LIBERI DALLA FORMA

IL PRIMO BLOG NET-FUTURISTA

sabato, marzo 31, 2007

Neofuturismo: l'arte restituita all'uomo

La differenza tra il Neofuturismo e qualsiasi altra corrente o movimento artistico-culturale contemporaneo (sempre che ne esistano) è radicale. Il NeoFuturismo è impegnato in una battaglia senza confini per il rinnovamento artistico-culturale. L'arte deve tornare ad avere un ruolo centrale per l'uomo. L’arte è fondamentale oggi per permettere ad ogni uomo di ritrovare il senso della propria esistenza.
Noi vogliamo rendere artisti tutti gli uomini. No, non è una bestemmia. Ognuno di noi ha dentro di sè delle possibilità creative. Più o meno sviluppate. Non tutti possono diventare grandi artisti, ma ognuno di noi può tirare fuori quello che ha dentro e trasformarlo in arte.
È l'odierna dittatura del pensiero unico che spinge invece a credere che ci sia spazio solo per alcuni eletti definiti "artisti".
Sappiamo bene chi sono oggi costoro. Sono coloro che si sono inseriti nelle lobby artistiche e che spadroneggiano nel mercato dell’arte contemporanea. Gente che si è arricchita con idee che potrebbero avere (e in misura maggiore) molti dei nostri ragazzi. Ho detto “potrebbero” e non è un caso. Certo, perché i ragazzi sono oggetto di una martellante campagna pubblicitaria che li porta a sacralizzare l’icona artistica di turno e a pensare che chissà quale genialità si celi dietro la sua figura. E quindi non si cimentano con l’arte, perché la ritengono proprietà esclusiva di pochi eletti. E invece potrebbero essere loro grandi artisti.
I risultati di tutto questo sono pericolosissimi, ma già da qualche tempo smascherati dai pochi illuminati che rimangono.
Perché non solo ci si abitua a considerare grande arte ciò che grande arte non è, ma soprattutto si spingono molti uomini potenzialmente dotatissimi dal punto di vista creativo a non affrontare la sfida della creazione.
Due sono le modalità di approccio all’arte contemporanea comunemente diffuse. O si adorano - senza comprenderle - le opere-banalità di questi pseudo-artisti vuoti di cervello e spirito, oppure si ammette di non capire nulla di arte contemporanea. Perché non sanno le due categorie che c’è ben poco da capire. Non sanno che si tratta all’80-90% di pure operazioni di marketing, in cui l’arte non c’entra assolutamente nulla. Tant’è che per venderle hanno tutte bisogno di un pubblicitario o un critico che spieghi con arzigogoli vari cosa vuole rappresentare l’opera. Dietro le parole il nulla.
Ora noi qui vogliamo proporre una terza via. Né adorare questi pseudoartisti, né accettare di non comprendere più l’arte.
Noi proponiamo di comprendere l’arte e di non accettare questi pseudoartisti.
Noi proponiamo a tutto il mondo di riscoprire la forza di un’arte realmente comunicativa e rivoluzionaria. Un’arte forte. Risoluta. Umanissima. Un’arte armata.
Un’arte che non abbia bisogno di foglietti illustrativi.
Noi oggi riprendiamo le mosse dai grandi futuristi del XX secolo e stiamo creando l’unica reale avanguardia rivoluzionaria del terzo millennio.
Ai tempi di Marinetti fu durissimo abbattere il passatismo ottocentesco. Oggi è ancora più difficile debellare il passatismo mass-mediatico, che ha prodotto effetti devastanti sulle capacità critiche di ognuno di noi.

Questo è un appello rivolto a tutti i poeti. A tutti gli artisti. A tutti coloro che vogliono un’arte di sostanza. Un'arte senza foglietti illustrativi.

Iniziate a rifiutare quello che vi comandano di adorare. E adorate soltanto le vostre capacità creative.
Siate NeoFuturisti.
Antonio S.

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martedì, marzo 27, 2007

Pregiudizi

"Il peggior pregiudizio è scambiare i giudizi per pregiudizi"

Antonio Saccoccio

domenica, marzo 25, 2007

La buona letteratura: rifiutare il formalismo di maniera

Che la nuova arte, l’arte neofuturista, debba nascere da una profonda esigenza di rinnovamento è ormai chiaro a tutti.
Un’arte profondamente rinnovata è un’arte che innanzitutto rifiuta lo sperimentalismo di maniera tipico di molti pseudoavanguardisti. La forma deve modellarsi trascinata dall’urgenza espressiva dell’artista. I giochi esclusivamente formalistici ci hanno stancato. Ci annoiano.
Vi propongo un bel passo di Raffaele La Capria, tratto da un capitolo di “Letteratura e Salti mortali”. Il capitolo è intitolato “Il conformismo della forma” e contiene affermazioni tra le più incisive mai scritte sul tema. Le idee sono condivisibili ed espresse in modo chiarissimo. Interessante anche la distinzione tra "cattiva letteratura" e "falsa buona letteratura".

"La cattiva letteratura non fa un gran danno perché è subito riconoscibile e si presenta per quella che è. La falsa buona letteratura invece è subdola, ed è pericolosa perché crea confusione di valori e di giudizi. Come si fa allora a riconoscerla? Si riconosce perchè è disanimata, disanimata e complicata, come un robot, come un automa, come il congegno di un replicante. Si riconosce perché è un prodotto e come tale e producibile sol che si posseggano le tecniche appropriate, che sono virtualmente alla portata di chiunque. Un prodotto nasce da un modello che viene ri-prodotto con al massimo qualche variante per simulare una differenza, e i modelli più facili da riprodurre sono sempre quelli che presentano spiccate caratteristiche formali. Questo per dire che la falsa buona letteratura è riconoscibile perché lavora soprattutto sulle forme assumendole esteriormente e meccanicamente. È facile infatti impadronirsi di un modo di formare; difficile, anzi impossibile, è impadronirsi di un mondo poetico se uno non ce l’ha."

Ecco, quest'ultima frase dovrebbe essere scolpita nelle menti di chiunque intenda avvicinarsi all'arte. Lasciate perdere l'arte se non avete nulla da dire. Non ci annoiate con i vostri giochetti e i vostri patetici virtuosismi e pseudosperimentalismi. Vogliamo la vera arte, creata da veri artisti, da veri uomini.
Dei giochetti non sappiamo che farcene.
Antonio S.

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martedì, marzo 20, 2007

L'arte contemporanea: un bluff da milioni di dollari

Ho più volte espresso la mia avversione allo scandaloso mercato dell’arte contemporanea.
Un’arte che non sa più suscitare la minima emozione, incapace di far riflettere e di smuovere le coscienze.
Un’arte vittima di pubblicitari e circoletti di pseudoartisti e pseudocritici.
Un’arte che smuove un giro di denaro enorme e ingiusticato.

Il Neofuturismo si batte e si batterà sempre contro le conventicole di pseudoartisti e pseudocritici, abilissimi a farci passare l’immondizia per arte.

Fa piacere notare che già da qualche anno diverse voci hanno iniziato a lanciare l’allarme. Una di queste è Paul Virilio, urbanista e intellettuale francese, che nel “Discorso sull’orrore dell’arte” (2002), ha descritto piuttosto chiaramente la situazione dell’arte contemporanea mondiale.

“È sicuro che quel che si è chiamato l'inflazione del mercato dell’arte è un delirio che non ha più niente a che vedere con l’espressione artistica, ma piuttosto con le multinazionali, con la possibilità di riciclare denaro del narcocapitalismo al punto da partecipare proprio alla creazione del narcocapitalismo. Quest’ultimo non è solo il traffico di droga, ma anche la possibilità di creare un’economia parallela. Di fatto accanto alla droga, agli allucinogeni, vi è l’arte, e particolarmente l’arte moderna e contemporanea. Ciò spiega l’arrivo massiccio dei pubblicitari, di Saatchi e compagnia, in questo campo. Un pubblicitario trasforma chiunque in un artista che si vende a 50/100 milioni a foto. Ma vi sono foto che hanno raggiunto cifre miliardarie, e d’altronde quasi tutti i Warhol sono riporti fotografici. Non c’è più neanche la fatica di prendere in mano il pennello. Piuttosto si prende per modello un pupazzo, come fa Jeff Koons, o si prende un busto anatomico con polmoni, budella, coratelle e bulbi oculari in bella vista, lo si ingrandisce, come fa Damien Hirst, a sei metri d’altezza, lo si posa sopra un piedistallo ed ecco fatto il nuovo Colosso di Rodi. Il tutto in mostra alla Fondazione Saatchi.”



Qui sopra potete vedere l’opera Hymn di Damien Hirst. Ognuno può giudicare da sé.
Il Neofuturismo continuerà la sua battaglia per purificare le acque impantanate dell’arte.
Per porre fine alla dittatura delle lobby artistico-critiche.
Per ridare voce e speranza ai veri artisti, quelli che hanno ancora dentro di sé un’alta concezione dell’arte.
Per diffondere l’idea dell’arte come autorappresentazione e autoaffermazione.

Antonio Saccoccio
AGGIORNAMENTO. Riguardando la fotografia dell'opera (sic) di Hirst davvero sono stato tentato di eliminarla dal post. Mentre la inserivo non mi ero bene reso conto di quanto stonasse in un blog che ha ospitato solo fotografie di opere d'arte di indiscutibile valore. Ho deciso di lasciare Hymn al suo posto proprio per testimoniare quello che arte non può essere, ma davvero sento come il mio blog inquinato. Diciamo che sacrifico il mio senso estetico per quella che reputo una buona causa.

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lunedì, marzo 12, 2007

Papini: la necessità delle rivoluzione

Il nostro vivere in società è il frutto di un delicato equilibrio tra conservazione e rinnovamento, tra conformismo e ribellismo. I due poli sono opposti ma ugualmente necessari all'equilibrio sociale. Nel caso di un eccesso di conformismo la società si spegnerebbe presto e darebbe luogo ad enormi disfunzioni; nel caso di un eccesso di ribellismo si sprofonderebbe immediatamente nell'anarchia totale. E' anche evidente che in questo momento l'umanità è incredibilmente e, quel che è peggio, incosapevolmente conformista. Dico "inconsapevolmente", perchè non è difficile trovare accaniti conservatori che si considerano e definiscono rivoluzionari. Questa confusione è a mio avviso dovuta al fatto che siamo ormai talmente lontani dal concepire un autentico pensiero ribelle, che usiamo questo termine a sproposito, senza più percepirne neppure lontanamente il reale significato.
Quasi un secolo fa Giovanni Papini, che di queste cose certo se ne intendeva, aveva tracciato in un capitolo de "L'esperienza futurista" un'analisi semplice ma chiarissima del fenomeno. Sorprende, come al solito, la capacità dello scrittore fiorentino di analizzare criticamente la situazione del suo tempo e sorprende ancor di più notare quanto quelle parole risultino oggi profetiche per tutti noi. Ecco due dei paragrafi iniziali di questo capitolo, intitolato "La necessità della rivoluzione".
2
Nello spirito come nella vita (pratica, politica) due sono i momenti o temperamenti mentali che si contrastano senza mai distruggersi perchè necessari l'uno all'altro e necessari all'insieme: l'istinto dell'ordine (conservazione, calma, disciplina, consolidamento, tradizione ecc.) e quello del disordine (distruzione, agitazione, ribellione, disgregamento, innovamento, capovolgimento ecc.). Discutere quale sia il primo e il più importante è roba da ragazzi.
Si può criticare e rinnovare soltanto quel che esiste di già - ma ogni ordine, ogni tradizione non sono che scoperte e rivoluzioni coagulate e ghiacciate.
Senza tradizione andrebbero perdute le conquiste della rivoluzione ma senza rivoluzione la tradizione porterebbe all'immarmottamento perpetuo e alla beata tranquillità della morte.
Tutti e due questi istinti sono, agli occhi di chi ritiene desiderabile la vita dell'umanità, egualmente necessari e le cose vanno male quando uno di essi spadroneggia per troppo tempo. Il compito del "buon cittadino", in questo caso, è di ristabilire l'equilibrio incoraggiando e ravvivando quell'istinto che nel frattempo s'è più indebolito.
3
Lasciamo subito queste troppo generiche generalità e scendiamo in Italia, epoca presente. Chi ha dominato in questi ultimi tempi nel nostro dolce paese? Il demonio del disordine o l'angelo dell'ordine? Lo spirito rivoluzionario o lo spirito tradizionalista? Mi pare che non ci voglia molto a rispondere: vi sono stati abbozzi e principi di movimenti rivoluzionari (politici e intellettuali) ma questi movimenti:
non sono stati spinti all'estremo;
sono stati importati per la maggior parte da paesi stranieri;
sono abortiti rapidamente;
sono stati male accolti dalla massima parte degli italiani.
Il che viene a dire che l'istinto conservatore ha preso decisamente il sopravvento su quello sconvolgitore.
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Ma il passo più illuminante è senza dubbio in uno dei paragrafi successivi, quando Papini descrive il carattere degli italiani con parole dure ma indiscutibilmente vere.
5
E' pretta leggenda, perciò, quella del carattere rivoluzionario degli italiani. I nostri improvvisati psicologi hanno confuso la tendenza all'indisciplina collo spirito di rivolta. L'italiano può essere indisciplinato, individualista, turbolento, ma è raramente, nel fondo dell'anima, rivoluzionario. L'indisciplina proviene dal desiderio di sbirbarsela, di fregarsene, di lavorar poco e lo stretto necessario, facendo un breve sforzo di prepotenza o di astuzia per conquistarsi un più lungo riposo. L'indisciplina è individuale mentre la rivoluzione è collettiva ed esige una disciplina sia dei pensieri (sotto un'idea prima) sia degli uomini (sotto un capo). L'indisciplina è sintomo di pigrizia mentre la rivoluzione esige uno sforzo di critica e di assalto assai maggiore di tutti gli altri.
Lo spirito di indisciplina individuale teorizzato e ingigantito può portare all'attentato anarchico ma non già alla rivoluzione. L'Italia, difatti, ha dato più anarchici isolati che non veri rivoluzionari.
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Queste parole di Papini saranno piaciute senza dubbio al suo amico Giuseppe Prezzolini, che più volte ha descritto in modo simile il carattere degli italiani. A noi non resta che annotare ancora una volta che gli italiani in un secolo sono cambiati ben poco. Restano indisciplinati, pigri e furbi. Ma di rivoluzioni non vogliono sentire neppure sussurrare.
Antonio S.

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giovedì, marzo 08, 2007

Dignità, vergogna, onore

Si è perso completamente qualsiasi senso del decoro. La dignità è sconosciuta. Ci si abbassa a comportamenti vili, opportunistici, meschini. E non ci si vergogna mai di nulla. Sempre più giù. Sempre più in basso.
Ma quanto è triste osservare quest'uomo immiserito e involgarito. Se ci ricordassimo ogni tanto che siamo nati per migliorarci ed elevarci. E non per strisciare a terra come luridi vermi.
Ritroviamo il pudore. Riscopriamo la vergogna. Recuperiamo l'onore.

Antonio S.

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