LIBERI DALLA FORMA

IL PRIMO BLOG NET-FUTURISTA

domenica, maggio 28, 2006

Lo sguardo del vero cristiano

Lo sguardo del vero cristiano
Quando la fede è una colpa
Oggi pomeriggio spettacolo davvero emblematico nel corso di una nota trasmissione televisiva.
Sono bastati 10 minuti di un'intervista per avere uno spaccato di vita assai significativo.
Claudia Koll, ex show girl, ha raccontato la sua conversione al Cristianesimo. L'ha intervistata Mara Venier su RaiUno. Presente anche don Mazzi.
La Koll è serena. Con evidente gioia e uno splendido sorriso illustra la svolta positiva che ha subito la sua vita in seguito alla conversione. Racconta di essersi riappropriata della propria vita e di viverla ora davvero a contatto con gli altri e per gli altri.
Sconcertante l'abisso che la separa da Mara Venier. La conduttrice le chiede se ora non si senta lontana dagli altri. Ma la Koll ha già chiarito il contrario, di vivere immersa nella società! Avvilente.
Ma non basta. La Venier manda un filmato di diversi anni fa in cui la Koll appare nelle vesti di donna fatale. La domanda: "Cosa pensi quando ti rivedi in queste scene?". Straordinaria ancora una volta la Koll: "Penso che ora sono una persona molto migliore". Spaesata e imbarazzata la Venier.
E il meglio deve ancora venire.
Entra in gioco don Mazzi.
E qui l'intervista assume un valore davvero esemplare.
La Venier chiede a don Mazzi cosa ne pensa del percorso della Koll.
E don Mazzi dà il meglio di sè, perchè si dichiara spaventato dai convertiti. Avete letto bene. Un uomo di Chiesa che si dichiara spaventato da chi abbraccia la fede cristiana. E qual è la motivazione di tanta preoccupazione? I convertiti, a suo dire, sono integralisti. Cioè - traduciamo noi - credono troppo. Hanno questa colpa.
La Koll risponde con uno sguardo. Un sorriso ancora, di una serenità che parla da sola. E parole che esaltano il perdono, l'amore.
E il prete? Nervoso, accigliato, continua parlando della rabbia che sente in corpo.
Altro sorriso della convertita.
La serenità contro la rabbia...
Antonio S.

martedì, maggio 23, 2006

Televisione e pluralismo: un'idea di Pasolini

Tutto si può dire tranne che Pier Paolo Pasolini non fu un pensatore acuto.
Ecco una delle sue idee sulla possibile evoluzione della televisione.

"Quanto alla televisione la mia proposta di radicale riforma è questa: bisogna rendere la televisione partitica e cioè, culturalmente, pluralistica. È l’unico modo perché essa perda il suo orrendo valore carismatico, la sua intollerabile ufficialità. Inoltre, i partiti - com’è ben noto - si sbranano all’interno della televisione, dietro le quinte, dividendosi (finora abiettamente) il potere televisivo. Si tratterebbe dunque di codificare e di portare alla luce del sole questa situazione di fatto: rendendola così democratica. Ogni Partito dovrebbe avere diritto alle sue trasmissioni. In modo che ogni spettatore sarebbe chiamato a scegliere e a criticare, cioè a essere coautore, anziché essere un tapino che vede e ascolta, tanto più represso quanto più adulato. Ogni Partito dovrebbe avere il diritto, per esempio, al suo telegiornale; perché il telespettatore possa scegliere le notizie, o confrontarle con la altre, cessando dunque di subirle. Inoltre direi che ogni Partito dovrebbe gestire anche gli altri programmi (magari proporzionalmente alla sua rappresentanza al Parlamento). Nascerebbe una stupenda concorrenza, e il livello (anche quello spettacolare) dei progranmi, salirebbe di colpo. Voilà."

«Corriere della Sera», 29 ottobre 1975

Ora, certamente bisogna tener conto che la televisione degli anni Settanta non era la televisione di oggi. Ma resta comunque un interrogativo: è preferibile una televisione con canali dichiaratamente e ufficialmente partitici e poi lasciare alla gente il compito di decidere quali guardare, oppure una televisione con canali che provano il più possibile ad essere equilibrati e non faziosi?
Insomma è preferibile avere una televisione con tante Rai3 e tante Rete4, oppure una televisione con tanti canali sul modello di Canale5?
Oppure il miglior sistema è proprio quello esistente oggi, in cui i due modelli coesistono?
In realtà a me disgusta l'idea di avere canali partitici, asserviti al potere e all'ideologia di un partito.
E allo stesso tempo spaventa l'idea di un'informazione che vuole sembrare equidistante, e che invece spesso in maniera subdola non lo è.
Io preferirei che ci fossero canali apertamente schierati a difesa di un'idea, non di un partito.
Se ci fosse un canale libertario, uno cattolico-liberale, un altro socialista, uno federalista, l'altro europeista e così via, a me non dispiacerebbe affatto.
Insomma, ben venga una televisione d'opinione.
Stessa cosa per la carta stampata. Non potrei mai leggere i giornali di partito. E mi disgustano abbastanza anche i cosiddetti quotidiani indipendenti, che poi spesso sono più faziosi di quelli di partito (Repubblica e Il Giornale docent). Restano i giornali d'opinione, di gran lunga i migliori.
Insomma, io, trent'anni dopo, risponderei così a Pasolini: "Pluralismo sì, partitocrazia no".
Antonio S.

mercoledì, maggio 17, 2006

Ministero dell'Università, baroni ed egemonia di sinistra

Ho sempre criticato due delle anomalie del nostro sistema universitario:
1. il sistema baronale
2. la forte egemonia culturale esercitata dalla sinistra (in primis marxista)
Io credo, neofuturisticamente, che l'obiettivo dovrebbe essere quello di liberare l'università dai baroni e dall'egemonia culturale della sinistra.
Bene, oggi devo esprimere la mia preoccupazione, perchè, come temevo, per chi vuole un'università rinnovata e più pulita si preannunciano tempi duri. Dopo le tenui speranze del ministero Moratti, si va incontro probabilmente ad una restaurazione, o meglio ad una conservazione.
E' stato infatti nominato oggi Ministro dell'Università e della Ricerca Fabio Mussi.
Non si tratta solo di uno dei più arroganti post-comunisti italiani. Questo sarebbe un mio giudizio personale, discutibilissimo da chi non è allergico come me a quel tipo di comunisti.
Si tratta infatti del più classico dei militanti del vecchio partito comunista italiano. Leggiamo tra le altre cose qualche nota sul suo curriculum:
Dal 1983 al 1985 diventa responsabile nazionale della stampa e propaganda del partito. Successivamente viene nominato condirettore de 'L'Unita' assieme a Gerardo Chiaromonte.
Quindi bisognerà fare molta attenzione. Mussi è uomo che conosce la propaganda di partito e la stampa. E sicuramente cercherà in tutti i modi di agire su questo campo. Il solito gramscismo.
Ma poi veniamo a scoprire un altro particolare rilevante.
Mussi ha due figlie, Valentina e Gaia. La prima e' una ricercatrice universitaria in fisica all'Universita' di Genova.
Benissimo, il cerchio si chiude. Mussi, non solo è un post-comunista e un esperto nella propaganda di partito, ma ha anche una figlia piazzata all'università.
Aggiungiamo che tra i ministri abbiamo anche un certo Alessandro Bianchi, che è addirittura Rettore dell'Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria. E sappiamo che Bianchi è vicino agli ambienti dei Comunisti italiani e infatti indicato a Prodi in questi giorni proprio da questo partito. D'altra parte Bianchi è stato iscritto al Pci sino allo scioglimento e attualmente è un indipendente di sinistra.
Quindi, c'è poco da star sereni.
Non posso sapere le intenzioni di questi ministri, ma di certo sono comunisti o post-comunisti e hanno legami forti con il mondo universitario.
Qualcuno potrebbe dire che i miei forse sono pregiudizi. Io le chiamerei grandi e serie preoccupazioni.
Ci hanno mai smentito i comunisti e i post-comunisti su queste cose?
Antonio S.

sabato, maggio 13, 2006

L'Europa: un suicidio inspiegabile

L'Europa si sta suicidando. Questa è la mia impressione. Il nostro continente è malato e di una malattia grave: crisi di identità. L'Europa non riconosce più se stessa. Mi chiedo se il nichilismo imperante e la "filosofia dell'usa e getta", tanto di moda, riusciranno mai a cancellare millenni di storia, millenni di cultura. Quest'ultima sembra la strada intrapresa da molti paesi europei (in modo diverso Francia, Spagna, Olanda, solo per citarne alcuni). Mi volto per guardare il nostro straordinario passato e mi commuovo, tanto è stato straordinariamente ricco di fermenti culturali. Non si possono rinnegare le proprie radici in modo così miope. Per far cosa poi? Per sostituire alla cultura del passato il nichilismo più deprimente. Il vuoto assoluto. La mancanza totale di valori e ideali. Dobbiamo iniziare a porre attenzione a questo fenomeno. Non si riesce ancora a comprendere da dove possa nascere questa volontà di autodistruzione.
Sono da sempre un progressista, un avanguardista, forse persino un rivoluzionario. Ma se si deve cambiare, si deve farlo dopo un'attenta e lucida analisi della nostra cultura, denunciandone i limiti e proponendo qualcosa che possa costituire un miglioramento. Qui invece si vuole distruggere il passato sostituendolo con il nichilismo più infantile e superficiale. Stiamo affondando.
Ma iniziano a levarsi le prime voci allarmate, da parte degli illuminati di turno. Leggete cosa sostiene George Weigel, docente di etica a Washington, il più ascoltato intellettuale cattolico americano:
“L’Europa sta morendo. La malattia che ha colpito una delle più grandi civiltà non è fisica, fa parte del regno dello spirito umano. Il teologo David Hart la chiama ‘noia metafisica’, noia per il mistero, la passione e l’avventura della vita. L’Europa non sarà conquistata da un’armata in marcia sotto gli stendardi del Profeta, ma spopolando se stessa. Culturalmente disarmata, consegnerà il suo futuro agli immigrati islamici che costituiranno l’Eurabia. La conclusione di questa crisi ci sarà quando Nôtre-Dame diventerà l’Hagia Sophia sulla Senna e una grande chiesa cristiana sarà museo islamico. Agli studenti olandesi è stato proibito di disegnare la bandiera sugli zaini, potrebbe essere ‘offensiva’ per i musulmani. La Croce rossa britannica ha bandito le scene della Natività e per la stessa ragione la polizia olandese ha distrutto un murales con scritto ‘non uccidere’”.
Stiamo affondando. Mi volto indietro, e provo a guardare per un attimo il nostro passato. Vedo Agostino, vedo Tommaso, vedo Dante e Petrarca, vedo Manzoni, vedo Kierkegaard, vedo Ungaretti (per citarne solo alcuni). Come possiamo non sentirci dei vermi decidendo di distruggere quanto questi uomini hanno faticosamente e sapientemente costruito? Questi uomini dimostrano che non possiamo arrenderci di fronte alle sfide del mondo. Dobbiamo continuare ad essere uomini.
Antonio S.

sabato, maggio 06, 2006

L'ha detto... Seneca

In regno nati sumus: deo parere libertas est.
Seneca, De vita beata, 15, 7

Siamo nati in un regno: ubbidire al dio è la libertà.

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venerdì, maggio 05, 2006

Sabato 6 maggio, ore 12: Generazione U e PigiamaMedia




Sabato 6 Maggio ore 12.00
Partecipa e interagisci in diretta!

PigiamaMedia e RadioAlzoZero si uniscono e coprono l'iniziativa in diretta.
Se non puoi partecipare all’evento di persona niente paura!
Sul portale di PigiamaMedia potrai
chattare con gli altri navigatori del sito, con la Redazione e con la sala del Hotel Nazionale, bloggare in tempo reale, guardare le foto scattate nell'occasione e pubblicate live, intervenire in diretta con la Conferenza e far domande.
Tutto comodamente dal tuo ufficio o da casa.
Invia il tuo Sms live al numero 392.2913668
...e dalle ore 12 potrai, inoltre, partecipare alle
votazioni in diretta.
Dì la tua! Ti aspettiamo!