGMATICA

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mercoledì, ottobre 10, 2007

Presentismo e Neofuturismo

Presentista è chi non si chiede se questo mondo è giusto.
Presentista è chi non si chiede se questo mondo è bello.
Presentista è chi accetta passivamente il mondo così com'è.
Presentista è chi vive come vive perchè pensa che non sia possibile vivere diversamente.
Presentista è chi non crea la partitura della propria vita.
Presentista è chi esegue lo spartito che altri hanno scritto per lui.
Presentista è chi dice "Il mondo va così, che posso farci?".

Neofuturista è chi dice "Uccidiamo il presentismo".

Antonio S.

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venerdì, ottobre 05, 2007

Valentine de Saint-Point, Donna vera e Genio puro

Considerato il fatto che questo blog è ultimamente visitato e commentato da molte donne audaci critiche energiche sprezzanti della fatica e del pericolo, voglio porre alla vostra attenzione una donna che è stata una grande donna, geniale (a dir poco). Visse un secolo fa (1875-1953). Si chiamava Valentine de Saint-Point ed era pronipote di Alphonse de Lamartine. Come tutte le figure davvero geniali, ha dovuto subire l’incomprensione della maggioranza dei suoi lettori. E d’altra parte per chi ha grande talento è la storia successiva a decidere la sua visibilità: nelle epoche in cui le tue idee coincindono con quelle dominanti sei consideratissimo e studiatissimo, in caso contrario sei volutamente oscurato perché rappresenti la voce in grado di mettere in crisi il potere. A Valentine, finora, è toccata questa sorte. Spirito autenticamente libero, figura di primissimo piano dell’avanguardia del primo Novecento, si dedicò alla poesia, alla narrativa, alla pittura, alla danza. Le sue idee erano dinamite per il suo tempo. Oggi lo sono ancora. Per questo viene praticamente ignorata. Fa paura, Valentine. Anche oggi.
Conosciuta ai suoi tempi soprattutto per il celebre Manifesto della donna futurista (1912) e per il successivo Manifesto futurista della lussuria (1913), ha scritto testi di notevole intensità e creativa. Qui voglio proporvi un passo praticamente sconosciuto, tratto da un suo testo meno noto, il Teatro della donna (1912). Tralasciando le acute considerazioni sul ruolo della donna nei testi teatrali, vi riporto alcune riflessioni generali di Valentine sulla donna. Sono idee di una lucidità invidiabile e di una brillantezza ancor oggi inarrivata. E sono passati quasi 100 anni. Intuire la doppia natura delle femministe non era certo al suo tempo semplice come lo è ora. E poi le sue osservazioni sull’eroismo e sullo spirito di abnegazione della donna, e sul suo ruolo di creatrice di vita e di anime meriterebbero di essere in testa a qualsiasi pubblicazione femminile e femminista. Ecco Valentine.

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“Eppure la nostra è un’epoca che vede trionfare il femminismo, con i suoi orrori e la sua bellezza. Accanto alle donne sprovviste di ogni grazia, che – per acquisire diritti che le altre hanno in pratica sempre posseduto -, copiando l’uomo, si sono virilizzate al punto di perdere tutte le loro essenziali qualità femminili, altre donne, che sono belle o semplicemente dotate di un’intelligenza più vasta, hanno acquisito una maggiore indipendenza di spirito e di vita, un gusto per lo sforzo personale e per un’attività in armonia con la grazia e la fatalità del loro essere, che le libera da ogni tutela e da ogni forzata irreggimentazione.
La giovane donna di oggi è, almeno nelle sue affermazioni e nella sua apparenza, ben diversa dalla giovane donna di quarant’anni fa. Dico: nelle sue affermazioni e nella sua apparenza, perché è del tutto certo che la psiche della donna, nei suoi tratti fondamentali, rimane più o meno immutabile attraverso i secoli e le epoche. Le sue virtù restano le stesse, ma, a seconda dei tempi, vengono mascherate d’ipocrisia, tenute a freno o lasciate libere di manifestarsi.
Ai nostri giorni le virtù femminili possono sbocciare liberamente; la donna più libera non si accontenta più delle antiche apparenze che ce la mostravano, a seconda della situazione sociale, come casalinga compiacente e silenziosa, o come fascinoso oggetto di lusso, ma senza slancio, senza durevole volontà; passiva, rassegnata ad un compito meccanico di consolazione e di piacere, soggiogata all’unico protagonista attivo della vita: il maschio.
Essa afferma liberamente la propria volontà di dominio, più o meno forte secondo il suo carattere, il suo orgoglio di espiratrice, di educatrice e a volte anche di creatrice: essa proclama la propria coscienza, di cui regola i moti con maggiore o minore eleganza, ma che comunque rivendica.
[…]
Platone assegnava alla donna tre qualità essenziali: la grazia, la pietà, l’intùito. Nella nostra concezione moderna, ancora embrionale, della vita, pietà significa, più precisamente, riconoscere ad ogni creatura il diritto alla vita, diritto che diventa il più semplice e il più grande dovere umano, comune a tutti.
Ma con la grazia dell’intùito, e con altre virtù che le sono proprie, quali la tenacia paziente e scaltra, l’abnegazione verso l’amante e il bambino, l’eroismo modesto nel dolore fisico e morale, tutto ciò di cui è fatta la maternità, che si estende dal bambino all’uomo – poiché questi rimane per tutta la vita il bimbo della donna, e in ogni amore di donna vi è maternità -, la donna è stata e resterà colei che crea, che domina, che esalta, e che, incoraggiandone le ambizioni, rafforza la volontà di vivere degli uomini, e dal suo ruolo di creatrice di corpi si eleva fino alla capacità di produrre anime”.
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Forse dovrei rispondere a quest’ultima fantastica affermazione, con un’affermazione che rivendica tutta la potenza e l’energia della creatività maschile. Ma non lo faccio. Anche perché lo faccio sempre. Ora è il momento di dare il giusto spazio a Valentine. Io spero che altre Valentine ci siano tra le ragazze e le donne italiane. So che ce ne sono tra le ragazze e le donne neofuturiste e simpatizzanti del neofuturismo. Anzi, ne sono convinto. Ho letto quello che scrivete, vi ho sentito parlare e criticare, vi ho sentito difendervi e anche attaccare. So che ci siete. Qualsiasi rivoluzione vera ha bisogno di voi.
Antonio S.

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martedì, ottobre 02, 2007

Bukowski, scrittori e neofuturismo

A volte verrebbe da chiedersi perchè mai la maggior parte dei testi (narrativi e poetici) siano tanto noiosi. L'unica spiegazione è che si tratta spesso di letteratura "forzata", che manca di slancio, di vigore. Sono in molti a forzarsi nella scrittura. Costoro non capiscono che se dietro non c'è quella carica, quell'energia dirompente che tutto travolge (compreso lo scrittore), il testo sarà sempre scialbo, noioso, pesante. Un esercizio. Uno stiracchiato esercizio. Niente più. Ora è ovvio che la letteratura si distende sempre tra i due poli dell'ispirazione e della riflessione, che ognuno di noi sa in che misura miscelare e sfruttare. Ma di certo alcune pseudomotivazioni uccidono la letteratura.
Soldi, fama, successo con l'altro sesso: non per questo si deve scrivere. Vi riporto una poesia di Charles Bukowski. Uno a cui non si può rimproverare certo di essere affettato e sdolcinato. Un uomo che sapeva cosa serve per fare poesia e cosa non serve. Leggete questi versi attentamente. E leggeteli soprattutto voi, che vi costringete ad essere sconci scrittorucoli e penosi poetastri.

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E così vorresti fare lo scrittore?


Se non ti esplode dentro
a dispetto di tutto,
non farlo.
a meno che non ti venga dritto dal
cuore e dalla mente e dalla bocca
e dalle viscere,
non farlo.
se devi startene seduto per ore
a fissare lo schermo del computer
o curvo sullamacchina da scrivere
alla ricerca delle parole,
non farlo.
se lo fai solo per soldi o per
fama, non farlo.
se lo fai perché vuoi
delle donne nel letto,
non farlo.
se devi startene lì a
scrivere e riscrivere,
non farlo.
se è già una fatica il solo pensiero di farlo,
non farlo.
se stai cercando di scrivere come qualcun
altro,
lascia perdere.

se devi aspettare che ti esca come un
ruggito,
allora aspetta pazientemente.
se non ti esce mai come un ruggito,
fai qualcos'altro.
se prima devi leggerlo a tua moglie
o alla tua ragazza o al tuo ragazzo
o ai tuoi genitori o comunque a qualcuno,
non sei pronto.

non essere come tanti scrittori,
non essere come tutte quelle migliaia di
persone che si definiscono scrittori,
non essere monotono o noioso e
pretenzioso, non farti consumare dall'auto-
compiacimento.
le biblioteche del mondo hanno
sbadigliato
fino ad addormentarsi
per tipi come te.
non aggiungerti a loro.
non farlo.
a meno che non ti esca
dall'anima come un razzo,
a meno che lo star fermo
non ti porti alla follia o
al suicidio o all'omicidio,
non farlo.
a meno che il sole dentro di te stia
bruciandoti le viscere,
non farlo.

quando sarà veramente il momento,
e se sei predestinato,
si farà dasé e continuerà
finché tu morirai o morirà in
te.

non c'è altro modo.

e non c'è mai stato.

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Il Bukowski di questa lirica è decisamente neofuturista.
Neofuturista il disprezzo per chi scrive per soldi o fama.
Neofuturista il disprezzo per chi scrive imitando altri.
Neofuturista il disprezzo per chi scrive aspettando conferme e consensi.
Neofuturista la visione di biblioteche ricche di libri + sbadigli.
Neofuturista l'attesa per il ruggito razzo sole poetico.
Scrivete, scrivete tutti. Ma smettetela di scrivere per soldi e per fama. Smettetela di scrivere balbettando. Scrivete con decisione. Con energia. Scrivete perchè sentite di doverlo fare.
Antonio Saccoccio

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